Lombardo all’Ars: «Ecco i perché del cambio di rotta sull’Ente Porto»

Lombardo all’Ars: «Ecco i perché del cambio di rotta sull’Ente Porto»

Lombardo all’Ars: «Ecco i perché del cambio di rotta sull’Ente Porto»

giovedì 11 Febbraio 2010 - 15:45

Dibattito al parlamento regionale con i deputati messinesi. Il governatore ha assicurato: nomina del commissario sospesa in attesa della relazione degli ispettori. Buzzanca: «Attendiamo un segnale dalla Regione: si profilano all’orizzonte speculazioni a danno della città»

Il provvedimento relativo alla nomina di un commissario dell’Ente Porto, approvato dalla giunta regionale il 29 dicembre scorso, è stato “congelato” «fino a quando gli ispettori non abbiano fatto chiarezza». A confermarlo è stato il presidente della Regione Raffaele Lombardo, che ieri ha preso parte ad un’animata seduta dell’Ars durante la quale è stato trattato l’argomento Ente Porto. Ne hanno parlato buona parte dei deputati messinesi, da Nino Beninati a Cateno De Luca, da Filippo Panarello a Giuseppe Picciolo, da Roberto Corona a Santi Formica, fino al sindaco Buzzanca. Ed è stata l’occasione per consentire a Lombardo di spiegare le ragioni del suo dietrofront. «Perché – ha detto Lombardo all’aula – di punto in bianco il ripristino di una gestione commissariale? Il 29 dicembre 2009, alla vigilia del Capodanno? Per due ragioni che non conoscevamo. Quando, unanimemente, parlammo della liquidazione di questo ente, sentimmo notizie su un ente istituito sessant’anni fa circa, che aveva un dipendente e quindici consiglieri di amministrazione, e che in fondo non aveva raggiunto i suoi obiettivi. Pertanto, ci parve opportuno procedere allo scioglimento di quell’ente. Come mai questo cambio di rotta? Per due fatti che il Governo ed io personalmente avevamo appreso. Intanto che il primo di dicembre, cioè ventotto giorni prima, il legislatore nazionale non aveva inserito tra le norme da cancellare con provvedimenti di delegificazione, tra quelle antecedenti al 1970, la legge del 1951 istitutiva dell’Ente Porto».

Il secondo fatto è il pronunciamento del Cga: «Il 29 di dicembre – spiega Lombardo – eravamo in attesa di sentenza da parte del Cga sul ricorso presentato dall’Ente Porto, affinché le sue prerogative, i diritti derivanti dalla legge del 1951, le proprietà, un bacino di carenaggio costato alle casse della Regione qualcosa come 41 miliardi delle vecchie lire, restassero di sua pertinenza per cautela e per prudenza e nell’interesse del patrimonio regionale. Pertanto, abbiamo mantenuto in vita l’ente con la nomina per tre mesi di un commissario. Credo che vada apprezzato quanto il Governo ha fatto dal momento che il 25 gennaio 2010 il Cga ha dato ragione all’Ente Porto». Secondo Lombardo «discorso diverso è che, in questi cinquanta anni, a differenza di quanto fatto a Trieste, non c’è stata nessuna azione a difesa degli interessi della Regione sul Punto franco, che ha potenzialità strepitose. Diverso è il discorso sul risanamento dell’area. Diverso è il discorso su tante altre cose, sulle comprensibili rivendicazioni, ad esempio, di una società, stavolta non pubblica che si chiama Comecan, la compagnia mediterranea per la cantieristica e l’ambiente che si prefigge di valorizzare quell’area. Per carità, da prendere in considerazione! Ma in questo caso, dal momento che il bene e le sue prerogative restano della Regione, l’eventuale vendita di quell’area e l’eventuale trasferimento del Punto franco, dei serbatoi, eccetera, in altra aerea, riguarderà la Regione e non l’Autorità portuale, ed un’eventuale vendita avverrà a caro, salatissimo prezzo, per evitare che, invece, lì ogni ipotesi diversa possa andare in porto a scapito della Regione stessa».

Di fronte a Lombardo il sindaco Giuseppe Buzzanca ha chiarito un concetto: «la deputazione dei messinesi va in direzione della richiesta di scioglimento dell’Ente autonomo portuale di Messina», pur con qualche distinguo (vedi Picciolo del Pd e Corona del Pdl, entrambi però concordi sul fatto che il Punto franco possa essere realizzato in un’altra area, magari a San Filippo del Mela). «Sta succedendo in questo particolare momento – ha spiegato Buzzanca – che l’Autorità portuale, anche utilizzando i poteri che il sottoscritto ha come Commissario straordinario, ha posto in essere alcuni interventi di riqualificazione e di bonifica dell’intero affaccio al mare, interventi che con l’Ente Porto in vita andrebbero immediatamente vanificati con un gravame sulla città che è sicuramente insopportabile. Sono convinto – ha aggiunto il sindaco – che il presidente Lombardo questo problema lo voglia risolvere, atteso che è necessaria una concertazione con le Autonomie locali, che in questa ultima fase, in seguito alla sentenza, non c’è stata per i tempi stretti. Però è chiaro che un segnale da parte del Governo deve arrivare, e soprattutto un segnale da parte del governatore che, dandoci contezza del proprio interessamento e avendo la necessità di approfondire, tuttavia, non può misconoscere che in questa fase storica si ha bisogno di interventi tempestivi, e che la mancanza di questi ultimi comporterebbe quel danno al quale ho fatto riferimento. Ma vi è più: comporterebbe anche la possibilità, in questa fase, di ulteriori fatti speculativi che si stanno profilando all’orizzonte».

(foto Sturiale)

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