Due consiglieri comunali del centrodestra chiedono lo scioglimento della Stu Tirone

Due consiglieri comunali del centrodestra chiedono lo scioglimento della Stu Tirone

Due consiglieri comunali del centrodestra chiedono lo scioglimento della Stu Tirone

sabato 30 Gennaio 2010 - 08:29

Tamà (Mpa) e Burrascano (Pdl) presentano un duro ordine del giorno: «Le varianti in deroga al Prg dovrebbero essere un’eccezione, non la regola»

Due consiglieri comunali della maggioranza, Sebastiano Tamà (Mpa) e Angelo Burrascano (Pdl), chiedono che il Consiglio valuti l’ipotesi di sciogliere la Stu Tirone. Una richiesta che farà discutere e che arriva sotto la forma ufficiale di un ordine del giorno. Dunque sull’argomento si svilupperà un dibattito in aula, e non è detto che da esso possano venire fuori sorprese, tenendo sempre presente che, in questo caso, si tratterebbe comunque di un “indirizzo” del consiglio comunale, senza alcun potere esecutivo. Secondo i due esponenti del centrodestra «l’uso delle “varianti” in deroga al Prg, dovrebbero costituire l’eccezione e non la regola nella gestione del territorio, evitando così di stravolgere la programmazione della città definita dagli strumenti di pianificazione». Dando poi un’occhiata alla struttura della Stu, «dalla composizione societaria si palesa un chiaro sbilanciamento tra privato e pubblico, come dimostra l’elenco dei soci della Stu, che sono il Comune per il 30 per cento mentre il rimanente 70 per cento se lo dividono tra diverse società i privati».

Tamà e Burrascano fanno un breve riepilogo del progetto, ricordando che «tra i provvedimenti più rilevanti nella contestata riqualificazione vi sono un polo scolastico composto da due edifici, uno per scuola materna, elementare e media, l’altro da adibire a palestra, la pedonalizzazione di Piazza del Popolo, la riapertura al traffico della galleria S. Marta, il recupero dei borghi storici del Tirone e della Scalinata S. Barbara, con ricostruzione fedele degli edifici crollati e la realizzazione di spazi a verde, il restauro dello storico “Palazzo degli Elefanti”, con la realizzazione di ristoranti, bar e pizzerie, il grattacielo di quindici piani di via Cadorna destinato a uffici, il centro commerciale di via Pascoli, di cinque piani con un ampio parcheggio, due complessi edilizi, uno di 8 piani in via S. Maria del Selciato e uno di 6 piani sul viale Italia, e un edificio destinato a edilizia residenziale pubblica». Secondo i due consiglieri «bisogna dare priorità assoluta agli interventi di riqualificazione urbana del tessuto storico del Tirone quali scalinata Sergi e S. Barbara, palazzo degli Elefanti, della piazza del Popolo e alla riapertura della galleria S. Marta».

Al tempo stesso «è importante ridurre gli impatti volumetrici delle opere previste nel progetto Stu, soprattutto in riferimento al palazzo di quindici piani. Un piano di riqualificazione serio non può non tenere in considerazione che la costruzione in viale Italia di un centro commerciale, peraltro da realizzare a ridosso di mura cinquecentesche, farebbe cadere nel caos più totale il traffico automobilistico nel centro città». Tamà e Burrascano tornano a dire, come già fatto in altre occasioni, che «non si riesce a comprendere se effettivamente esista o sia stato mai predisposto uno specifico studio comprovante le vulnerabilità sismiche della zona del Tirone con la dovuta microzonizzazione dell’area interessata». A questo va aggiunto un altro fattore: «il continuo smottamento della sovrastante collina di Montepiselli, fortemente compromessa dal punto di vista ambientale, con diversi problemi strutturali degli edifici nell’area tra via G. Sciva e Viale Italia, dovuti ai continui smottamenti e cedimenti del terreno, che addirittura hanno costretto, con la compromissione della staticità delle abitazioni, al picconamento di alcune strutture abitative».

Tutti elementi che hanno portato i consiglieri alla clamorosa richiesta di valutare l’eventuale scioglimento della Stu, previa «l’immediata verifica delle progettualità connesse alla realizzazione del progetto, in merito all’impatto ambientale ed alle criticità sopra evidenziate».

S.C.

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