A Palazzo Zanca le alleanze "alternative" non decollano

A Palazzo Zanca le alleanze “alternative” non decollano

A Palazzo Zanca le alleanze “alternative” non decollano

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venerdì 24 Giugno 2011 - 12:06

In Consiglio comunale, i dissidi tra Udc e Pdl non hanno ancora aperto la strada ad accordi alternativi in grado di fare la differenza numerica. Tutto a discapito dei lavori in aula, lenti e spesso inconcludenti

In Consiglio comunale si gioca quasi a bocce ferme.
Nelle ultime tre sedute, compresa quella di ieri sera, sono stati votati solo tre emendamenti o meglio 2 emendamenti ed un sub-emendamento . I lavori del Civico Consesso , da due settimane chiamato a discutere sul Piano paesaggistico- precisamente sulla delibera, firmata dall’assessore all’urbanistica Pippo Corvaja, di presa d’atto delle osservazioni presentate dall’amministrazione comunale all’atto regionale che mira alla salvaguardia del territorio, ponendo precisi vincoli di edificabilità – procedono a rilento, impantanati come sono a causa delle divisioni all’interno del centro-destra, colazione di maggioranza che sembra esistere omai solo sulla carta. La guerra tra Pdl e Udc ha assunto i contorni di una telenovela senza fine e non fa più nemmeno notizia, se non quando – come nel caso dell’elezione di Greco (appartenente al gruppo “Il Centro con D’Alia”) a presidente della Commissione servizi sociali – viene improvvisamente interrotta dai caporal maggiori (nel caso specifico Cilento dell’Udc e Nicolosi del Pdl ) per firmare una pace provvisoria, con annessa spartizione non di territori ma di poltrone. C’è poi il Fli, in eterno conflitto con gli ex “fratelli” azzurri, che attraverso Pergolizzi, unico consigliere quasi sempre presente in aula consiliare (Trischitta e Canfora evanescenti) lancia bombe provocatorie un po’ a destra e un po’ a sinistra, prendendo di mira anche il partito democratico, che ieri ha disertato quasi in massa la seduta del Consiglio comunale, dove – va detto- rispetto al partito di Fini può però far valere il peso dei numeri. E’ toccato all’onnipresente Gennaro il compito di spiegare che il Pd non è più disposto a fare da stampella al centro-destra, anche con la sola presenza in aula. Atteggiamento di rivalsa indirizzato soprattutto ai colleghi del partito di Casini, con cui il rapporto non riesce a decollare ,nonostante qualche ammiccamento, e che anzi si è recentemente incrinato proprio in occasione dell’elezione della presidenza della commissione servizi sociali, vissuta dal Pd – che chiedeva di temporeggiare in vista di una rimodulazione di tutte le commissioni – come una imposizione, scorretta dal punto di vista politico ed illegittima sotto il profilo del regolamento. Insomma , al Comune non solo non esiste più una coalizione di centro-destra, ma all’orizzonte non si intravede – contrariamente a quanto sta invece accadendo a Palazzo dei Leoni- neanche il barlume di quel Terzo polo che a Roma e a Palermo si propone come alternativa a Berlusconi ed ai suoi alleati. Indefinito ed indefinibile anche il ruolo dell’Mpa, che in quel di Palazzo Zanca conta tre esponenti, il presidente del Consiglio Previti, Restuccia e Tamà, ai quali fa da “compagno di banco” Ivano Cantello – appartenente a Sicilia vera e da sempre Cateno De Luca- dipendente- ultimamente sempre più vicino alla coppia (politica) di fatto Melazzo-Pergolizzi, all’interno della quale più che del terzo incomodo fa la parte del terzo disturbatore, salvo doversi ritirare in buon ordine in caso di richiami dall’alto . Corrono, infine, da soli Caliò del Pid; Carreri di Risorgimento messinese; Saglimbeni e Serra, transitati al Gruppo Misto.
Stando così le cose, le delibere che arriveranno in Consiglio comunale sono destinate a rimanerci per settimane, probabilmente anche quelle che riguardano il bilancio consuntivo (per il quale è già stato nominato un commissario ad acta), il bilancio previsionale (ancora in alto mare e tutto da scrivere ) e la liquidazione dell’Atm, che approderà in aula con il bollino rosso della commissione partecipate.
Il centro-destra si sfalda, il terzo polo non decolla, il Pd gioca una partita solitaria. E’ difficile prevedere quali saranno le conseguenze politiche di questa situazione stagnante. Intanto, giusto per non smentirsi, la seduta di stasera del Consiglio comunale , rinviato a 24 ore, non si è neanche potuta aprire per il mancato raggiungimento del numero legale. Il record negativo è battuto: 4 convocazioni e soli tre emendamenti all’attivo. Questa sì che è la politica del fare… (Danila La Torre)

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