Sulla panchina del Messina torna Modica, la riflessione di Ciccio Manzo VIDEO

Sulla panchina del Messina torna Modica, la riflessione di Ciccio Manzo VIDEO

Domenico Abbriano

Sulla panchina del Messina torna Modica, la riflessione di Ciccio Manzo VIDEO

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lunedì 10 Luglio 2023 - 17:55

Inizia con un ritorno in panchina il settimo anno di gestione Sciotto. Il giornalista: "Una scelta per far divertire? Il presidente ha fatto bene"

MESSINA – Un ricorso storico quello del Messina affidato, nel pomeriggio di sabato, alla guida tecnica di Giacomo Modica. Faro del centrocampo biancoscudato degli anni ’80 e già sulla panchina del club con Pietro Sciotto al timone, nella stagione 2017/2018; è proprio dal fedelissimo di Zednek Zeman e dalla sua capacità gestionale che passeranno gran parte delle speranze dei tifosi di veder ribaltate le deludenti ultime due stagioni agonistiche. Non basterà solo Giacomo Modica. Servirà tanto, tantissimo altro per raggiungere quelle prestigiose caselle della classifica di serie C, riservate ai Play-Off promozione.

Certamente l’ingaggio di Modica è da considerare un ottimo punto di partenza, un segnale forte all’ambiente messinese da parte del patron giallorosso, sulla volontà di ricucire e far ogni cosa finalmente perbene, anche ritornando sui propri passi; un passaggio significativo cui, però, dovrà necessariamente seguire, ed in tempi brevissimi, la concretizzazione delle tante voci normalmente presenti nella lunga lista delle “cose da fare” di una società professionistica.

Ciccio Manzo: “Giacomo Modica, padroncino del centrocampo e piedi straordinari”

Ne abbiamo parlato con Ciccio Manzo, giornalista sportivo e memoria storica del calcio messinese, che Giacomo Modica lo conosce bene da uomo e altrettanto lo ricorda da calciatore: “Due stagioni, prima con Zeman nell’88/’89, poi l’anno dopo, con Francesco Scorsa che però venne esonerato (dopo l’undicesima di andata, ndr). Arrivò Adriano Buffoni e anche il goal di Paolo Doni, a Pescara, nello spareggio per la permanenza in serie B. E Giacomo era il padroncino del centrocampo. Lo è stato per due anni perché era un calciatore che, di questi tempi, farebbe comodo a tutte le squadre. Di questi tempi, non ce ne sono tanti organizzatori di gioco come Giacomo Modica; tutt’altro”.

Nei ricordi di Ciccio Manzo, pochi goal, quelli di Giacomo (due nella prima stagione messinese, ndr), un gioco di testa praticamente assente, visti gli appena 170 cm di altezza, ma tanta grazia nei suoi piedi fatati, come purtroppo poca la sorte che lo ha accompagnato da allenatore: “Non è Kobe Bryant ed è normale che i colpi di testa non siano stati la parte migliore del suo repertorio. Poi, se è migliorato andando avanti, con la vecchiaia, non lo so (ride, ndr). Però, piedi straordinari e un sinistro che cantava e con cui sapeva cosa fare. Un facitore di gioco straordinario e un ragazzo perbene; da giocatore e lo è anche da allenatore”.

Giacomo Modica, da calciatore messinese ha indossato la maglia numero 4

Ripartire per proporre bel gioco

Il resto è passato recente: “L’ho rivisto a Messina cinque anni fa. L’ho letto e seguito nei vari club dove è andato a ficcarsi; ritengo anche sfortunatamente negli ultimi periodi. Non ha fatto granché. Qualche passaggio a vuoto lo ha avuto. Sfortunato in tantissime circostanze. Speriamo che ripartendo dalla serie C, dove non allena da qualche anno, possa ripartire anche la sua capacità di proporre bel gioco. Con lui probabilmente, al netto di Novelli in serie D, si è visto un allenatore proporre gioco di buon livello per la categoria. Prese la squadra all’ultimo posto e la portò ai confini dei play-off; mi pare con 14 vittorie e 9 pareggi. Fece bene e anche lì, il presidente Sciotto, si privò di Giacomo Modica”.

Adesso torna a Messina nel momento forse più delicato delle recente storia del calcio messinese: “Giacomo è tornato e con lui, come direttore sportivo, Domenico Roma (anche se non ancora ufficializzato al momento in cui scriviamo, ndr)”.

“Scelto perché ha fatto divertire? Sciotto ha fatto bene”

Dopo una riflessione personale sulla trattativa per la cessione della società e che troverete nel video integrale dell’intervista, Ciccio Manzo torna a parlare dell’ultima decisione del presidente Sciotto: “Con lui il presidente non si era lasciato in grandissimi rapporti. Ma il presidente è molto strano; la notte pensa quello che pensano gli altri in ordine all’argomento che lo tiene in evidenza nel periodo e, l’indomani mattina, alzandosi, si propone di fare il contrario. Sciotto lo vedo così. Qualcuno ha voluto ricordare le parole che sono volate tra Modica e il presidente. Invece, il presidente ha scelto Modica. Se lo ha scelto perché si è ricordato che Modica lo ha fatto divertire, ha fatto bene. Trovare i motivi per cui Sciotto fa una cosa e come dirmi di partire per lo spazio fra dieci minuti. E’ la stessa cosa; impossibile”.

“Modica, uomo di grande correttezza e disponibilità”

Che il miglior Modica – calciatore, allenatore – si sia visto proprio a Messina, lascia ben sperare: “Perché coincide con il miglior gioco, al netto di Franco Scoglio che non lo tocco e non lo voglio toccare, visto a Messina e di scuola zemaniana. Non scordiamo che Modica è stato il secondo di Zeman alla Roma e in Turchia. E’ uno zemaniano da sempre. Però, applicare il gioco dello Zeman di allora, con le squadre di modesta qualità con le quali si è dovuto rapportare Modica, è difficile. Il gioco di Zeman ha bisogno di uomini di qualità perché venga applicato”.

Ma proprio Giacomo Modica a Messina ci è riuscito: “Cinque anni fa e per poco non ci ha dato una grande soddisfazione (quella di centrare un piazzamento play-off, ndr). Poi, siccome a Giacomo voglio bene, sono veramente contento che sia arrivato a Messina. Anche perché lui ha sempre mantenuto un rapporto di diplomazia, si potrebbe dire, e grandissima correttezza e disponibilità con l’ambiente. E’ sempre stato ben voluto e accettato, anche nei momenti difficilissimi.

Da calciatore, a Messina, qualche passaggio a vuoto: “Lo ha avuto, ce l’hanno tutti, soprattutto se guidi il centrocampo di una squadra per giunta zemaniana; però, ha mantenuto sempre il suo stile e la sua correttezza. Ha avuto sempre un buon rapporto con la stampa e con i tifosi. Mi auguro che sia rimasto il Modica, e mi accontento, di cinque anni fa e che i due/tre anni trascorsi in maniera modesta siano valsi a dare al nostro allenatore una spinta di orgoglio in più per poter dimostrare quanto bravo possa essere veramente. Ci siamo sentiti. Eravamo tutti e due contenti. Con tanti, che chiamo monumenti del passato messinese, ho mantenuto un rapporto di affetto e di stima reciproca. Li ritengo dei buoni amici, corretti e leali. Questa è la cosa più importante”.

Mister Modica, torna a Messina dove ha indossato i colori giallorossi da calciatore e allenatore

Non basta il grande allenatore per la serie C

Sarà un compito, quello di Modica, che già lo obbliga a porsi al primo posto di quella speciale classifica dei mediatori richiesti per mettere insieme i lembi di un calcio nostrano maltrattato: “Lo vedremo. Se avessi dovuto scegliere, partendo dal presupposto che Modica non volesse saperne più di venire a Messina, al primo posto avrei messo Raffaele Novelli. Volendo fare un campionato di vertice avrei chiamato, per esempio, Delio Rossi. Ma io sogno in grande; sono un visionario”.

“Però, ci vorrebbero tantissime altre cose – prosegue il giornalista messinese. Non basta il grande allenatore per la serie C. Almeno quest’anno ci dovremo fare bastare i risultati. Giacomo farà comunque di tutto per fare giocare bene la squadra. Vedremo se poi gli verranno dati giocatori importanti e quelli che abbiamo resteranno; anche questo dipenderà dal presidente e dal nuovo direttore sportivo. La città li vorrebbe; nell’ordine, Fumagalli ad esempio. Sarà d’accordo il presidente? Sarà d’accordo Modica? Non possiamo andare sulle supposizioni, per quanto visionari possiamo essere, innamorati, passionali. Nel corso della nota trattativa, tutto camminava sulle supposizioni. Dobbiamo andare sui fatti e si chiamano risultati, campo sportivo, buon terreno di gioco, organizzazione societaria, buona comunicazione. Nel calcio i fatti sono questi; fatti che trovano la loro realizzazione fuori dal campo e così determinanti da indirizzare anche le partite: la serenità della squadra, dei singoli.

Di loro non perde occasione per menzionarli, sempre: “Nell’84, quelli definiti bastardi (i giocatori di Franco Scoglio, ndr) lo erano veramente tutti; lo erano di fatto: nell’animo, nelle gambe, nella testa. Poteva succedere qualunque cosa: appena salivano quegli scalini degli spogliatoi si trasformavano in demoni. Erano dei dottor Jekyll e mister Hyde; come il loro allenatore, il loro presidente e le persone, pochissime, che gli stavano attorno”.

Sciotto, quando si parla di chi lo consiglia

Il pensiero di Ciccio Manzo torna al presente: “Ora sento dire e scrivere di gente attorno al presidente che non lo supporti tanto. Non so di chi parlino; qualche volta sui social e i giornali on line si parla in maniera subliminale. Non si arriva sempre a capire a chi si rivolga. Poi, per uno come me abituato a farsi i fatti propri… Sapevo solo del magazziniere Giovanni Cirino perché l’ho conosciuto d’estate alla Cittadella universitaria. Non sapevo chi avesse attorno Sciotto. Quando si parla di quelli che lo consigliano. Ma chi sono? Non l’ho mai capito. Mai è stato presentato, in maniera ufficiale, un organigramma societario”.

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Un commento

  1. Finché Sciotto o qualche suo familiare sarà alla guida del Messina non andrò più allo stadio

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