Stretto di Messina. Se nel 2024 la continuità territoriale ancora non c’è

Stretto di Messina. Se nel 2024 la continuità territoriale ancora non c’è

Marco Ipsale

Stretto di Messina. Se nel 2024 la continuità territoriale ancora non c’è

sabato 17 Febbraio 2024 - 09:40

Episodi assurdi come quello accaduto sabato 10 febbraio. Passeggeri lasciati allo sbando

Sabato 10 febbraio 2024: l’aliscafo delle 11.50, che ha la connessione garantita con la Freccia delle 12.38, non parte. Connessione garantita? No. Perché il servizio pubblico non fornisce alternative. I passeggeri possono perdere il treno, magari alcuni appuntamenti importanti, e pure i soldi del biglietto. E se se ne deve comprare uno nuovo da Villa San Giovanni a Milano, per il giorno stesso, si arriva a spendere anche 200 euro a testa, 400 euro per una coppia.

L’unica alternativa la danno i privati. E già che lo Stato non garantisca il servizio pubblico e tutto sia demandato ai privati è una sconfitta. Ma non solo. Perché per usufruire di quel servizio bisogna fare da sé: così i più fortunati riescono a prendere un taxi verso gli imbarchi della Caronte, qualcuno ha un passaggio, altri non sanno come fare, perché è impossibile percorrere i tre chilometri di distanza tra i due imbarchi a piedi e neppure in tram, considerati i tempi stretti, perché la nave parte alle 12. E difatti ci arriva solo chi può andare in auto.

Viaggiatori a rischio

Ma l’odissea non è mica finita, perché la nave dovrebbe arrivare alle 12.20 ma impiega qualche minuto in più, a causa delle condizioni marine, ed anche qui c’è da percorrere una distanza, in questo caso 700 metri che si possono fare solo a piedi, più o meno in dieci minuti. Ma i passeggeri non sono tutti giovani e forti, spesso ci sono pesanti bagagli al seguito e così se si arriva a prendere il treno delle 12.38 lo si fa dopo una grande fatica che può mettere a rischio la salute, perché la partenza non tarda neanche di un minuto. Un ritardo di cinque minuti, per consentire di far salire a bordo messinesi e siciliani senza rischiarci la pelle, sarebbe stato il minimo dovuto. No, figli di un dio minore.

Navi Bluferries e Rfi

Una situazione incivile se fossimo nel 1990, figurarsi nel 2024 nell’era della modernità. E dire che di soluzioni alternative semplici potrebbero essercene diverse a portata di mano: le navi al porto storico, anzitutto. Ma le navi Bluferries partono solo dal porto di Tremestieri, perché imbarcano anche i tir, mentre per le navi Rfi non ci sarebbe coincidenza perché una parte alle 11 e la seguente alle 14 ma, soprattutto, da quasi dieci anni non accolgono a bordo pedoni che non siano a bordo treno. In casi specifici come questo, però, si potrebbe pensare a farli imbarcare senza treno a bordo.

Ma se questa disposizione non si riesce a superare, se i passeggeri vengono lasciati allo sbando allora la continuità territoriale non c’è. Se riuscite a traghettare con le navi private e arrivare alla stazione di Villa bene, bravi, se non ci riuscite peggio per voi.

Le corse sostitutive

In qualunque azienda di trasporto pubblico, e ricordiamo che Blujet è parte del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, quando una corsa salta si prevedono corse sostitutive. E se il pubblico ha bisogno del supporto privato allora deve garantire ai passeggeri la possibilità di usufruire di quel servizio privato. Ad esempio con un bus sostitutivo dalla Marittima alla Caronte, traghettamento incluso, e dallo sbarco di Villa fino alla stazione di Villa, garantendo una connessione vera col treno. Cioè come avviene quando salta una corsa treno e vengono previsti bus sostitutivi.

Il Ponte sullo Stretto

Qualcuno dirà che se ci fosse il Ponte sullo Stretto tutto questo non potrebbe accadere. Ed è vero perché il collegamento tra Messina e il centro nord Italia (e viceversa) sarebbe diretto, senza necessità di cambio mezzo. Ma, visto che il Ponte sullo Stretto non c’è e non ci sarà almeno per i prossimi dieci anni (sempre che mai ci sarà), in questo frattempo qualcuno vuol fare qualcosa per evitare queste situazioni assurde?

Precisazione

Da fonte informale veniamo a sapere che molti passeggeri sarebbero stati trasportati con nave Rfi. Se da un lato questa possibilità è una buona notizia, dall’altro vuol dire che manca una buona comunicazione. Abbiamo raccolto testimonianze dirette di persone che hanno affrontato l’odissea raccontata perché in biglietteria è stato detto loro che non c’era nessuna nave e di recarsi alla Caronte.

Se c’è questa possibilità (tra l’altro una di quelle che suggerivamo) va ufficializzata, con annunci in digitale sul sito di Blujet e direttamente all’imbarco con avvisi scritti e da parte del personale.

2 commenti

  1. meno male che hanno nominato l’ammiraglio Nunzio Martello come coordinatore del tavolo sulla mobilità dello Stretto.

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  2. Bisogna comunque riproteggere i passeggeri con ogni mezzo. Meglio se con una stessa nave bidirezionale RFI. Il nuovo ammiraglio deve imporre a Blu Jet ed a RFI tale dovere di continuità territoriale

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