Rete idrica a Messina. L'Amam chiede al Ministero 83 milioni

Rete idrica a Messina. L’Amam chiede al Ministero 83 milioni

Marco Ipsale

Rete idrica a Messina. L’Amam chiede al Ministero 83 milioni

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venerdì 31 Gennaio 2020 - 07:00

Nel piano operativo triennale opere per 141 milioni, di cui 58 già finanziate. Amam e Comune di Messina chiedono al Ministero la parte restante

MESSINA – L’anno scorso la promessa da parte del sindaco Cateno De Luca: entro tre anni acqua 24 ore su 24 in tutta la città. Perché avvenga, però, servono importanti interventi strutturali.

Ieri l’Amam ha presentato al Ministero dell’Ambiente il Pot, Piano operativo triennale da oltre 140 milioni, allegando tutti i progetti necessari per rinnovare le reti idriche e fognarie. La richiesta di finanziamento, considerate le opere già finanziate, è di circa 83 milioni.

L’Amam ha già conferito gli incarichi ai propri uffici per le progettazioni esecutive per la sostituzione di tutte le reti di distribuzione e per l’adeguamento di tutti gli impianti di depurazione.

53 MILIONI PER IL SETTORE IDRICO (DI CUI 11 GIA’ FINANZIATI)

Nel piano, per il settore idrico, interventi da 53 milioni, di cui quasi 5 già impegnati per lavori in corso (1,7 milioni a Forza d’Agrò e quasi 3 milioni per manutenzione straordinaria impianti che consentirà recupero perdite e minori costi). Sono poi esecutivi e cantierabili i due progetti, per un totale di oltre 6 milioni, per la vulnerabilità strutturale dell’acquedotto Fiumefreddo e per il recupero del serbatoio Montesanto.

La parte più grossa, circa 42 milioni, non ha ancora i progetti pronti: in particolare, ci sono progetti preliminari da 35 milioni per una nuova rete di distribuzione (20 in zona sud e 15 in zona nord) ed è in fase di redazione la progettazione esecutiva. Preliminare anche il progetto da 6 milioni di rifacimento costiera, mentre quello da 1 milione sulla vulnerabilità naturale del Fiumefreddo è ancora in pre fattibilità. Definitivo, invece, un piccolo progetto da 250mila euro per la manutenzione straordinaria dei serbatoi.

70 MILIONI PER IL SETTORE FOGNARIO (DI CUI 40 GIA’ FINANZIATI PER IL DEPURATORE DI TONO, 3 PER IL DEPURATORE DI MILI e 3 PER ALTRE OPERE)

L’opera più grossa è il depuratore di Tono, già finanziato per 40 milioni. Finanziata, con 3 milioni, anche la manutenzione del depuratore di Mili. Ci sono, poi, tre lavori in corso: manutenzione straordinaria degli impianti fognari (2 milioni 184mila euro); adeguamento pompe di sollevamento di riserva (450mila euro); ottimizzazione situazione ambientale-normativa in via del Carmine e piazza d’Armi (410mila euro). E un intervento concluso alle pompe di sollevamento Santa Cecilia, da 260mila euro.

Altro grosso progetto, da 16 milioni e mezzo, è esecutivo e riguarda il risanamento dei bacini dei torrenti. Definitivo, invece, il progetto da 1 milione e 100mila euro per il collettore fognario Cassina. Ancora solo in fase di fattibilità, infine, un progetto da 6 milioni per i depuratori di Mili e San Saba.

16 MILIONI PER ALTRE FONTI, RECUPERO PERDITE, COLLEGAMENTO ALLA RETE

C’è poi un progetto definitivo da 4 milioni e mezzo per la ricerca di nuove fonti ed altri progetti ad uno stato embrionale: 10 milioni per il collegamento alla rete esistente (pre fattibilità); 1 milione e 170mila euro per recupero perdite (fattibilità); 75mila euro per dissalatori (idea progetto).

2 MILIONI PER SERVIZI E TECNOLOGIE (DI CUI 1 IN CORSO)

Infine due progetti con appalto in corso (800mila euro per il sistema informativo aziendale e 50mila euro per il servizio qualità) e due a uno stato di pre fattibilità (1 milione per strumenti tecnologici e sensori e 40mila per investimenti telemetria).

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