La capolista eccolo qua, con i piedi per terra

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martedì 30 Ottobre 2012 - 02:37

La vetta è la prova che le critiche a Catalano erano assolutamente premature. Il Messina esulta, ne ha la ragione, ne aveva necessità. Ma il cammino è ancora lungo

Lo avevamo scritto qualche settimana fa. Basta guardare gli articoli di commento alle partite del Messina contro Montalto e Paternò. Quelle parole testimoniano che avevamo ragione, aveva ragione la società. Bisognava avere pazienza e i risultati sarebbero arrivati, le vittorie e la testa della classifica. Che le critiche a Catalano erano assolutamente premature. Non ingiustificate, ma premature. Fino ad oggi giusto per l’ambiente esultare. Bello godersi il momento e gioire per il primo posto guadagnato con la vittoria di misura sulla Vibonese firmata Ignoffo.

Ma come appena tre settimane fa dicevamo che l’Acr aveva bisogno di trovare un equilibrio, tattico e nella reciproca conoscenza delle caratteristiche tecniche, adesso crediamo che bisogna mantenere ben saldi i piedi in terra. Giusto l’entusiasmo, godere della vetta, ma occhio perché il campionato è ancora molto lunga e serve non abbassare la guardia. Il cambio modulo sollecitato da più parti per la mancanza di sbocchi alla manovra, specie con Leon in campo, è servito a dare fiducia ai calciatori che hanno risposto alla grande alle sollecitazioni del tecnico Catalano.

La sfida con il Palazzolo, nella quale il Messina aveva fatto la partita perché superiore nei valori, è stata diversa da quella con la Vibonese. Le condizioni metereologiche e l’atteggiamento della compagine calabrese, che si è presentata al San Filippo per disputare una gara a viso aperto, hanno mostrato un Acr camaleontico, capace di lottare, colpire al momento giusto e poi difendersi con ordine. Oltre all’autore del gol Giovanni Ignoffo, che settimana dopo settimana sta acquisendo sempre più il ruolo di leader difensivo e di squadra, conferme sono arrivate dall’impiego sulla sinistra di Di Stefano, bravo in copertura ed in attacco. Ottimo anche Caiazzo impiegato al centro dopo la sostituzione obbligata di Chiavaro. In una partita da “gladiatori”, hanno fatto vedere tutta la propria attitudine alla “battaglia sportiva” Maiorano e Bucalo. E poi il solito Corona, capace di correre e sgobbare per novanta minuti, da capitano, in barba alla carta d’identità. L’immagine è la palla raccolta in mano al ’93, al triplice fischio finale, nei pressi del corner a difesa della propria porta.

Tutti spunti positivi dai quali ripartire. Ripetiamo: mantenendo però alta la concentrazione. Già domenica prossima il Messina è atteso da un altro esame, difficile. I giallorossi andranno a Vallo della Lucania per affrontare la Gelbison, scottata dalla battuta d’arresto a Licata. Sarà un’altra tappa importante verso l’obiettivo finale, la vittoria del campionato.

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