Il muro di via Salita Contino, non una parete qualsiasi ma un pezzo di storia della città

Il muro di via Salita Contino, non una parete qualsiasi ma un pezzo di storia della città

Il muro di via Salita Contino, non una parete qualsiasi ma un pezzo di storia della città

martedì 20 Gennaio 2009 - 21:23

I consiglieri della terza circoscrizione hanno avviato una petizione popolare chiedendone l'abbattimento, ma immediato arriva l'altolà di un cittadino: «Non chiamatelo muro. Nasconde un grande particolarità»

«Non chiamatelo muro». Uno “slogan-, un appello, o più semplicemente la richiesta di un cittadino amante e profondo conoscitore della storia di Messina, secondo il quale l’abbattimento del muro di contenimento di via Salita Solano, per il quale i consiglieri della terza circoscrizione hanno avviato una raccolta firme, rappresenterebbe un vero e proprio “scippo- al patrimonio storico-artistico della città. Apparentemente delle normalissimi pietre, giudicate anche inutili ed ingombranti per la circolazione stradale, superflue e dunque da abbattere. In realtà pezzi di storia che rischiano di scomparire sotto i colpi di una gru.

La petizione popolare proposta dai consiglieri Santi Interdonato, Claudio Cardile, Libero Gioveni, Nino Sciutteri e Cosimo Oteri (Pd), interpreti dei disagi dei residente del complesso residenziale ‘Messina Due’ raggiungibile proprio attraverso Salita Contino, considerata troppo stretta a causa dell’esistenza di quel muro, rischia di essere bloccata sul nascere proprio dalla denuncia lanciata dal fisioterapista Filippo Faillaci che afferma: «Il muro perimetrale dell’Ospedale Piemonte, ha una grande particolarità. Quello di essere stato costruito con le pietre tratte dalle macerie del terremoto in cui è possibile intravedere parti di capitelli, colonne e travi risalenti a chissà quale epoca e appartenenti a palazzi, chiese, e a stemmi di antichi casati».

Un vero e proprio tesoro d’altri tempi che, tutt’altro che essere abbattuto, va “rispolverato-, tutelato e gelosamente custodito da una città che, afferma Faillaci, sembra non avere più storia e più memoria. Una “scoperta-, rispetto alla quale, le pur se comprensibili motivazioni avanzate dai consiglieri del Pd, rischiano di perdere punti. Facilitare la circolazione nella stradina, a doppio senso di marcia, che congiunge ‘Messina Due’ con il Viale Europa, mal si combina dunque con la valorizzazione artistica dello Stretto.

Un patrimonio che il medico ha ben documentato attraverso la realizzazione di un video (la schermata è visibile in basso) che ritrae la parte interna del muro, quella non visibile agli sguardi dei più ma che ripropone frammenti della grande storia di Messina. Da qui la richiesta che Faillaci avanza all’amministrazione, quella cioè di apporre una lapide ricordo su quelle finora “anonime- pietre e dichiarare il prezioso muro “Monumento alla memoria delle vittime del terremoto-.

Elena De Pasquale

(foto Dino Sturiale)

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