Farmaci: Buon uso e non abuso

Farmaci: Buon uso e non abuso

Farmaci: Buon uso e non abuso

mercoledì 28 Gennaio 2009 - 22:57

Un’interessante Conferenza-Dibattito sul tema, organizzata dall’AMMI, ha avuto luogo stasera, mercoledì 28 gennaio, presso l’Ordine dei Medici di Messina

Si è svolta stasera, mercoledì 28 gennaio, a partire dalle ore 17 e 30, presso l’Auditorium Gaetano Martino dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Messina di via Bergamo, la Conferenza-Dibattito intitolata ”Farmaci: Buon uso e non abuso”, organizzata dall’Associazione Mogli di Medici Italiani. Introdotta dai saluti ai tanti convenuti della Presidente della sezione di Messina dell’Associazione, Rosanna Morabito Trovato, la Conferenza è entrata nel vivo con la relazione, ricca del supporto di varie diapositive, del Presidente della Fondazione “Cultura e Salute” Onlus dell’Ordine dei Medici, dott. Sebastiano Marino che ha spiegato come se da un lato i farmaci abbiano contribuito notevolmente alla cura delle malattie ed al prolungamento delle aspettative di vita, dall’altro rechi inevitabilmente il significato bivalente di rimedio salvavita e di veleno sottile che, se utilizzato male, può nuocere alla stessa sopravvivenza. “Utilizzare il farmaco in modo disinvolto ed inappropriato” – ha affermato Marino – “enfatizzando e mitizzando il suo ruolo di ‘panacea’ contro ogni male, rischia di procedere sulla via d’una banalizzazione che favorisce solo la sua mercificazione quale mero prodotto di consumo.” Ed ha precisato: “Dall’ultima indagine del Censis risulta come ben 8 intervistati su 10 sono convinti che i farmaci possano aiutare a guarire e solo l’11% di essi dà la colpa dell’iperconsumo degli stessi, di cui oggi ci si accusa quali causa primaria del dissesto del Sistema Sanitario Nazionale, ai medici ma ben il 70% lo dà agli stessi cittadini. Eppure la demonizzazione del farmaco ed in parte degli stessi medici prescrittori” – ha proseguito il presidente della Fondazione – “continua ininterrotta, in un settore nel quale è abbastanza facile per la politica operare, perché si tratta di spesa già sotto controllo e con minori problemi d’implicazioni politiche. Così noi medici di base ci ritroviamo spesso a vivere male il nostro rapporto con i pazienti, perché da un lato costretti a dover operare le continue decisioni restrittorie della politica di turno e dall’altro a tentare di spiegare i nostri limiti a pazienti che temono di veder leso il loro diritto alla salute. E’ comunque vero” – ha concluso Marino – “che i farmaci vadano usati in modo corretto. In particolare, andrebbe trovata qualche soluzione normativa contro l’uso ‘off label’ di quei prodotti che vengono utilizzati per usi differenti ai quali sono destinati ed è più che mai necessario recuperare la dimensione etica del farmaco che stiamo smarrendo.” Gli fa eco il dott. Antonino Abate, Presidente dell’Ordine dei farmacisti della Provincia di Messina, che avvia una riflessione sull’etica, riferendosi ai costi spesso disattesi quando si tratti di salvare realmente delle vite umane. “La spesa per i farmaci” – sostiene il dott. Abate – “incide solo tra il 10 ed il 15% dell’intera spesa sanitaria. Ma chi controlla davvero la spesa negli ospedali? Il vero problema è che c’è sempre qualcuno, da ricercare tra i poteri davvero forti, che cerca di lucrare su tutto e per lui… loro, la vita spesso non ha alcun valore. Bisogna tenere presente che l’utilizzo di alcuni farmaci ha permesso dei risparmi notevoli: un esempio? L’uso di alcuni farmaci hanno impedito di fatto che si operi di ulcera: ormai di ulcera non si opera praticamente più, con un risparmio per il SSN notevole e con minori rischi e disagi per il paziente.” La prof.ssa Angelina De Sarro, del Dipartimento Clinico-Sperimentale di Medicina e Farmacologia dell’Università di Messina, ha illustrato come non esistano di fatto farmaci davvero sicuri e come l’uso di essi debba essere posto sempre sotto controllo. “La patologia Iatrogena” – ha detto la prof.ssa – “era praticamente poco rilevante dagli studi Usa che si facevano trent’anni fa. Ora invece essa appare come la quinta causa di morte. E’ una situazione drammatica e va sottolineato il fatto che deve sempre essere considerato il rapporto rischio-beneficio del farmaco e limitato l’uso non previsto di esso. Le popolazioni più a rischio” – ha proseguito la De Sarro – “sono quelle degli anziani, dei bambini e delle donne in gravidanza e tra i farmaci più usati risultano essere inseriti l’alcool e i cosiddetti farmaci da banco, denominati con il termine inglese di ‘OTC drugs’. A tal proposito, é importante quindi porsi una domanda: Fino a che punto è eccedente l’automedicazione?” E la prof.ssa conclude: “Oggi si fa un vero abuso di farmaci quali antinfiammatori, medicinali per la tosse, il mal di gola ed il raffredamento, per i disturbi digestivi ma anche di integratori dietetici e lassativi che possono recare controindicazioni terribili e danni di ogni tipo. Andrebbero limitate anche le vendite disinvolte di farmaci effettuate su internet, spesso con certificazioni fasulle.” La dott.ssa, farmacista, Paola Miraglia insiste sull’utilizzo eccessivo dei farmaci da banco nei supermarket, certamente ed in genere meno professionali delle farmacie ma anche all’interno delle stesse farmacie, confessando il proprio imbarazzo di fronte alle richieste da parte di pazienti dei quali non conosce la storia e che poco sanno dei farmaci medesimi. “Tento sempre d’informarli e di chiedere se hanno mai avuto delle reazioni, a costo di apparire eccessivamente pignola” – confessa la dott.ssa – “ma in fondo cosa possiamo sapere noi davvero di quelle persone e della reazione che potrebbe produrre l’organismo nel ricevere un farmaco? Non possiamo essere mai davvero così sicuri che esso non possa nuocere: per questo andrebbe sempre evitato quando non strettamente necessario.”

Un dibattito ha seguito la conferenza, nel quale abbiamo anche appreso come un farmaco scaduto non fa male ma è del tutto o parzialmente inefficace e se qualcuno tentasse di vendercelo incapperebbe nel reato di truffa; che c’è un abuso di farmaci antibiotici, spesso utilizzati inutilmente; che i medici di base dovrebbero educare di più richiedendo, ove possibile e non vi sia esigenza di rapidità, delle indagini microbiologiche per valutare migliori tempi ed usi dei farmaci medesimi; che per alleggerire le controindicazioni digestive di alcuni farmaci salvavita sarebbe opportuno accompagnare gli stessi con l’uso di gastroprotettori.

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