Pd: il porticciolo alla Rada San Francesco. Includere la zona jonica nella Zps

Pd: il porticciolo alla Rada San Francesco. Includere la zona jonica nella Zps

Pd: il porticciolo alla Rada San Francesco. Includere la zona jonica nella Zps

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martedì 12 Luglio 2011 - 11:52

Il segretario Grioli e il responsabile ambiente Tignino propongono azioni mirate alla sviluppo delle potenzialità territoriali. Sul “caso” del porticciolo turistico di Grotte, se ne propone il trasferimento alla Rada attualmente occupata dagli approdi dei traghetti privati

Proposte volte alla ricerca di soluzioni di sviluppo concrete e realizzabili in tema ambientale. Questo l’obiettivo del documento stilato dal segretario cittadino del Partito democratico Peppe Grioli e dal responsabile ambiente Saverio Tignino, in cui vengono elencate tre linee guida, riguardanti la revisione delle zone a Protezione Speciale, la discussa realizzazione del porticciolo turistico di Fiumara Guardia e la nuova delimitazione del territorio comunale ai fini dell’ottenimento dei finanziamenti europei per il piano di sviluppo rurale.

Partendo dalla Zps, per il Pd andrebbero promosse azioni mirate ad aumentare la consapevolezza delle potenzialità del territorio, delle quali potrebbe giovarsi l’intera città ma che, attualmente, sostengono i rappresentanti politici «sono mortificate a causa delle modalità di istituzione della Zps e per le diverse incongruità rilevabili nella perimetrazione e nel Piano di Gestione». Da qui la richiesta di una revisione dell’attuale definizione dei confini, aumentandone l’estensione in maniera tale da ottimizzare la tutela ambientale mediante l’inclusione della zona ionica messinese oggetto di fenomeni dei dissesti e del degrado idrogeologico. A ciò si aggiunge però anche la necessità di attivare azioni divulgative presso le comunità locali al fine di spiegare le potenzialità economiche e di salvaguardia ambientale offerte dalla Zps,

Immancabile il riferimento ad uno degli argomenti caldi degli ultimi giorni, ovvero la realizzazione del porticciolo turistico. La proposta del Pd si inserisce verso un’ipotesi di rielaborazione del progetto del Porticciolo spostandolo nella Rada di S. Francesco in maniera tale da avere una struttura contestualizzata in un ambito già dotato di infrastrutture (parcheggi, aree di accesso, servizi ai diportisti) ed urbanizzato ed evitando così “di aumentare la pressione antropica lungo la Riviera Nord, peraltro considerevolmente aumentata negli ultimi anni, contenendo l’impatto ambientale visto che non si inciderà sulle praterie di Poseidonia (habitat prioritario in Zps)”

Ultimo punto, ma non certo per importanza, una diversa delimitazione dei confini del territorio comunale ai fini del Piano di Sviluppo Rurale. Attualmente, infatti, i vincoli presenti, rendono Messina un territorio ricadente in Zps e, contemporaneamente qualificato quale Area Urbana, con conseguente esclusione dai benefici previsti nel Piano di Sviluppo Rurale. Sull’argomento, di recente (vedi correlati) è intervenuta la Confederazione Italiana Agricoltori, chiedendo un sopralluogo da parte del dipartimento regionale competente per valutare la possibilità di un reinserimento dei territori messinesi nel Psr 2007-2013 che consenta di accedere ai fondi europei. Della questione, negli scorsi mesi, si è occupato personalmente la dott.ssa Barresi, dirigente del Dipartimento interventi strutturali dell’assessorato regionale risorse agricole e alimentari, che (vedi articolo correlato) ha effettuato i sopralluoghi richiesti nei territori della provincia peloritana, attestando la necessità di far rientrare anche i comuni peloritani nel Psr ed attingere così agli strumenti di finanziamento europei.

«A nostro avviso – scrive il Pd – nelle colline bisogna favorire insediamenti abitativi estensivi e non intensivi al fine di garantire il presidio ed il controllo del territorio. In pratica se un cittadino decide di acquistare un ettaro di terreno in collina per costruire una casa rurale deve essere obbligato a prendersi cura del terreno di pertinenza del proprio lotto. Oggi, invece, accade spesso che si autorizzano complessi edilizi invasivi mentre vengono osteggiati interventi estensivi che sarebbero utili per la tutela e messa in sicurezza del territorio». (EDP)

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