Social City, l'Orsa: "Salva Messina vanificato, resta la mobilitazione"

Social City, l’Orsa: “Salva Messina vanificato, resta la mobilitazione”

Rosaria Brancato

Social City, l’Orsa: “Salva Messina vanificato, resta la mobilitazione”

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sabato 18 Maggio 2019 - 09:15

Troppe divisioni tra sindacati rendono impossibile una soluzione condivisa e l'Orsa invita alla protesta

Sulle polemiche relative a Messina Social City ed al transito dei lavoratori nell’Agenzia interviene l’ORSA ricordando d’aver sì sottoscritto il Salva Messina ma che quell’accordo è stato poi stravolto dai fatti.

IL SALVA MESSINA VANIFICATO

Nessun sindacato responsabile si sarebbe opposto alla stabilizzazione di 510 lavoratori. L’impalcatura era perfetta, ci si è persi nei dettagli, il tavolo tecnico ha vanificato quanto di buono era scaturito dal Salva Messina- si legge nel comunicato- Alla luce dei recenti fatti è importante non illudere i lavoratori esclusi, i sindacati non sono mai riusciti a presentare una proposta condivisa, più volte richiesta da De Luca, e non riusciranno neanche questa volta, per il semplice motivo che al tavolo istituzionale insistono interessi e posizioni contrapposte”.

Secondo l’Orsa quindi di fronte a queste divisioni non si raggiungerà mai una soluzione condivisa. Al momento, prosegue il comunicato ci sono due opzioni: spostare il tavolo di confronto a livello aziendale e lasciarlo a Palazzo Zanca.

LE OPZIONI

Se il tavolo viene trasferito a livello aziendale, il confronto è tecnico e le aventi diritto alla trattativa sono solo le sigle sindacali firmatarie del Contratto Nazionale di riferimento che dovranno assumersi le responsabilità istituzionali, se invece il confronto resta ancorato a Palazzo Zanca, il livello è “politico” e le sigle di riferimento non possono che essere quelle che hanno sottoscritto il percorso del “Salva Messina”, l’internalizzazione dei servizi sociali e la stabilizzazione dei lavoratori. Un colpo al cerchio e un colpo alla botte non è più possibile, l’accozzaglia di posizioni contrapposte, l’anomala applicazione dell’articolo 37 che utilizzato, in modo inedito, per il trasferimento dei lavoratori dal settore privato a quello pubblico, ha innescato discriminazioni e ingiustizie fino a lasciare fuori dal ciclo produttivo oltre cento lavoratori storici che possono vantare fino a trent’anni di anzianità nei servizi sociali”.

L’ORSA, ribadisce che le assunzioni nella pubblica amministrazione si fanno con il concorso pubblico, tesi sostenuta fin dall’inizio con le legittime clausole di salvaguardia per il personale che storicamente ha prestato servizio nel settore.

LA MOBILITAZIONE

L’organizzazione sindacale si dice disposta a sedere al tavolo di confronto con tutte le sigle sindacali per cercare un punto di condivisone volto a restituire giustizia a chi è rimasto senza lavoro ma ritiene che le troppe divisioni sindacali di fatto rendano impossibile questo percorso.

Resta quindi “ solo la mobilitazione compatta dei lavoratori discriminati per invertire la rotta di un percorso nato virtuoso ma ormai impantanato fra scelte sbagliate, bisticci e ripicche che servono per sottrarsi alle responsabilità. Fallita la trattativa, l’ORSA, in linea con i principi del Sindacato di Base, invita i lavoratori esclusi a compattarsi e mette a disposizioni i propri strumenti per eventuali azioni di lotta finalizzate a ottenere il ripristino dei diritti negati”.

2 commenti

  1. Perchè chiamarlo concorso pubblico , quando ,dietro alle parole del sindacato, esiste il concetto di “salvaguardia dei lavoratori storici”,giusto o sbaglaito che sia ? Se è un concorso pubblico, tutti dico tutti possono partecipare, se è una corsia preferenziale ,non è più un concorso pubblico, ma un’altra cosa completamente diversa.Non si possono avere solo diritti come al solito , ma esistono anche doveri.

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  2. Lei pensa che un lavoratore con 30 anni di servizio alle spalle e numerose qualifiche conseguite, abbia il minimo timore di affrontare un concorso pubblico? Questo è un sistema marcio , c’è gente con 6 mesi di servizio che ha preso posto a tempo indeterminato e gente di 60 anni che resta a casa dopo una vita passata tra sacrifici e lotte continue, e ancora ci perdiamo in chiacchiere. VERGOGNA

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