Politiche sociali. La Cgil: "Cogliere opportunità dei fondi strutturali"

Politiche sociali. La Cgil: “Cogliere opportunità dei fondi strutturali”

Politiche sociali. La Cgil: “Cogliere opportunità dei fondi strutturali”

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martedì 20 Giugno 2017 - 00:58

I dati generali indicano come le risorse per il sociale sul piano nazionale hanno subito un taglio di oltre il 70% negli ultimi 5 anni e come il servizio sanitario ha subito tagli lineari al finanziamento di circa 30 miliardi

Va colta integralmente la grande opportunità dei Fondi strutturali del Pac per strutturare il sistema territoriale di interventi sociali in un'ottica di programmazione integrata con le risorse ordinarie e di efficienza gestionale”, questo uno degli aspetti nodali del sistema di welfare territoriale su cui si soffermano il segretario generale della Cgil di Messina Giovanni Mastroeni e il responsabile del Dipartimento politiche sociali Gaetano Santagati.

In questi anni – come denunciato dalla Cgil – le risorse per le politiche sociali e per il finanziamento del welfare sono state ridotte. “Le esigenze di contenimento della spesa pubblica – osservano Mastroeni e Santagati – con i tagli lineari ed i vincoli di spesa causati dal patto di stabilità, le difficoltà nei rapporti istituzionali, l’incapacità di innovare interventi e servizi, il carente ed a volte inesistente coinvolgimento degli attori sociali sono ricadute proprio sulle politiche socio sanitarie con pesanti riduzioni delle risorse a svantaggio delle famiglie più in difficoltà e delle fasce più deboli della popolazione come anziani, giovani, disabili, bambini”.

I dati generali indicano come le risorse per il sociale sul piano nazionale hanno subito un taglio di oltre il 70% negli ultimi 5 anni e come il servizio sanitario ha subito tagli lineari al finanziamento di circa 30 miliardi. Ciò – si sottolinea – ha mortificato motivazioni e depauperato professionalità degli operatori del settore, per i quali le condizioni e prospettive di lavoro diventano sempre più difficili. Servono interventi per rendere il nostro welfare, efficace ed equo che affrontino la nuova domanda di promozione e protezione sociale e sanitaria.

Una delle proposte della Cgil per la richiesta di ampliamento del sistema di welfare, al fine di garantire servizi adeguati ai bisogni dei cittadini e livelli occupazionali, va nella direzione del pieno utilizzo dei fondi PAC che stanzia consistenti risorse per l’assistenza domiciliare agli anziani e i servizi per la prima infanzia del Mezzogiorno. Ciò anche in vista della nuova programmazione dei fondi europei 2014-2020 che orienteranno risorse aggiuntive a quelle nazionali nel campo delle politiche sociali. I diversi fondi europei possono finanziare direttamente o indirettamente interventi sociali. A tal proposito si rende necessario un forte presidio a livello regionale e territoriale, che non riguardi esclusivamente la gestione delle risorse ma anche soprattutto la qualità e la quantità dei progetti presentati per il finanziamento.

L'ampliarsi del disagio sociale e le crescenti disuguaglianze anche per via delle politiche del lavoro dei Governi che hanno precarizzato le condizioni di vita, a fronte dell'arretramento della rete dei servizi, impongono con urgenza di porre al centro dell'azione amministrativa e politica il sistema di welfare. “Le risorse per le politiche di welfare se correttamente utilizzate e orientate, rappresentano veri e propri investimenti che producono più posti di lavoro e servizi più qualificati”, fanno presente Mastroeni e Santagati.

A livello territoriale – sottolineano inoltre Mastroeni e Santagati – si tratta di creare le condizioni affinché si affermi sempre più la correlazione tra le politiche di assistenza sanitaria e di sostegno sociale orientando così le risorse su obiettivi più precisi e per favorire maggiormente qualità, accessibilità, umanizzazione, continuità, adeguatezza delle risorse.

Per la Cgil davanti a un contesto di erosione del reddito da pensione, aumento della pressione fiscale, crollo del potere d’acquisto delle pensioni, abbassamento della qualità di vita, di sicurezza e dell’ambiente, riduzione dei servizi alla persona, aumento del numero degli anziani in condizioni di indigenza e povertà si rende necessaria una contrattazione territoriale che introduca forme di progressività del prelievo fiscale, che scongiuri continui tagli alle prestazioni sociale delle fasce più deboli della popolazione, che metta in campo azioni di contrasto all’evasione fiscale attraverso l’istituzione di patti territoriali antievasione tra le amministrazioni comunali, le organizzazioni sindacali e l’Agenzia delle entrate del nostro territorio.

La costituzione – aggiungono il segretario della Cgil e il responsabile Politiche sociali – dell’osservatorio sui Bilanci comunali e l’Osservatorio sulla contrattazione sociale possono rappresentare gli strumenti più utili a nostra disposizione per realizzare una contrattazione sociale territoriale che sia davvero efficace ed incisiva.

Mastroeni e Santagati mettono anche in evidenza come gli ultimi dati del bilancio demografico 2016 dell'Ufficio statistica del Comune segnalano per la città di Messina l’invecchiamento della popolazione. Tornando a sottolineare come i residenti con un’età oltre 65 anni nel 1951 erano il 10%, nel 2016 sono oltre il 22%. La Cgil su questi temi svilupperà ulteriori iniziative in tutto il territorio.

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