Lettera aperta di un gruppo di genitori ed insegnanti: «La scuola ha perso la sua vera funzione: istruire e formare»

Lettera aperta di un gruppo di genitori ed insegnanti: «La scuola ha perso la sua vera funzione: istruire e formare»

Lettera aperta di un gruppo di genitori ed insegnanti: «La scuola ha perso la sua vera funzione: istruire e formare»

mercoledì 08 Luglio 2009 - 07:03

Un appello sottoscritto da 21 persone, tra genitori e insegnanti che denunciano i troppi cambiamenti della vita all’interno della scuola, giudicandoli poco utili rispetto al raggiungimento dei primari obiettivi

Cosa si fa e come si vive a scuola, quella “vera”, fatta di banchi, interrogazioni, di prime ore di lezione, e quella “teorizzata” in decreti e normative, possono saperlo solo i protagonisti diretti di tale realtà: alunni, insegnanti, e genitori che quotidianamente affrontano le problematiche legate ai cambiamenti, spesso oggetto di contestazioni, che oggi affliggono la comunità scolastica.

Esattamente come questo gruppo di genitori ed insegnanti (in calce riportate tutte le firme) che si sono rivolti alla redazione di Tempostretto.it per pubblicare una “lettera aperta” rivolta ad istituzioni ed addetti al settore per spiegare «come i cambiamenti degli ultimi anni, abbiamo snaturato l’essenza e la funzione della scuola, quella cioè di istruire e formare le nuove generazioni».

Di seguito pubblichiamo il testo della lettera

La scuola italiana sta vivendo in questi ultimi anni cambiamenti che ne stanno snaturando l’essenza e la funzione: istruire e formare le nuove generazioni. Da un decennio circa la scuola è sotto osservazione e -monitorata- da enti e associazioni pubbliche e private, estranee al mondo della scuola, che stanno proponendo soluzioni insolite, inusuali e di dubbia efficacia, per risolvere le problematiche legate all’istruzione. Con l’utilizzo di screening e progetti vari, l’attenzione è stata deviata dalla vera didattica per incanalarla verso problematiche di carattere medico-psicologico che nulla hanno a che fare con l’ambiente scolastico, nella ricerca e individuazione di presunti disturbi psichici negli studenti. Preoccupanti in particolare sono le iniziative anche a livello istituzionale in merito ai cosiddetti disturbi dell’apprendimento, come “dislessia”, “discalculia”, “disortografia”, ecc.. Con una manipolazione del linguaggio si sta cercando di far passare per “disturbi” di origine neurologica gli errori nella lettura, nella scrittura e nel far di conto dei nostri alunni, errori che esistono da sempre. Oggi in molte scuole dove queste teorie sono entrate, un ragazzo che fa errori di scrittura, calcolo o lettura, viene segnalato, certificato poi come dislessico, disortografico o discalculico e con questa certificazione seguirà poi percorsi individualizzati alla stregua di un portatore di handicap o di un diversamente abile, come dir si voglia, in quanto le sue difficoltà vengono stigmatizzate e tradotte in “disturbi mentali”. Sulla base di queste “teorie”, chi non potrebbe avere un disturbo dell’apprendimento ed essere al riparo da una diagnosi psichiatrica? Qualunque insegnante può trasformare un alunno in un soggetto affetto da tale disturbo: è sufficiente che spieghi male o che non sappia insegnare. Attualmente c’è addirittura in discussione in Commissione Istruzione al Senato una legge sulla dislessia che tra le altre, cose sollecita screening di massa preventivi in tutte le scuole, a partire dalla scuola dell’infanzia. Sulla base di test cronometrati e con punteggi del tutto arbitrari, i bambini che non rientrano nei parametri saranno i futuri disabili incanalati in un percorso scolastico differenziato, che ne farà degli incapaci.

Ad esempio in un alunno che fa errori nella lettura non solo non vengono individuate le parole che non ha capito e che lo portano a sbagliare, ma gli viene inculcata l’idea che i suoi errori sono dovuti ad un suo disturbo mentale e che per questo non dovrà più leggere, ma potrà utilizzare strumenti sostitutivi, come ad esempio audio libri. Per tutta la vita non solo non migliorerà le sue capacità, ma non ci proverà neanche. Alla fine di un percorso di studi avremo un bambino che non saprà leggere, convinto di essere portatore di un handicap per sempre. Come si può considerare questo un aiuto o la risoluzione di un disagio? Per non parlare dei genitori, che si troveranno i propri figli etichettati disabili, parcheggiati in una scuola che non ha tenuto in nessun conto i percorsi educativi e didattici intrapresi, le unità di apprendimento affrontate in classe, l’ambiente familiare e il contesto sociale in cui sono inseriti, né tanto meno la possibile incapacità dei docenti di trasmettere il sapere. Avremo una scuola che si limita, attraverso degli “specialisti”, a discriminare gli studenti sollecitando il corpo docente ad utilizzare strumenti compensativi e misure dispensative. Questi alunni passeranno da una classe all’altra senza aver acquisito alla fine neanche la strumentalità di base necessaria alla loro autonomia, destinati ad un sicuro fallimento, ad un abbandono scolastico con effetti negativi a pioggia su tutta la nostra società.

Riteniamo che sia la scuola a dover essere migliorata, indirizzandosi in particolare alle metodologie didattiche e alle programmazioni funzionali, ponendo particolare attenzione sulla qualità dell’insegnamento piuttosto che su presunte incapacità genetiche dell’alunno. Occorre riportare la scuola alla sua funzione didattico-educativa, così che possa dare un reale contributo alla società in termini di persone istruite e competenti. Pertanto noi, insegnanti e genitori, chiediamo che vengano messe al bando queste dannose e demagogiche teorie “innovative”, perché è in gioco il futuro dei nostri figli e della nostra società.

Avv. Andrea Di Francia – vecchio insegnante e nonno

Dott.ssa M. Paola Casali – genitore/pedagogista

Andrea Pirrone – genitore/insegnante

Andrea Trentini – genitore/educatore

Antonella Nesti – genitore

Domenico Mileto – insegnante

Chiara Masiero – zia

Angelo Lunetti – genitore

Denise Fasanelli – zia

Andrea Vice – genitore

Laura Gatti – genitore/insegnante

Celestina Schmidt – genitore

Antonella Raschetti – insegnante

Marco Pezzotti – genitore

Paola Leonardi – genitore/insegnante

Mario Casiraghi – genitore

Maria Vallias – genitore

Annalucia Mantovani – genitore

Giovanna Leone – insegnante

Marina Pogliani – genitore

Marta Padova – insegnante

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