Storie di Mala tra Barcellona e Messina, quel legame tra il boss del Longano e il re del pesce Ninetta

Storie di Mala tra Barcellona e Messina, quel legame tra il boss del Longano e il re del pesce Ninetta

Alessandra Serio

Storie di Mala tra Barcellona e Messina, quel legame tra il boss del Longano e il re del pesce Ninetta

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lunedì 28 Febbraio 2022 - 07:33

Il messinese Ninetta tra gli 81 arresti dei carabinieri per mafia a Barcellona: forniva pesce ai locali di Milazzo grazie all'amico boss Vito Foti

La longa manus del clan di Barcellona si estendeva fino alle porte tirreniche di Messina. A Spadafora e dintorni, Carmelo Vito Foti aveva un alleato di ferro in un nome pesante messinese, gravitante in quella zona: l’imprenditore ittico Antonino Bonaffini, per tutti Ninetta.

E’ un altro dei risvolti dell’operazione antimafia dei Carabinieri che ha coinvolto oltre 80 persone tra Barcellona e Milazzo. Ninetta compreso, già nei guai, recentemente, a Messina con l’operazione Ottavio Cerchio nel 2020, poi per i rapporti col carabiniere Bonavolontà.

Il pesce ai locali di Capo Milazzo

Le cimici dei Carabinieri hanno infatti scoperto che Bonaffini forniva il pesce ai locali del Capo controllate dalle società di Napoli e di Rantuccio, così come al locale, afferente allo stesso gruppo, gestito dall’imprenditore barcellonese Filippo Benenati. Una fornitura garantita da Salvatore Gatto, il braccio destro di Vito Foti appunto. Tanto che, quando deve recuperare l’incasso del pesce fornito ai locali, Ninetta si rivolge proprio a Gatto.

La storica amicizia col boss impegnato con le elezioni di Spadafora

Ma tra i due esponenti storici della criminalità il rapporto è diretto e più antico. Lo spiega lo stesso Vito Foti, durante una delle tante discussioni in periodo elettorale a Spadafora, nel 2019. Uno dei candidati che vanno a bussare alla porta del boss del Longano Vito Foti viene infatti indirizzato da Bonaffini: “…Col Signor Bonaffini… non c’è bisogno che ve lo dico io perché siamo in buoni rapporti…”

I sequestri

A quel punto per gli investigatori del Reparto Operativo, visto il curriculum criminale, è automatico passare al mettersi alle calcagna dello stesso Ninetta. Scoprono così che, malgrado i sequestri e la sorveglianza speciale, nel 2021 compra un terreno a Saponara e un immobile a Spadafora, facendo firmare gli atti ai familiari. E non denuncia il possesso di uno scooter Honda, obbligo che ha, invece, visto che è alla sorveglianza. Tutti beni che la Direzione distrettuale antimafia mette sotto chiave, con l’ordinanza dello scorso…

Le armi

Le cimici dei Carabinieri sentono poi Ninetta e i suoi familiari discutere spesso di armi: lui racconta di un fucile e una pistola usata per uccidere gli animali, la madre gli riferisce che qualcuno ha parlato troppo di una pistola custodita in garage. Lui stesso fa riferimento ad un’arma, ipotizzando di usarla, quando un debitore ritarda a restituirgli 15 mila euro: “Ha uno che gli deve dare 15 mila euro dice perché non gliela posso ghiavare nelle mani? Che ce l’ho a fare, gli faccio fare la muffa?”. Bonaffini quindi è accusato anche di porto illegale d’armi, anche se i “ferri” in questione non sono ancora strati ritrovati dai militari.

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