Il presidente della regione ha invitato i sindaci dei Comuni senza bilancio a ricorrere contro la norma che ne sancisce la decadenza: "Il Cga ha confermato l'incostituzionalità della norma; sarà facile vincere i ricorsi e tornare ai propri scranni"

“La norma è incostituzionale; i sindaci facciano ricorso, e lo vinceranno. Come è giusto che sia”. Non ha dubbi Rosario Crocetta, che ha commentato così l’avvenuta decadenza di sette sindaci siciliani nei Comuni senza bilancio. La decisione è frutto di un parere del Consiglio di giustizia amministrativo, che ha confermato la retroattività della norma voluta dall’Ars. Ma, secondo il presidente della regione, il Cga avrebbe anche confermato l’illegittimità della norma.

“È assurdo che un sindaco possa essere sfiduciato senza una maggioranza qualificata e senza un’apposita mozione di sfiducia” – insiste Crocetta – “di fatto siamo di fronte a una forma subdola di sfiducia, che consente a chi non vuole il bene di un Comune di speculare sui bilanci per far cadere un’intera amministrazione. Una norma antidemocratica e schizofrenica, per cui bisognerebbe chiedere spiegazioni ai deputati regionali che l’hanno proposta e approvata”.

Per il presidente della regione la soluzione migliore è il ricorso, già avanzato dai sindaci in collaborazione con l’Anci: “Il Cga, pur precisando che non sono io a dover fare ricorso ma i diretti interessati, ha confermato che la norma presenta profili di incostituzionalità; si tratta di un parere che mi fa ben sperare. Sono convinto che i sindaci torneranno al loro posto, e che sarà ristabilito un principio essenziale della democrazia”.