Mons. La Piana ha celebrato stamattina nella Chiesa di S. Caterina V. M., la cerimonia in onore di S.Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. E' seguita una relazione del dott. Morgante, caporedattore del Tgr RAI Sicilia
Si è svolta questa mattina, sabato 7 febbraio, nella Chiesa di S. Caterina V. M., la tradizionale celebrazione eucaristica in onore del patrono dei giornalisti, S. Francesco di Sales, che è stata presieduta dall’Arcivescovo archimandrita di Messina, mons. Calogero La Piana. La corale“Insieme… pietre vive”, diretta da Davide Cardile ha allietato i presenti. I rappresentanti dell’U.C.S.I. (Unione Cattolica Stampa Italiana), organizzatori della manifestazione insieme all’”Associazione siciliana della Stampa”, hanno realizzato per l’occasione vari pannelli espositivi, collocati nella navata laterale della Chiesa, illustranti la storia e le attività dell’Unione, un profilo del Santo patrono e copia della lettera di Papa Benedetto XVI inviata al presidente nazionale uscente dell’organismo cattolico, Massimo Milone.
Su alcuni spunti della lettera medesima e sul profilo di San Francesco di Sales ha insistito, nell’Omelia, lo stesso mons. La Piana, sottolineando l’aspetto di “splendido Pastore, autentico nel suo coraggioso servizio reso alla verità” del Santo patrono dei giornalisti. “E’ la Carità” – ha commentato l’Arcivescovo – “la forza di Dio e l’impegno di Santità deve caratterizzare ogni vocazione e professione. Ogni pianta deve portare il suo frutto, secondo il proprio stato e condizione, nel giardino della Collettività. Nessuno deve sottrarsi a tale dovere.” Ed ha concluso, relativamente ad alcuni concetti espressi nella lettera di Benedetto XVI: “Il lavoro di giornalista è oggi molto arduo, in una società che ha in parte smarrito i propri valori, insiste il Santo Padre. Ed auspica il dialogo con il mondo laico sui punti comuni che sono i valori comuni all’Umanità intera. Il rischio oggi è che gli spazi di libertà e di verità siano chiusi sempre più dal potere economico e politico ma siamo tutti tenuti a difenderli, ricordando inoltre che la serietà della coscienza non ha prezzo.” Il rischio palesato dallo stesso Papa e dall’Arcivescovo di Messina è quello che prevalga la concezione economicistica ma liberticida e profondamente ingiusta di considerare gli utenti di servizi essenziali, quali anche quello dell’informazione, quali semplici consumatori, ai quali propinare una realtà di comodo. A tale deriva ci si deve opporre, con le testimonianze di verità di operatori sinceri e coraggiosi che trattino i destinatari di tali servizi con profondo rispetto, curando nello stesso tempo, grazie all’impegno, la cultura del dialogo e dell’amicizia, anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie.
Su quest’ultimo argomento ha incentrato la sua relazione, successiva alla cerimonia eucaristica, Vincenzo Morgante, caporedattore del Tgr Rai Sicilia, introdotto dal segretario della sezione peloritana dell’Ucsi, Armando Russo. Morgante, trattando il tema intitolato “Benedetto XVI e le nuove tecnologie: l’etica nell’informazione”, si è soffermato sul senso dell’essere giornalista oggi, a tratti smarrito, nell’era tecnologica che stiamo vivendo, nella quale ordinare la realtà diventa sempre più difficile. “La prospettiva del ‘servizio’” – ha affermato il caporedattore del Tgr Rai Sicilia – “è la risposta possibile alla domanda che ci poniamo, a volte smarriti noi stessi, lavorando con molta poesia in meno intorno, dato che oggi più difficilmente, tra la ridondanza di tale e tanta tecnologia, stiamo sul posto in cui la realtà si sviluppa; realtà che ci viene riportata dalla tecnologia medesima. Capita – ha proseguito Morgante – “di sentire persino venir meno l’idealità dei primi tempi, quando una passione giovanile ci faceva fremere, la prima volta che vedevamo la firma su un nostro servizio.” E conclude: “E’ necessario tornare a quella passione, all’idealità dei primi giorni: nutro inoltre tanta fiducia nei giovani, spesso purtroppo precari ma forza davvero insostituibile del nostro mestiere per idealità e passione, e nelle donne, che spesso portano avanti il loro lavoro nelle condizioni oggettivamente più difficili.”
La preghiera del giornalista, inviata da Angelo Comastri, Arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano e letta in sala:
O Maria, la tua giovane vita è stata segnata
da una notizia impensata e impensabile,
che è divenuta la Buona Novella per tutta l’umanità.
Tu hai provato l’emozione e il turbamento
che tutti sentiamo di fronte agli eventi.
Sei capace di dare ospitalità a Dio
nella tua casa e nella nostra casa.
O Maria, anche noi giornalisti siamo chiamati
a dare notizie che possono costruire
o distruggere, orientare o disorientare,
rendere felici o infelici.
Aiutaci, o Maria, a raccontare sempre
la verità con lo stile sapiente della carità
per allargare la casa della speranza.
O Maria, la tua libertà
é stata un raggio di luce,
che si è piegato soltanto davanti a Dio,
perché Dio è il senso e lo scopo della libertà.
Donna della bella notizia, aiuta noi giornalisti
a non vender mai la nostra libertà
al calcolo dell’interesse e del potere,
affinché diamo acqua pulita alla gente
che desidera costruire un mondo migliore.
Amen.
(foto Dino Sturiale)
