Furci. La maggioranza fugge dall'aula per evitare la bocciatura del Bilancio

Furci. La maggioranza fugge dall’aula per evitare la bocciatura del Bilancio

Carmelo Caspanello

Furci. La maggioranza fugge dall’aula per evitare la bocciatura del Bilancio

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sabato 23 Dicembre 2017 - 07:18

Il capogruppo di minoranza Rigano: "Spettacolo indecoroso, si dimettano. Siamo alla farsa". Seduta riconvocata per il 27 ma c'è il rischio che anche in quell'occasione manchi il numero legale. Il gruppo che fa capo al sindaco Foti è allo sbando

FURCI. Amministrazione comunale e “maggioranza” fanno harakiri sul Bilancio di previsione. Ormai privi di numeri per garantire l’approvazione degli argomenti all’ordine del giorno, gli esponenti di quel che resta del gruppo che ha supportato il sindaco Sebastiano Foti si è visto costretto ad abbandonare l’aula e far cadere il numero legale per evitare che lo strumento finanziario venisse bocciato. Una farsa. Un teatrino indecoroso sul quale ha aperto il sipario il capogruppo di maggioranza quando ad un certo punto ha chiesto la sospensione della seduta. Istanza bocciata. La maggioranza che non c’è più va sotto. A quel punto allo stesso Garufi e a tutti gli altri (Giovanni Curcuruto, Agatino Pistone, Concetto Ralli e Rosaria Ucchino) non resta che darsela a gambe. In aula restano i consiglieri di minoranza (Rigano, Moschella, Cocuccio, Vita e Trimarchi), gli indipendenti Raluca Sandra e Santino Settimo e il presidente del Consiglio, Gianluca Di Bella (erano assenti Rosario Ferrara e Martina Casablanca della maggioranza). Non resta che constatare la mancanza del numero legale e chiudere la seduta. La riunione viene immediatamente riconvocata per il 27 dicembre alle 10. Tre i punti all’ordine del giorno. Il secondo è di nuovo il Bilancio di previsione. Quel che fu il gruppo di maggioranza rischia di non avere nuovamente i numeri. Ma ciò che è ancora più grave è che si rischia di non poter espletare una serie di adempimenti finanziari (ad esempio il pagamento dei mutui) che hanno una scadenza perentoria al 31 dicembre. E ciò potrebbe causare un danno all’erario. Il capogruppo di minoranza Francesco Rigano parla di “ennesimo strafalcione politico della maggioranza consiliare fedele all’amministrazione Foti proprio in occasione del Consiglio comunale fissato in seduta straordinaria e urgente per l’approvazione del bilancio di previsione 2017. Nonostante la minoranza abbia con coerenza e responsabilità politica consentito l’anticipazione della seduta consiliare, rinunciando ai termini di deposito degli atti – prosegue Rigano a nome del resto del gruppo – quella che doveva essere una votazione scontata, almeno dal punto di vista della maggioranza, si è rivelata un momento di imbarazzo politico per i componenti del consiglio rimasti fedeli all’esecutivo, i quali non avendo i numeri in aula per procedere alla votazione del bilancio sono dovuti ricorrere, per salvare la faccia – e la sedia – all’antipatico espediente di far saltare la prosecuzione dell’assemblea abbandonando l’aula e facendo mancare il numero legale. Ebbene il mondo funziona alla rovescia: oggi che sia stata la maggioranza a ricorrere a certi espedienti la dice lunga sulla loro consistenza politica, oramai fumosa e agonizzante, frutto di un incedere approssimativo e privo di competenza amministrativa. L’elenco sarebbe lungo – incalza Rigano a fine seduta – ma possiamo dire che oggi abbiamo assistito ad una scena teatrale tutt’altro che brillante, svoltasi in assenza di copione, che non fa altro che confermare il pessimo momento storico politico che sta attraversando il paese di Furci e che speriamo si concluda il più presto possibile. A riprova della figuraccia politica, non appena conclusosi il vergognoso consiglio odierno lo stesso è stato immediatamente riconvocato, in seduta straordinaria ed urgente, per mercoledì 27 dicembre con all’ordine del giorno sempre l’approvazione del bilancio di previsione 2017. Tanto ancora l’anno deve finire! Si dimettano sindaco e assessori – conclude Rigano – prendendo coscienza e assumendosi la responsabilità del loro totale fallimento politico”.

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