"Sicilia sull'orlo di una nuova emergenza rifiuti", le associazioni ambientaliste: "No agli inceneritori"

“Sicilia sull’orlo di una nuova emergenza rifiuti”, le associazioni ambientaliste: “No agli inceneritori”

Redazione

“Sicilia sull’orlo di una nuova emergenza rifiuti”, le associazioni ambientaliste: “No agli inceneritori”

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mercoledì 14 Aprile 2021 - 12:48

Appello alla Regione di Wwf Sicilia, Rifiuti Zero Sicilia, Legambiente Sicilia: "Si punta su soluzioni inadeguate"

Impianti prevalentemente pubblici di gestione della frazione organica dei rifiuti; investimenti in “Fabbriche dei Materiali”; estensione del “porta a porta” con tariffazione puntuale; applicazione di piani di prevenzione atti a ridurre la mole di rifiuti prodotti; una pianificazione seria, trasversale e l’apertura di un concreto dibattito a valere sulla spesa dei fondi previsti dal Piano sulla transizione ecologica. Sono le richieste di Wwf Sicilia, Rifiuti zero Sicilia e Legambiente Sicilia, in un appello al governo regionale affinché rispetti “l’applicazione delle leggi e l’osservanza delle direttive europee, attui strategie impiantistiche basate sull’osservanza della gerarchia dei rifiuti, e soprattutto preveda l’intervento del pubblico per l’apertura degli impianti che servono realmente al territorio e lo sviluppo economico dell’isola”. Per le associazioni ambientaliste “è inaccettabile che la nuova politica ambientale sui rifiuti si baserà sulla costruzione degli inceneritori, invertendo la rotta e inficiando la strategia che aveva finalmente permesso alla Sicilia di avviare processi di normalizzazione nella gestione. L’obiettivo “discarica zero” grazie agli inceneritori non è credibile, fermerebbe la raccolta differenziata, rallenterebbe la raccolta domiciliare dei comuni già in difficoltà per la mancanza di impianti a cui conferire la differenziata e si produrrebbe comunque dal 22 al 27% di scorie speciali da smaltire in qualche nuova discarica. La costruzione e la loro messa in funzione – sostengono le associazioni ambientaliste – richiederebbero almeno 7 anni; sarebbe molto più onerosa di altre soluzioni e non si ripagherebbe prima di 20 anni, condannando la Sicilia al medioevo nella gestione dei rifiuti”.

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