Dieci motivi per cui è assurdo pensare di togliere il tram

Dieci motivi per cui è assurdo pensare di togliere il tram

Marco Ipsale

Dieci motivi per cui è assurdo pensare di togliere il tram

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lunedì 16 Luglio 2018 - 04:28

Il servizio va migliorato e ci sono i fondi per farlo. Eliminare la linea vorrebbe dire perdere tante possibilità

Sembrava una boutade, lanciata lì come quella del casinò a Palazzo Zanca, subito derubricata a provocazione. E invece il neo sindaco Cateno De Luca ci pensa davvero a eliminare la linea tranviaria, innescando un vespaio di polemiche in città tra i favorevoli (pochi) e i contrari (molti). Giusto ascoltare la voce di tutti ma il punto è che di trasporti deve occuparsene chi ne capisce di trasporti e così in ogni altro settore.

E chi ne capisce di trasporti non può far altro che protestare contro un’idea a dir poco balzana.

I motivi proviamo a riassumerli in dieci punti ma potrebbero essere anche di più.

  1. IL PROGRAMMA ELETTORALE

A giustificazione della scelta, il fatto che fosse prevista nel programma elettorale. I messinesi sono stati chiamati a scegliere tra due programmi, quello di De Luca e quello di Bramanti, che non potevano condividere integralmente. Alla fine De Luca è stato votato da 47mila 835 messinesi, vale a dire circa il 20 % dei cittadini. E anche in quel 20 % ci sarà chi non vuole si tocchi la linea tranviaria.

  1. LO SKYWAY (IL TRAM VOLANTE)

Un progetto mai realizzato al mondo, che comunque avrebbe ovviamente dei costi elevati sia di realizzazione sia di manutenzione, come ce li ha il tram o forse superiori, e che dovrebbe riuscire ad avere, con un grande punto interrogativo, lo stesso numero di passeggeri del tram. E anche se ci riuscisse, il bacino d'utenza non sarebbe comunque sufficiente a reggere da solo il servizio, che avrebbe anch'esso necessità di contributi comunali. Il vicesindaco Mondello ha detto al collega Domenico Bertè che lo skyway “è già in corso avanzato di realizzazione a San Marino”. Ma non è affatto vero, basta cercare su Google “Skyway San Marino” per capire subito che c’è stato soltanto qualche incontro tra le parti.

3. I MEZZI SOSPESI E LE LINEE TRANVIARIE IN EUROPA

Qualcosa di simile di una certa lunghezza al progetto Skyway, in Europa, c’è in un’unica città, a Wuppertal, in Germania. ma è un sistema realizzato addirittura nel 1901, mentre ad oggi nessuno pensa seriamente di realizzarne di nuovi (VEDI QUI). Al contrario delle linee tranviarie, in Europa ce ne sono centinaia e se ne progettano ancora. Pensare che siano tutti stupidi è da presuntuosi.

4. LE PERDITE FINANZIARIE

De Luca ha detto che il tram perde circa 3 milioni all’anno, perché ne costa 5 a fronte di 2 di ricavi. Ma in questo conteggio, con un curioso esercizio di fantasia, esclude “i contributi ricevuti dallo Stato ed i corrispettivi ricevuti dal Comune, in quanto ritenuti non afferibili specificatamente al servizio tranviario”. E’ chiaro, però, che andrebbero considerati in quota parte e quelli statali sarebbero persi in caso di eliminazione del tram. Oltretutto il servizio pubblico non può basarsi esclusivamente su canoni economici perché ha un’importanza sociale ed il contratto di servizio con il Comune serve proprio a questo. Più della metà delle aziende di trasporto pubblico italiane sono in perdita ma non per questo pensano ad eliminare infrastrutture. Se gli utenti si sono triplicati negli ultimi quattro anni, c’è speranza per migliorare la situazione. Se invece si toglie un servizio, gli utenti diminuiranno e non si risolverà nulla, anzi il rischio è quello di incrementare il traffico privato.

5. GLI AUTISTI ED IL SERVIZIO SOSTITUTIVO DEL VECCHIO 28

La linea tranviaria, su sede dedicata, ha migliorato molto il servizio rispetto al vecchio “Velocittà”. Se il tram fosse eliminato, bisognerebbe tornare al passato e ripristinare il vecchio 28. E’ su questo servizio, quindi, che andrebbero a finire gli autisti del tram, non su altri bus. Senza contare che entro fine anno arriveranno 13 bus elettrici e poi altri 7, che qualcuno dovrà pur guidare. A meno che non si scelga di eliminare pure questi o altri più vecchi. Ma il parco mezzi ha un'età media bassa, al momento dieci anni, che con i nuovi mezzi diminuirà a otto anni. Un possibile spreco degli investimenti fatti negli ultimi anni.

6. SAREBBE UN GROSSO SPRECO DI DENARO PUBBLICO

La linea e le vetture tranviarie sono costate a fine anni '90 circa 150 miliardi di lire, il corrispondente odierno di circa 75 milioni di euro. Ma calcolando la rivalutazione monetaria sul sito dell’Istat, si arriva ad una somma di circa 113 milioni, ai quali aggiungere altri milioni per smantellare la linea.

7. L’INTEGRAZIONE CON LA METROFERROVIA

Pensare ad un tram volante quando esiste già un’infrastruttura sottoutilizzata, anch’essa costata decine di milioni, che copre mezza città è contro ogni logica. Tutta la zona sud aspetta da anni la possibilità di poter usufruire del servizio treno + tram con un biglietto unico ad un costo accessibile.

8. LA LINEA E’ MIGLIORABILE

Il percorso del tram è spesso finito sotto accusa. In particolare per la variante al progetto originario, che ha previsto lo spostamento da via Garibaldi alla cortina del porto. Senza voler entrare nel merito della questione, c’è da chiedersi quanto possa aver influito in negativo spostare il percorso di qualche decina di metri verso il lato mare. Per essere diretto, il tragitto avrebbe dovuto proseguire verso piazza Cairoli ma è pur vero che si sarebbe tagliata fuori la Stazione Centrale, snodo fondamentale di interscambio. Troppe curve lungo gli 8 chilometri da Annunziata a Gazzi ma si possono fare interventi correttivi, come bisogna pensare alla manutenzione delle vetture, che per anni è mancata.

9. I FONDI IN ARRIVO CHE SAREBBERO PERSI

Esistono fondi specifici per le linee tranviarie, come quelli deliberati dal Cipe alla fine dell’anno scorso per la tranvia di Messina. 11,4 milioni per il revamping delle vetture e per alcuni interventi sulla linea (VEDI QUI). Dagli attuali 8 mezzi si arriverebbe a 12, migliorando ancora il servizio. Altri 4 milioni dovrebbero arrivare dai fondi Poc Metro, utili per la manutenzione straordinaria e per definire finalmente su tutto il percorso i semafori intelligenti.

10. LE STRATEGIE BASATE SU TRAM E BUS ELETTRICI NEL NUOVO PIANO INDUSTRIALE

Il rinnovo tecnologico delle 12 vetture tranviarie è previsto anche nel nuovo piano industriale, al momento stoppato dalla bocciatura della rimodulazione del piano di riequilibrio. A quel punto, l'attesa media alla fermata sarebbe di appena 4 minuti, un servizio al livello delle eccellenze europee. Dalla linea tranviaria e dalla nuova servita dai bus elettrici, partirebbero i bus navetta verso il lato monte della città, lungo i grandi viali cittadini e verso i villaggi. Di conseguenza, aumenterebbe anche la frequenza di questi bus.

(Marco Ipsale)

8 commenti

  1. il tram è fondamentale, va potenziato semmai !!

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  2. ma perchè non prova prima a fare pagare tutti coloro e sono il 70% che viaggiano a gratis?

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  3. Il fatto che il vice sindaco si permetta di fare delle affermazioni sullo skyway di San Marino con tanta leggerezza, la dice lunga sulla considerazione che ha dei messinesi e della loro capacità di informarsi e trovate riscontri. Forse pensa che abbiamo l’anello al naso. Io ci sono stato fisicamente di recente e non mi sono accorto di nessuna opera in stato di realizzazione. E parliamo di San Marino, non di una megalopoli. Da quali fonti sono attinte queste informazioni? E perché non vengono verificate? Perché questo amore per le sparate ad effetto?

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  4. MessineseAttenta 16 Luglio 2018 08:53

    Tutto ha una sua logica.
    L’elettore medio di De Luca è il classico buddace messinese, per il quale la cosa più importante è la sua macchina, con la quale pretende di parcheggiare in terza fila davanti alla tabaccheria o al bar, dove potere gustare con calma una granita, fregandosene se i mezzi pubblici non possono camminare.
    Lui ha faticato una vita per comprarsi l’automobile ed è giusto che la usi anche per andare in bagno.
    In effetti, a discolpa di De Luca, bisogna dire che a Fiumedinnisi, con l’abolizione dei trasporti pubblici, compresa la linea tranviaria locale, il comune ha sanato il bilancio e, addirittura, è in attivo.
    Perchè non farlo a Messina?

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  5. Tony La Paglia 16 Luglio 2018 10:19

    Trovo assurdo voler eliminare il tram. Concordo pienamente sul fatto che bisogna invece fare uno sforzo per far pagare tutti i portoghesi che lo prendono “a gratis”. Per chi volesse approfondire un po’ sullo skyway invito a guardare questo sito https://skywayinvestgroup.com/en/ dove si potrà vedere che l’azienda che dovrebbe costruire il fantomatico tram volante non è altro che una società finanziaria e che non ha nemmeno un progetto in cantiere. Per confronto invito anche a guardare http://www.marconiexpress.it/ dove si possono trovare info sulla monorotaia sopralevata che si sta realizzando a Bologna. Per cortesia non prendeteci per scemi!

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  6. Opterei per un periodo di prova, cioè togliere le vetture del tram e fare transitare negli stessi spazi e con gli stessi orari dei normali BUS magari il 28 magari a dicembre gli autobus elettrici, dopo questo periodo mettere a raffronto i costi sia del tram sia del Bus e scegliere quello piu’ conveniente

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  7. Tram SI.
    Perché abbiamo speso tantissimo e significherebbe aver buttato danaro e sacrifici di un’intera città.
    Perché abbiamo già somme finanziate per il miglioramento: ora che abbiamo un’esperienza sappiamo meglio quali sono gli errori cui porre rimedio: possiamo correggerli e ottimizzare un progetto nato e cresciuta a fatica.
    Basta con le auto in città per andare a lavorare. Auto posteggiate otto ore sotto gli uffici.
    Il tram è una rottura per quelli che senza auto si sentono invisibili!
    Il tram passa, eccome! Il trasporto pubblico sta iniziando a dare fiducia e voi volete buttare tutto alle ortiche?
    Chi pensa che senza Tram ha più strada per andare in auto sbaglia. servirebbero le corsie preferenziali Nord-sud e viceversa.

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  8. Appunto, il servizio, che funziona, va semmai potenziato, cosa fattibile con pochi sforzi che avrebbero ricadute notevoli. La distruzione e la ricostruzione non convengono economicamente

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