Continuano i “tagli- di Sinatra: fuori anche Cardile e Ciraolo

Continuano i “tagli- di Sinatra: fuori anche Cardile e Ciraolo

Redazione

Continuano i “tagli- di Sinatra: fuori anche Cardile e Ciraolo

lunedì 05 Novembre 2007 - 12:50

Manca solo l'ufficialità: il commissario ha revocato le nomine del capo di Gabinetto e il dirigente dell'Avvocatura

Il taglio con il passato targato “Genovese- è più netto di quanto si potesse immaginare. Il commissario straordinario Gaspare Sinatra, infatti, sta ultimando in queste ore la sua opera di snellimento degli uffici dirigenziali di Palazzo Zanca, staccando anche gli ultimi due petali di quella che avevamo definito la margherita (non in senso partitico) di Genovese. Anche agli unici due uomini “di fiducia- dell’ex sindaco che sembravano esenti dai tagli di Sinatra, infatti, saranno revocate le rispettive nomine: si tratta di Nicola Cardile, capo ufficio di Gabinetto, e Vincenzo Ciraolo, che dopo una breve parentesi da consigliere comunale, aveva assunto l’incarico di dirigente esterno dell’Avvocatura. Manca solo l’ufficialità per questi ultimi due atti del commissario, il quale a questo punto sta cercando di creare un quadro generale dei nuovi assetti di Palazzo Zanca. Quelli di Cardile e Ciraolo, infatti, sono solo gli ultimi due nomi di una lunga lista di “epurati- (ci sia passato il termine) del commissariamento Sinatra, i cui contorni sono sempre meno “soffici-. I primi a lasciare gli uffici del Comune erano stati due fedelissimi di Genovese, il city manager Emilio Fragale e l’esperto al Contenzioso, l’avvocato Piero Cami. Poi era toccato ai vari Tomasello, Papa, Ursino, Ansaldo Patti, Tancredi Rizzotti, Piccione, De Leo, Scilipoti, Gallo, Rizzo e Caruso, tutti esperti in carica su nomina fiduciaria dell’ex primo cittadino. Cardile e Ciraolo possiamo dire che chiudono il cerchio, concludendo questa fase di revoche così come era iniziata. Genovese, dopo il suo primo e unico incontro con Sinatra, definì l’operato di quest’ultimo come «imparziale», addebitando alle sue azioni un «mandato politico». Chissà cosa ne penserà oggi.

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