San Pier Niceto, il sindaco: "Non sapevo nulla". Ma l'opposizione non ci sta

San Pier Niceto, il sindaco: “Non sapevo nulla”. Ma l’opposizione non ci sta

Redazione Tirreno

San Pier Niceto, il sindaco: “Non sapevo nulla”. Ma l’opposizione non ci sta

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giovedì 13 Luglio 2017 - 12:08

Il primo cittadino ha spiegato in Consiglio comunale di essersi sempre opposto a qualunque richiesta di disponibilità a ospitare migranti da parte della Prefettura. Ma, se a fare accoglienza è una struttura privata, non si possono mettere paletti. Poco convinte le opposizioni: "È grave che un sindaco, massima istituzione cittadina, venga tenuto all'oscuro di un fatto così importante"

È stato un Consiglio comunale tesissimo quello in cui ieri sera, a San Pier Niceto, si è discusso dei 15 migranti minori non accompagnati ospiti di una cooperativa sociale. Al centro del dibattito, la fatidica domanda: il sindaco Luigi Calderone sapeva degli arrivi o, come da lui dichiarato, ne è stato messo al corrente soltanto a giochi fatti?

Il sindaco scavalcato
Per chiarire la sua posizione, il sindaco Calderone ha portato in Consiglio tutti gli atti con cui, per 5 anni, ha negato alla Prefettura la disponibilità di strutture sul territorio adatte a ospitare migranti. Una posizione che, secondo il primo cittadino, avrebbe spinto la cooperativa Sirio – che gestisce la struttura in cui sono ospiti i ragazzi – e la Prefettura a trascurare la cortesia istituzionale, evitando così ulteriori resistenze. Calderone ha anche letto la missiva spedita alla Prefettura, in cui si manifesta disappunto proprio per il mancato coinvolgimento in una vicenda così sentita dalla comunità.

Di diverso avviso l’opposizione che, pur non negando la buonafede del sindaco, ha spesso insistito sul rapporto di amicizia – e qualche volta anche amministrativo – esistente tra il proprietario della cooperativa e l’attuale amministrazione. “Fa specie che l’amministrazione sia stata tenuta all’oscuro di un fatto del genere da un amico” – ha incalzato Elisabetta Formica – “forse è davvero così, ma ci chiediamo allora quale sia l’autorità di un sindaco che, su questioni del genere, viene messo da parte”.

Una storia già scritta
Secondo il consigliere di opposizione Francesco Nastasi erano note da mesi voci sull’arrivo dei migranti in paese. Una convinzione che ha come corollario il fatto che, almeno informalmente, l’amministrazione sapesse già prima delle elezioni del possibile arrivo di ospiti. Potrebbe però esserci una spiegazione logica. Vista l’emergenza migranti, è stato stabilito per legge che a ogni comune toccherà una quota in proporzione alla popolazione; a prescindere dalla volontà del Comune, dunque, la Prefettura potrà imporre la presa in carico dei migranti. Entro qualche anno, tutti i Comuni dovranno dotarsi di uno Sprar o di un Centro di accoglienza. È probabile che il consigliere Nastasi si riferisse a queste voci. La questione è però parallela a quella della cooperativa Sirio, che è una struttura privata con autorizzazione regionale, e non ha dunque i vincoli e le responsabilità del pubblico.

E la sicurezza?
Molto sentita in Consiglio è stata la questione dei possibili rischi connessi alla presenza dei migranti. “Non sono razzista, ma cosa ne sappiamo delle condizioni sanitarie di questi ragazzi? Sono stati controllati? Hanno a disposizione dei soldi per effettuare piccole spese personali? Se fossero allo sbando, senza soldi, sarebbe inevitabile una deriva verso la criminalità” – ha spiegato il consigliere di minoranza Pietro Insana. A rispondere è stato l’assessore Francesca Pitrone: “I ragazzi sono ospitati in seconda accoglienza, quindi sono già stati identificati e visitati per i dovuti accertamenti sanitari. La legge indica il percorso di questi ragazzi dallo sbarco alla loro distribuzione sul territorio nazionale, oltre agli obblighi delle cooperative che li prenderanno in carico. La cooperativa deve garantire una permanenza dignitosa ai ragazzi, e ha la possibilità di erogare un pocket money che eviti fenomeni di accattonaggio. In quanto Comune, abbiamo l’obbligo di verificare che la coop rispetti queste condizioni. E svolgeremo sino in fondo il nostro compito”.

Ma basta migranti
Su un punto, però, c’è stata una convergenza tra maggioranza e opposizione: no a nuovi arrivi. Dal punto di vista pubblico, si tratta di una scommessa politica. Ben più difficile sarà impedire eventuali nuovi arrivi nelle strutture private. “Se un privato ha scelto di fare business con l’accoglienza, chi ci garantisce che non continuerà su questa strada o che altri non seguiranno le stesse orme?” – le perplessità dell’opposizione. Una risposta certa è impossibile, ma il sindaco si è impegnato a impedire nuovi arrivi: “Dialogheremo con la cooperativa e sorveglieremo che tutto si svolga regolarmente” – ha concluso Calderone – “sono sicuro che non arriveranno altri ragazzi. E, se dovessero esserci problemi, chiederemo la revoca dell’autorizzazione alla cooperativa”.

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