Emergenza profughi a Messina con scongiurata rissa notturna

Emergenza profughi a Messina con scongiurata rissa notturna

Emergenza profughi a Messina con scongiurata rissa notturna

sabato 24 Gennaio 2009 - 20:43

Grido d'allarme nella Conferenza Stampa alla Provincia organizzata dal Circolo Arci “Thomas Sankara-: intervenuti tra gli altri, davanti ad un uditorio di volontari, gli Assessori Dario Caroniti e Pinella Aliberti

“Più di cento profughi, uomini e donne, a Messina da quasi un mese ed almeno altri cento in arrivo dal Centro di S. Angelo di Brolo: in città è decisamente emergenza profughi ma per la Prefettura attualmente non esiste né uno stato d’emergenza né alcun problema d’ordine pubblico.- E’ la denuncia di Carmen Cordaro, dirigente Arci e componente del Circolo Thomas Sankara. I profughi, d’origine somala, sono rimasti rinchiusi dai 4 ai 5 mesi nel Centro d’Emergenza suddetto e una volta giunti nella nostra città, pur attualmente impreparata a rispondere a problemi di questo tipo, hanno ottenuto aiuti solo dal Volontariato. “La risposta delle Istituzioni è stata tardiva, pur riconoscendo che in città non v’è mai stato un flusso contemporaneo d’immigrati di tale livello- – afferma l’avvocata Cordaro – “ma in questo caso l’azione sarebbe dovuta risultare ancora più celere. Vi sono delle Convenzioni Internazionali che l’Italia ha stipulato nel caso di soggetti giunti perché fuggiti da zone di guerra e meritevoli di concessione di permesso di soggiorno e protezione sussidiaria o di status di rifugiato politico e l’accoglienza, pur se temporanea, deve essere immediata. Invece è accaduto che per quasi un mese queste persone sono state accolte dal solo Volontariato quando non hanno dormito alla Stazione e per mangiare si sono recati presso le 2 mense che offrono questo tipo di servizio (S. Antonio e CristoRe, n.d.r.), di fatto collassandole.-

Ieri notte, un fatto increscioso accaduto e risolto proprio dall’intervento dai volontari Arci e dall’Assessore Dario Caroniti, giunto puntualmente sul luogo e fermatosi fino a tarda notte e per il quale la Cordaro ha avuto parole di apprezzamento: le FF.SS decidevano di chiudere la Stazione improvvisamente e la Questura giungeva sul posto. I profughi, probabilmente impauriti ed ancora scossi dalle loro vicende personali, non interpretavano in maniera rassicurante la manovra che rischiava di scatenare una prolungata rissa che si sedava solo col sopraggiungere dei volontari, i quali riuscivano a spiegare loro la situazione, ponendosi come tramite anche con le Forze dell’Ordine. Anche secondo l’altra rappresentante del Circolo Arci Sankara, Patrizia Maiorana, Messina dovrà da adesso cominciare a fare i conti con una condizione strutturale che travalica gli usuali confini della mera emergenza, nemmeno questa riconosciuta finora dalla Prefettura e dalle altre Istituzioni. “Questi ragazzi- – commenta Maiorana – “giunti a Lampedusa, poi smistati a S. Angelo di Brolo e successivamente arrivati qui, non hanno ricevuto né assistenza sanitaria specialistica adeguata né primaria, non hanno ricevuto alcuna assistenza legale. Nessuno ha spiegato loro quali fossero i loro diritti e non hanno nemmeno ricevuto assistenza… linguistica, visto che pochi di loro capiscono qualche parola d’Italiano. Giunti qui, sono stati accolti nelle strutture di Forte Petrazza, S. Maria della Strada, don Orione e presso il nostro Circolo Arci ma sono dei luoghi non attrezzati adeguatamente a rispondere ad una situazione di questo tipo. E’ necessario rifornirli soprattutto dei Titoli di Viaggio che nel loro caso funzionano come passaporti, validi per 3 o 5 anni, tutto ciò assolutamente irrinunciabile per una questione di regolarizzazione. Molti di loro- – ha concluso la rappresentante Arci – “hanno espresso la volontà di andare al nord o in Europa, per congiungersi con amici o parenti ma bisogna pur porli in condizione di poterlo fare.-

L’Assessore Caroniti, presente alla Conferenza stampa, ha voluto intanto rassicurare tutti riguardo il fatto che l’amministrazione comunale si sia allertata e come si stia lavorando in tanti, dal sindaco Buzzanca fino agli altri rappresentanti del governo locale e delle altre Istituzioni della città per giungere ad una soluzione, la più umana possibile, per i ragazzi giunti fino a noi e certo non responsabili di una situazione di cui non hanno colpa alcuna. Ha anche inteso però stigmatizzare il comportamento del Ministero dell’Interno, puntando il dito sulla disorganizzazione da cui avrebbe dimostrato d’essere afflitto. “Non si possono accollare alle amministrazioni locali delle responsabilità- – ha spiegato Caroniti – “che esse non hanno, né la permanenza di tali persone può essere caricata sulle stesse amministrazioni, già afflitte da una crisi strutturale e finanziaria notevole e in specie considerando che tale flusso non diminuirà di certo ma piuttosto prevedibilmente aumenterà ancora.- Gli fa eco su questo versante anche l’Assessore Pinella Aliberti che lancia l’idea dell’organizzazione d’una Conferenza di Servizi. “Non ho risposte immediate, perché il problema che ci affligge e che sembra destinato ad aumentare- – sostiene Aliberti – “per molti versi ci passa sopra ed è più grande di noi. Vorrei solo che cominciassimo a discuterne seriamente insieme, seduti intorno ad un tavolo di concertazione.- In tal senso vanno rilevate anche le parole del rappresentante dell’associazione Santa Maria della Strada, tra le prime ad accogliere i profughi, l’ing. Salvatore Gulletta: “Sono cose che scuotono la mia coscienza, come credo quella di tutti noi- – ha dichiarato l’ingegnere. “Vorrei essere certo che su questi poveri ragazzi non si dia il via ad una sorta di scaricabarile e in tal senso chiedo che all’idea della Conferenza di Servizi che l’Assessore ha voluto lanciare in questa sede partecipino tutti i soggetti attori della vicenda, rappresentanti del Centro di S. Angelo di Brolo compresi, che varie perplessità han destato e che devono fornirci qualche spiegazione. Ascoltiamoci tutti, per trovare delle soluzioni concordate ed affinché ciascuno sia posto ufficialmente davanti alle proprie responsabilità.-

Per ultimo, ha preso la parola in sede di conferenza, il rom kossovaro Isuf Ferizay, presidente dell’associazione Baktalò Drom: i Rom sono stati tra i primi a soccorrere i profughi, fino al punto di giungere all’adozione temporanea di una decina di loro all’interno del Campo Nomadi di S. Ranieri, un gesto che testimonia della loro grande umanità. “Noi sappiamo bene cosa vuol dire abbandonare le nostre case, affetti, tutto.- – ha dichiarato Ferizay. “Loro scappano dalla guerra e sono persone, esseri umani come noi. Aiutarli è un nostro dovere.- Questa notte ed almeno fino alla notte di lunedì, la maggior parte dei profughi sarà ospitata per la notte presso la struttura sportiva del PalaRussello di Gravitelli, nella quale, la Protezione Civile allertata dal Comune, ha predisposto varie brande. Ma una soluzione alternativa dovrà essere trovata, anche perché molto presto giungeranno altri profughi di zone di guerra, quali, oltre alla Somalia, l’Eritrea, il Sudan. Ed aiutarli sarà un nostro dovere.

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