Se il Commissario ha gli stessi “difetti” del politico

Se il Commissario ha gli stessi “difetti” del politico

Rosaria Brancato

Se il Commissario ha gli stessi “difetti” del politico

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giovedì 13 Febbraio 2014 - 00:00

Mentre l’Ars ancora discute sulla riforma delle province i commissari vengono prorogati per altri sei mesi. Un provvedimento inevitabile che fa comodo alla giunta in piena campagna elettorale per le Europee. Nessuno rimpiange la vecchia gestione, ma a volte, il confine tra un commissario ed un politico si fa sottilissimo con la differenza che ad un Presidente c’è sempre un’Aula che fa opposizione.

Le vecchie province erano fonte indubitabile di sprechi e i Consigli e le giunte provinciali facevano lievitare le spese come panettoni. La stagione dei Commissari ha però, tra i tanti vantaggi, un limite, che deve essere tenuto in considerazione quando si cade anche nella facile tentazione di farne “commissari for ever”: un uomo solo al comando senza alcun tipo di opposizione.

Così se ai Presidenti c’era sempre chi dai banchi dell’opposizione contestava o sottolineava sbavature e sviste , ai burocrati non c’è nessuno che faccia notare eventuali incidenti di percorso.

A Palazzo dei Leoni quindi possono accadere cose singolari senza che nessuno batta ciglio, eppure basta andare a curiosare nell’Albo Pretorio.

Nulla di trascendentale, ma piccoli difetti che a Ricevuto, Leonardi, Buzzanca o a chiunque altro non sarebbero mai stati perdonati.

Prendiamo il caso del Nucleo indipendente di Valutazione.

Con due delibere, la 58 e la 59 del 13 e del 15 novembre 2013, il Commissario della Provincia Filippo Romano decide l’avvio dell’iter, tramite avviso pubblico, per la nomina del Nucleo Indipendente di valutazione, i cui tre componenti saranno in carica, come si legge nel provvedimento “ per il periodo di 3 anni e comunque nei limiti della durata dell’incarico dell’organo conferente”, quindi fino a quando il Commissario resterà a Palazzo dei Leoni. I commissariamenti, peraltro, avrebbero dovuto cessare il 31 dicembre, quindi un avviso pubblico ad un mese dalla scadenza dell’incarico è già di per sé strano. Il destino degli Enti è ancora ignoto, le casse sono esangui, le funzioni incerte, tutti elementi che comporterebbero quanto meno una riflessione prima di procedere. Invece il bando viene pubblicato il 26 novembre, e, nella determina 41 dello stesso giorno viene stabilito un compenso annuo complessivo di 44 mila euro, senza però individuare alcun capitolo relativo all’impegno di spesa. Anzi, a piè di pagina, a penna, il dirigente Calabrò specifica “l’impegno di spesa che si dovrà adottare a conclusione delle selezioni dovrà necessariamente precedere le nomine”, per evitare l’insorgenza di diritti nei partecipanti e quindi contenziosi e debiti fuori bilancio che in un Ente come Palazzo dei Leoni sono una criticità pesante.

A dispetto di tutto ciò, quindi senza indicare prima il capitolo di impegno delle somme, il commissario Romano il 19 dicembre, con determina 46, nomina Antonino Saija, Loredana Zappalà e Caterina Moricca, per i quali però impegna per i dieci giorni di dicembre 1.230,00 euro quale rateo mensile per il 2013 (previsto nel cap.171 del bilancio di previsione 2013).

Ai maligni che si stanno chiedendo perché mai un componente del Nucleo di Valutazione debba incassare 400 euro in dieci giorni, rispondiamo che se li sono sudati tutti: nella seduta del 30 dicembre, durata dalle 11,30 alle 13.30 come da verbale, hanno dato parere favorevole all’approvazione del Codice di comportamento dei dipendenti della Provincia”. In due ore hanno incassato 400 euro per un parere favorevole….

Frattanto però il commissario Romano, forse accorgendosi che con le determine di nomina di pochi giorni prima aveva legato il “destino” temporale del Nucleo di valutazione al suo, specificando che l’incarico “dura nei limiti della durata dell’incarico dell’organo conferente”, il 31 dicembre, alla vigilia di Capodanno ed alla vigilia della sua scadenza, provvede a modificare, con delibera 149, proprio quel punto. Ed infatti si legge: il regolamento viene così modificato “Il Nucleo indipendente di valutazione è nominato per il periodo di 3 anni”, togliendo il resto della frase.

Se una piccola modifica di questo genere l’avesse fatta un politico, lasciando “in eredità” ai posteri i suoi nominati, (fatta salva la possibilità di revoca), sarebbero fioccate interrogazioni di protesta. Peraltro, come i cronisti di politica sanno bene, è proprio alle vigilia di Ferragosto, Natale e Capodanno, che fioriscono le determine e i provvedimenti più “invisibili”.

Quanto poi alla selezione, è chiaro che nessuno vuole mettere in dubbio l’operato di un commissario, ci mancherebbe, ci limitiamo a vedere chi sono i nominati.

Il presidente, Antonino Saija, già nucleo di valutazione dell’Ato idrico 3 Messina, e già nominato presidente del Nucleo di Palazzo dei Leoni dall’ex presidente Nanni Ricevuto, di recente si è avvicinato al Pd. La componente Loredana Zappalà, è componente dell’organismo di valutazione sia della provincia di Catania, che del Comune di Bronte, e fa parte della Commissione di certificazione dell’Università di Catania. Infine Caterina Moricca, già direttore generale del Comune di Licata, è stata presidente del nucleo di valutazione dell’Asi di Agrigento. Sulla gestione dell’Asi è intervenuta la Corte dei Conti con una serie di rinvii a giudizio nei confronti, tra gli altri, dell’ex presidente Stefano Catuara e dell’ex direttore generale Antonino Casesa. Tra gli atti del procedimento, tutt’ora in corso, si legge: “Il sistema illecito si estendeva ai mezzi di controllo dei dirigenti. Risulta che alla dottoressa Moricca, presidente del Nv, e al dottor Iacuzzo, veniva corrisposto un compenso di 4 volte superiore a quanto spettante. Per converso i componenti del Nucleo, cui venivano riconosciute ricompense illegittime e stratosferiche, sfornavano giudizi favolosi sull’attività di Casesa, Gibillaro e Callari”.

Giusto per fare un passo indietro, c’è da ricordare che uno dei primi atti firmati, la determinazione commissariale n°2 del 10 luglio 2013, è stato l’aumento del 50% dell’emolumento al segretario generale pro-tempore Maria Angela Caponetti.

Sono piccoli dettagli che fanno però capire come spesso il confine tra il “gesto politico” e quello “burocratico” sia molto sottile e come, alla fine, anche le gestioni commissariali finiscono con il diventare anche “politiche” con la differenza che non c’è alcuna forma di opposizione, neanche blanda, neanche finta.

I Commissari, si sa, rispondono solo a chi li ha nominati e questo, Crocetta, lo sa bene, così come lo sapeva Lombardo ed entrambi ne hanno fatto ampio ricorso.

Alla vigilia delle Europee e, forse, delle Politiche, alla maggioranza fa comodo in questo momento una proroga dei commissari a tappeto nelle ex province.

Nessuno le rimpiange, ma dopo un anno di parole è arrivato il momento di passare ai fatti e far vedere che cosa, al di là dell’annuncio, c’è di rivoluzionario nella riforma dei Liberi Consorzi.

Rosaria Brancato

3 commenti

  1. Gli enti da abolire sono le regioni che sono i veri centri di potere. Sono proprio questi enti che decidono le sorti di una città e che purtroppo diventano atti discrezionali del governatore. La Regione Sicilia, con la scusa dello Statuto speciale, compie al pari di Campania e Lazio, scelleratezze di ogni ordine e grado. Abbiamo già visto con il Comune cosa ha comportato il commissariamento di Croce, quanto è costato ai cittadini e che cosa (non) ha risolto. Messina ha una grande esperienza di commissariamenti, a cominciare da Sinatra e Sbordone, le cui esperienze non sono state certo positive.
    Giudizio di un cittadino, sicuramente opinabile e contrastabile.

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  2. Carissima Rosaria BRANCATO, per favore non chiamarli commissari, sono burocrati, come quelli, a cui alcuni azzeccagarbugli messinesi hanno spesso consegnato Messina, al posto di sindaci eletti dal popolo messinese sovrano, meglio un Sindaco mediocre che un Burocrate. Da anni pongo la domanda, CHI GOVERNA, a Roma, Palermo, Messina, LA POLITICA O LA BUROCRAZIA? A Roma e Palermo, fino ad oggi, con LETTA e CROCETTA la burocrazia, a Messina con RENATO sindaco e un Consiglio Comunale, finalmente libero da vincoli di maggioranza e opposizione, c’è un barlume di speranza per rispondere NO. Alla stampa, e quindi anche a te, tocca il ruolo di c e r b e r o.

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  3. Dividi et Impera 13 Febbraio 2014 13:06

    Caro Meriedit, non ti ho mai risposto direttamente sebbene abbia sempre avuto modo di arricchirmi dalle informazioni che precisamente documenti e rendi pubblici.
    Ebbene, quando chiedi chi governa mi piacerebbe che almeno un persona puntuale come te abbia il coraggio di indicare i cosidetti “poteri forti”. Mafia, massoneria, sistema finanziario, apparati militari e multinazionali senza dimenticare le strutture ecclesiastiche (che nella città dove vivo possiedono 13 degli immobili) che esistono e pesano molto più di noi che, stoltamente, dividendoci ne rappresentiamo il contraltare. Infatti, a potere forte deve per forza corrispondere potere debole. Ed anche così pecchiamo linguisticamente contro noi stessi. Il potere forte dovrebbe essere chiamato potere VIOLENTO viste le conseguenze che l’esercizio di tale potere manifesta con la coercizione alla morte. Bilanci militari alle stelle contro tagli persino a quei diritti che i nostri genitori hanno ottenuto al prezzo di una guerra mondiale. Morti e deportazioni al sud del mondo per inquinamento, bombe (anche d’acqua), banalissima sete, guerre, malattie incurabili solo per i poveri (…), sono la vera faccia del mostro dietro le cravatte.

    Renato non è Il Salvatore (e te lo dice uno che lo conosce da anni) anche se fa comodo pensarlo. Noi, the people, siamo potere solo se, avendo il coraggio di chiamare la cacca cacca, muoviamo come un sol uomo verso le nostre personalissime responsabilità. E la prima è l’onestà intellettuale.

    Scusate il lungo intervento. Buona giornata a tutti.

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