Acr Messina, è ancora presto per cercare i colpevoli: serve unità per uscire dalle sabbie mobili

Acr Messina, è ancora presto per cercare i colpevoli: serve unità per uscire dalle sabbie mobili

Acr Messina, è ancora presto per cercare i colpevoli: serve unità per uscire dalle sabbie mobili

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lunedì 07 Novembre 2011 - 16:00

Il ko con il Marsala ha lasciato strascichi, ma c’è ancora tempo e modo per cambiare l’andamento della stagione. Basta prendere esempio dagli ultimi anni, ricordare quanto accaduto questa estate. Nessuno sta scappando dalle proprie responsabilità, tutti hanno il dovere di crederci

La sconfitta con il Marsala è una pillola amara da digerire per il Messina. Sono molteplici, svariati i motivi che hanno provocato il sorprendente ko. Ognuno è libero di individuare la principale causa: le scelte del tecnico, le motivazioni dei calciatori in campo, l’approccio alla gara, la partenza sprint degli avversari e chi più ne ha più ne metta. Il tonfo si è materializzato, ma è già lunedì e bisogno pensare al prossimo impegno di campionato. Analizzare le pecche può servire, criticare meno perché l’Acr, in questo momento, ha bisogno più di ogni altra cosa di unità. Quella stessa che ha permesso a tutti, calciatori, tifosi ed ambiente, di superare quei momenti bui che grazie a Dio sembrano essere alle spalle.

Alibi non ne ha nessuno, nessuno ne cerca. Bertoni, chiamato a dirigere l’orchestra dopo l’esonero di Pensabene, ha il dovere di ritrovare la strada perduta dopo la serie utile consecutiva collezionata. La squadra, dopo il pari di Ravagnese, aveva raccolto giudizi positivi per il gioco espresso. Qualcosa può essersi inceppato ma il tempo per rimettere in moto l’ingranaggio c’è. Basta mandare in campo chi è in forma davvero senza guardare alla carta d’identità. Conta lo spirito, la mentalità di sentirsi comunque parte del progetto giallorosso. Ecco perché serve supporto e compattezza.

Attaccare in questo momento Ciccio La Rosa non è saggio. La squadra, qualcuno dalla memoria corta forse lo ha dimenticato, è stata costruita in poco tempo. Le scommesse, i “soliti” nomi tirati fuori dal cilindro degli under, stanno evidenziando un rendimento positivo. I vari Rossi Pontello, Impagliazzo, Caldarella, Coulibaly, Agate. I giovani sono alla base di una squadra competitiva in D e le risposte su questo fronte sono arrivate. Certo per qualcuno potrebbe auspicarsi un maggiore impiego, ma lo spazio ci sarà. Coraggio delle scelte permettendo.
Sotto processo sono finiti Corona e Ferraro. Alzi la mano chi non ha gioito questa estate per il loro ingaggio. Se poi entrambi non riescono a rendere per come sperato, dopo i gol messi a segno in Lega Pro, riteniamo che le colpe di La Rosa siano limitate. Anche in questo caso contestare va bene, il tifoso ha il diritto di farlo. Ma nessuno sta scappando dalle proprie responsabilità, almeno ufficialmente. Ecco perché serve rabbia, ma immediatamente dopo, ancora sostegno.

“Dalle prossime due trasferte ci aspettiamo sei punti. Se non arriveranno ridimensioneremo i nostri obiettivi e molti giocatori che hanno deluso andranno a casa alla riapertura del mercato”. Queste dichiarazioni sono di Lello Manfredi, l’attuale presidente dell’Acr. Chiaramente prende la questione di petto, capisce il momento e prova a scuotere l’ambiente. A nessuno piace perdere e tutti sono consapevoli che servono prove di altra natura per vincere il campionato. I rimpianti crescono perché con una vittoria, la classifica sarebbe divenuta davvero allettante. Ma al contempo non siamo poi così distanti dalla vetta. Bisogna tenere duro e cercare di raccogliere subito punti, fin dalla prossima trasferta calabrese contro la Valle Grecanica.

Non è il momento di cercare colpevoli. Errori sono stati commessi, è evidente, ma adesso serve concentrazione per non ricascarci. D’altronde è impensabile cambiare tutto ogni tre settimane. Bisogna guardare avanti, lottare per fare meglio, intervenire laddove le cose non vanno. Trovare la svolta in corsa è possibile. Tra le difficoltà, pubblico e squadra, negli ultimi anni sono riusciti ad unirsi generando un feeling incredibile. Conquistando risultati, regalandosi emozioni, arrovellandosi per le penalizzazioni senza le quali il Messina avrebbe potuto spiccare il volo. Eppure alle spalle non c’era nulla, né uno straccio di solidità societaria, nessuna garanzia per il futuro. Adesso che finalmente la dirigenza è messinese che facciamo? Gettiamo tutto alle ortiche? E’ vero, sono cambiate le aspettative da “ieri” ad oggi. Forse il carro, quello dei vincitori, si è riempito prematuramente, troppo in fretta. Ma dalle sabbie mobili, lottando insieme e remando tutti verso l’alto, ci tireremo fuori. Forza Messina!

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