La Finocchiaro potrebbe rinunciare al suo seggio all'Ars. Sonia Alfano si rivolge alla Corte d'Appello

La Finocchiaro potrebbe rinunciare al suo seggio all’Ars. Sonia Alfano si rivolge alla Corte d’Appello

Redazione

La Finocchiaro potrebbe rinunciare al suo seggio all’Ars. Sonia Alfano si rivolge alla Corte d’Appello

giovedì 17 Aprile 2008 - 11:07

La norma non prevede questo caso. Il posto della candidata del Pd, qualora preferisse il Senato, potrebbe andare alla Alfano o a Rita Borsellino

Cosa succederà se Anna Finocchiaro rinuncerà al suo seggio all’Ars? Seggio che, legge docet, spetta al «capolista della lista regionale che ottiene una cifra di voti validi immediatamente inferiore al quella conseguita dalla lista regionale più votata». La Finocchiaro, appunto, che però è stata eletta anche al Senato nella circoscrizione di Reggio Emilia, cosa che potrebbe indurre la candidata del Pd a rinunciare all’Assemblea regionale per tornare a Palazzo Madama, dove è stata capogruppo durante l’ultimo governo Prodi. La legge però non prevede il caso della rinuncia, e di conseguenza non dice chi dovrebbe prenderne il posto.

Le ipotesi più probabili sembrano due: la prima, che il seggio venga assegnato alla terza capolista che ha ottenuto il numero di voti validi inferiore a quella più votata, ovvero Sonia Alfano della lista “Amici di Beppe Grillo-; la seconda, che si “scorra- il listino della Finocchiaro, dove al n. 2 c’è Rita Borsellino, che riconquisterebbe quel ruolo di “capofila- dell’opposizione all’Ars avuto nei due anni dell’ultimo governo Cuffaro. La decisione spetterà all’assessorato agli Enti Locali, ma qualcuno ha deciso di mettere le mani avanti.

E’ Sonia Alfano, che ha dato mandato all’avvocato palermitano Gaetano Armao di presentare una memoria presso la Corte d’Appello di Palermo in merito «alla più corretta interpretazione delle norme che regolano l’assegnazione del seggio riservato al capolista della lista regionale risultato secondo, nell’ipotesi di rinuncia da parte della candidata Anna Finocchiaro». Secondo la Alfano il “listino-, non prevedendo la preferenza, non avrebbe valore se non nel caso di dover fornire un premio di maggioranza.

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