Capone e l’aumento delle tariffe Atm: «Un atto dovuto imposto dalla legge»

Capone e l’aumento delle tariffe Atm: «Un atto dovuto imposto dalla legge»

Capone e l’aumento delle tariffe Atm: «Un atto dovuto imposto dalla legge»

mercoledì 10 Febbraio 2010 - 17:43

L’assessore alla Mobilità urbana difende il provvedimento firmato dal sindaco Buzzanca coi poteri speciali per l’emergenza traffico

«Il Decreto Amministrativo dell’11 aprile 2008, pubblicato sulla G.U.R.S. n. 25 del 6 giugno 2008 detta le “tariffe da applicare sulle autolinee extraurbane e suburbane e costo minimo del biglietto di corsa semplice da applicare sulle autolinee urbane nel territorio della Regione siciliana». Lo precisa l’assessore alla mobilità urbana Melino Capone, che aggiunge: «il citato Decreto Amministrativo prevede che la tariffa minima per biglietto di corsa semplice nei Comuni di Palermo, Catania e Messina sia pari ad 1 euro e 20. Pertanto, è chiaro che l’aumento del costo del biglietto non è una scelta, ma un preciso obbligo di legge. Le varie tipologie sembrano anche molto valide. Ad esempio se per legge la tariffa minima è di 1 euro e 20, è fin troppo ovvio che le altre devono essere superiori. Solo 5 centesimi in più costa il biglietto di 90 minuti ed è stato introdotto il biglietto con validità 2 corse nell’intera giornata ad 1 euro e 70, con la possibilità di utilizzare i parcheggi di interscambio. Ciò vale anche per il biglietto giornaliero da 2 euro e 60. La stessa possibilità viene estesa anche a quasi tutte le tipologie di abbonamento. Ciò consentirà di avere un flusso minore di automobili in entrata nel centro della città, dove si trova la stragrande maggioranza degli uffici e negozi con beneficio per la salute dei cittadini, per un minore inquinamento ambientale ed acustico e minor stress psicofisico. Nello stesso tempo la nuova tariffa contribuirà al rilancio dell’Atm, che da tempo lamentava rispetto ai biglietti venduti un notevole calo delle entrate. La firma del sindaco Giuseppe Buzzanca – sottolinea l’assessore Capone – sulla nuova tariffa Atm, è quindi un atto dovuto, in quanto richiesto dalla legge».

Preso atto della precisazione dell’assessore Capone, è giusto ricordare che fin da subito avevamo riconosciuto che l’aumento del biglietto per corsa singola da 50 centesimi a 1,20 euro derivasse da un’imposizione di legge a carattere regionale. Ciò non toglie che l’utente finale, non certo soddisfatto di un servizio pubblico non ancora all’altezza di fronte al quale è davvero complicato giustificare rincari, difficilmente accetterà una spiegazione del genere. A questo va aggiunto che se è vero che 1 euro e 20 era la tariffa minima e che quindi, come dice giustamente l’assessore, «è fin troppo ovvio che le altre devono essere superiori», non è altrettanto ovvio il motivo per cui sia stato cancellato il biglietto da 180 minuti, introducendo un tagliando la cui validità ha una durata dimezzata rispetto a quello oggi vigente. Così come non è ovvio il motivo per cui siano sparite tutte le agevolazioni per le persone dello stesso nucleo familiare di un abbonato, presenti nel vecchio Piano tariffario. Non è previsto nemmeno un carnet “scontato” da 10 biglietti, così come sono spariti gli abbonamenti mensili per gli studenti. Non è, dunque, il singolo aumento a stupire, ma tutte le variazioni apportate al Piano che, di fatto, lo rivoltano come un calzino, influendo inevitabilmente sugli utenti. La domanda, dunque, è: anche questo maxi stravolgimento era un atto dovuto? S.C.

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