La replica alle accuse dell’Orsa: «Non si vuole tutelare i lavoratori ma danneggiare la casa di cura». Contro il sindacato anche 88 dipendenti della clinica: «Comunicati fatti non veri»

Continua a far discutere la decisione della commissione di garanzia di “stoppare” lo sciopero proclamato dall’Orsa per i lavoratori della Casa di Cura Cristo Re. Ma stavolta ad intervenire non è il sindacato, bensì la direzione della Casa di Cura stessa, furibonda con l’Orsa e coi suoi rappresentanti e “forte” dell’appoggio di gran parte del proprio personale. Secondo la direzione della clinica, la «cocente delusione» per la decisione della commissione di garanzia ha scatenato «una reazione incontrollata e spropositata», culminata in «dichiarazioni e comunicazioni calunniose, infondate e offensive nei confronti della Casa di Cura e dei sindacati confederati, accusati di collusione con “il padrone” per aver concordato una turnazione del personale, in via provvisoria e sperimentale, volta a cercare di privilegiare una maggiore presenza di infermieri professionali durante i turni di notte». E ancora, gli amministratori, ricorda la direzione, sono stati accusati di «comportamento antisindacale» ma soprattutto di «specifici reati quali quelli di aver costretto i lavoratori a firmare un documento (a difesa del posto di lavoro) e di averli costretti a subire un massacrante lavoro, tra l’altro non attinente la loro qualifica. Tali accuse infondate, offensive e calunniose formeranno oggetto di querela-denuncia contro i dirigenti sindacali firmatari del documento». Un atteggiamento che «non sembra possa tutelare gli interessi dei lavoratori ma sembra piuttosto diretto a danneggiare la casa di cura in tutte le sue componenti, lavorative ed amministrative».

La direzione allega al comunicato anche un documento, firmato da ben 88 dipendenti «senza alcun intervento o sollecitazione degli amministratori che non erano stati messi a conoscenza né del contenuto né dell’iniziativa». Un documento molto pesante nei confronti dell’Orsa, nel quale i lavoratori manifestano «pubblicamente la propria indignazione ed il proprio disappunto per la campagna diffamatoria avvenuta a mezzo stampa da parte di un sindacato che contravvenendo alle più basilari norme di vera lotta sindacale, anziché affiancare i lavoratori nel loro sacrosanto diritto al lavoro e lottare per renderlo sempre più sicuro e certo, si permette di pubblicare fatti non veri, che potrebbero minare alla base la qualità ed il valore, la dignità e la professionalità di tutti gli operatori della casa di cura Cristo Re che, da più decenni, con abnegazione, prestano la propria opera a favore della cittadinanza di Messina, della provincia messinese e delle province limitrofe.