Sanità ai tempi del Covid: l'odissea di una donna tra liste d'attesa infinite e paure

Sanità ai tempi del Covid: l’odissea di una donna tra liste d’attesa infinite e paure

Francesca Stornante

Sanità ai tempi del Covid: l’odissea di una donna tra liste d’attesa infinite e paure

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venerdì 20 Novembre 2020 - 08:15

La storia di una signora di 68 anni che ad agosto fa una mammografia di controllo e scopre di avere un problema da approfondire. E inizia così l'odissea

Una storia che sembra surreale, ma che sicuramente in questo momento accomuna molte persone. Una vicenda che racconta quanto sia reale e grave il problema delle liste d’attesa troppo lunghe nella sanità siciliana. E’ una piaga che esisteva già prima del Covid. L’emergenza sanitaria in corso però rischia di peggiorare una situazione che già non brillava. Siamo a Messina. Una signora di 68 anni, sempre molto attenta alla prevenzione, nel mese di agosto fa una mammografia. Un controllo di routine che fa ogni anno e che a causa del Covid era slittato di qualche mese. La mammografia però questa volta rileva una massa sospetta sotto l’ascella. Il medico dunque ritiene necessari altri approfondimenti, dunque prescrive un’ecografia al seno. Ed è così che inizia l’odissea di questa donna. 

La prima chiamata al Cup

La donna chiama il Cup, il centro unico per le prenotazioni, e la prima data disponibile che le viene riferita è per luglio 2021. Praticamente quasi un anno di attesa. La signora spiega di essere disponibile a fare la visita ovunque, anche fuori città o fuori provincia. Ma nulla. Le viene riferito che non è possibile. Preoccupata per quella massa sospetta decide che non può aspettare un anno senza sapere cosa sia. Così cerca uno specialista privato e dopo una settimana fa regolarmente la sua vita. Pagando 90 euro. L’ecografia conferma la massa, dunque il medico decide che a quel punto è necessaria una visita ematologica. Serve chiamare di nuovo il Cup. Stavolta però la risposta è celere: dopo 15 giorni si reca a fare questa visita, ma all’ematologo non va bene il referto dell’ecografia fatta da un privato. Così chiede un consulto al senologo dell’ospedale e l’indomani fa una nuova ecografia. Senza dover aspettare luglio 2021. 

Servono altri controlli

Dopo la mammografia, l’ecografia, l’ematologo, il senologo e la nuova ecografia, serve il parere dell’oncologo. Stavolta avviene tutto all’interno dell’ospedale e pochi giorni dopo la donna viene visitata anche dall’oncologo. Il medico però chiede una tac. Prepara lui stesso l’impegnativa con prescrizione urgente. Nel frattempo siamo arrivati alla fine di settembre. La signora contatta ancora una volta il numero verde del Cup. La risposta? Prima data disponibile per la tac è gennaio 2021. Quattro mesi dopo. Nonostante l’urgenza della prescrizione. L’unica soluzione è rivolgersi nuovamente ad un professionista privato. E così nei primi giorni di ottobre fa anche la tac, ovviamente a pagamento.

A questo punto deve tornare a fare un controllo in ematologia, richiama il Cup e ottiene la visita dopo due settimane. Praticamente unica nota positiva del girotondo delle liste d’attesa. Dopo l’ecografia e la tac però il medico ritiene che serva anche una Pet. Anche stavolta prescrizione con urgenza. La signora richiama il numero verde, siamo arrivati a fine ottobre. Prima data disponibile 19 gennaio 2021.

Un’odissea che non è ancora finita. La donna sta cercando di capire se ci sarà la possibilità di farla prima anche fuori Messina. Altrimenti sarà costretta ad andare ancora in uno studio privato e a pagare almeno un centinaio di euro. 

Difficoltà ad avere una diagnosi

Il problema però non sono solo i soldi che sta spendendo. Il problema è che si tratta di una donna che è intrappolata in un limbo perché non riesce a sapere cos’ha. Ormai da tre mesi insegue una diagnosi. Un caso che mostra uno dei problemi acuiti dall’emergenza Covid: la difficoltà di accedere per la prima volta alle cure sanitarie, di avere una diagnosi. In questi mesi in tanti hanno rinunciato a fare controlli, anche quelli che magari prima si facevano solo per prevenzione. Chi si trova a iniziare un percorso deve combattere non solo con la preoccupazione per il proprio stato di salute, ma anche con queste lungaggini che scoraggiano chiunque. 

Nelle scorse settimane l’associazione “Donare è vita” ha lanciato un appello alla sanità regionale e messinese: “Non si muore solo di Covid”. Per non dimenticare che purtroppo, nonostante la pandemia che ci sta duramente provando, le altre malattie non sono andate in vacanza. E le risposte devono essere celeri.

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2 commenti

  1. Un abbraccio forte ed emozionato a tutte quelle persone che in questo momento hanno paura e si sentono arrabbiate e sole. Vorrei poter fare di più

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  2. Carlo Farinelli 20 Novembre 2020 13:32

    Purtroppo è triste constatare che ancora oggi la migliore medicina è l’aereo.
    Se si fosse recata in un centro specializzato in Lombardia, esponendosi ad un maggior rischio di contagio e con esborso di denaro, avrebbe avuto la diagnosi in una settimana.
    In bocca al lupo!
    Carlo

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