Piccola vittoria contro l'illegalità, secondo gli abitanti di San Michele

Il “varco illegale”. Così gli abitanti di San Michele (frazione assai trascurata di Messina, tengono a specificare gli stessi abitanti) definiscono quello spazio di circa tre metri che un giorno no e tre sì diventa oggetto di infrazioni automobilistiche.

La zona incriminata è quella del Viale Giostra, in prossimita del Presidio Veterinario di Igiene e Sanità Pubblica dell’Ausl 5, e la vicenda ha il sapore di un film comico, ma reale.

«Da alcuni anni – scrive il Comitato per la Legalità e la Giustizia – osserviamo la presenza di un varco illegale, più volte segnalato agli Organi Competenti, tra le due carreggiate più centrali, direzione monte e mare, di viale Giostra, poiché l’attraversamento pedonale, in corrispondenza del new jersey è privo di archetti dissuasori».

Una mancanza che è dovuta all’opera di pochi vandali che hanno divelto tali archetti, ma che fa comodo a molti.

Se l’occasione fa l’uomo ladro, la mancanza di “paletti” fa l’automobilista indisciplinato e dunque via a tutti i tipi di manovre illegali (una di queste, ritratta nella foto di Dino Sturiale): inversione di marcia, svolta a destra e a sinistra, immissione da strade laterali, tutte con lo scopo di evitare il tratto di strada (circa 500 metri) che separa questo accesso “abusivo” dalla prima rotatoria del Viale Giostra che permetterebbe, ad esempio, di compiere l’inversione di marcia in maniera “europea” e non messinese.

La lotta tra i tecnici che installavano l’archetto dissuasore e i (pochi, ricordiamolo) cittadini che lo toglievano, tranciandolo dalla base, si è ripetuta per tre, quattro, cinque volte, fino a quando, ieri, gli operai incaricati dall’amministrazione Comunale hanno installato una consistente struttura in ferro, certo non bellissima ma non è il caso di fare gli schizzinosi, che potrà difficilmente essere divelta anche dai piu’ volenterosi ed “attrezzati”.

Un piccolissimo esempio di vittoria contro l’illegalità diffusa nel popoloso rione di Giostra, che viene portato dagli abitanti di San Michele come simbolo per una possibile rinascita della zona.