Reggio / Arriva il Reddito di libertà: destinatarie, le donne vittime di violenza

Reggio / Arriva il Reddito di libertà: destinatarie, le donne vittime di violenza

Redazione

Reggio / Arriva il Reddito di libertà: destinatarie, le donne vittime di violenza

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mercoledì 17 Novembre 2021 - 17:45

L'annuncio da parte degli assessori comunali Delfino (Welfare) e Palmenta (Politiche di genere): «L’obiettivo è sostenerne l'indipendenza economica»

REGGIO CALABRIA – Si chiama Reddito di libertà ed è un sussidio garantito, anche dal Comune di Reggio Calabria, alle donne vittime di violenza.

Al più, 400 euro mensili per 12 mesi

I dettagli della misura, apparsa sull’Albo pretorio dell’Ente dopo la pubblicazione della circolare da parte dell’Inps, li forniscono gli assessori al Welfare, Demetrio Delfino, ed alle Politiche di genere, Giuggi Palmenta: «Il Reddito di libertà – spiegano – rappresenta un passo avanti sul terreno dei diritti e della civiltà. È rivolto alle donne vittime di violenza in condizione di particolare vulnerabilità, sole o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza.

Demetrio Delfino, assessore comunale al Welfare

L’obiettivo è di contribuire a sostenerne l’indipendenza economica, con riguardo prioritariamente alle spese per assicurare la riacquisizione dell’autonomia personale e abitativa nonché sostenere il percorso scolastico e formativo dei figli e delle figlie minori. L’ammontare del sussidio economico è pari alla misura massima di 400 euro pro-capite su base mensile per un massimo di dodici mensilità».

Requisiti

«Al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio – continuano gli assessori – occorre essere in possesso della cittadinanza italiana oppure di uno Stato dell’Unione Europea, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero essere cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo o di una delle carte di soggiorno per familiari extracomunitari di cittadini dell’Unione europea; residenza in Italia; della dichiarazione firmata dal rappresentante legale del Servizio sociale professionale di riferimento territoriale – che attesti lo stato di bisogno legato alla situazione straordinaria o urgente – e la dichiarazione firmata dal rappresentante legale del Centro antiviolenza che ha preso in carico la stessa».

L’iter

«In ogni caso – specificano gli amministratori ripercorrendo alcuni passaggi dell’avviso pubblicato dagli uffici di settore – per essere ammesse al beneficio, le donne vittime di violenza devono farsi rilasciare, dal centro antiviolenza, la dichiarazione che attesti il percorso di emancipazione e autonomia intrapreso e, dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale, la dichiarazione che ne attesti la condizione di bisogno straordinaria e urgente. Soltanto successivamente, l’interessata, direttamente o per il tramite di un legale rappresentante, deve presentare il modello di domanda, corredato con la documentazione specifica ed un documento di riconoscimento, al Comune tramite Pec all’indirizzo: minori@pec.reggiocal.it che provvederà all’inoltro della domanda attraverso la piattaforma “Prestazioni Sociali” del Portale Inps».

Momento evocativo

«L’intervento – affermano ancora i due componenti della “squadra” di Giuseppe Falcomatà a Palazzo San Giorgio – oltre che essere un aiuto concreto ed un incentivo affinché le vittime denuncino, assume una valenza simbolica considerato che arriva a ridosso del 25 novembre, data da non dimenticare perché celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne». Una data indiscutibilmente evocativa.

«È obbligatorio, dunque, elevare a sistema ogni misura utile per contenere e reagire ad un’illogicità e ad una barbarie rispetto alle quali nessuno deve e può rimanere indifferente – ribadiscono Palmenta e Delfino -. Noi, come sempre, siamo al fianco delle vittime perché condotte abominevoli e scelerate abbiano per sempre a finire».

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