Una petizione nazionale per dire no ai nuovi elettrodotti

Una petizione nazionale per dire no ai nuovi elettrodotti

Antonella Trifiro

Una petizione nazionale per dire no ai nuovi elettrodotti

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sabato 04 Aprile 2015 - 08:29

La lotta dei comitati di tutela ambientale assume ora un carattere nazionale e scatta la petizione online per contrastare la realizzazione degli elettrodotti in tutta Italia

"Fermate i cantieri dei mega-elettrodotti e avviate un processo di revisione dei nuovi progetti al fine di individuare soluzioni compatibili con le caratteristiche dei luoghi e la salvaguardia della salute dei cittadini". E' questo il messaggio che si legge in testa alla petizione indetta su change.org dai comitati di tutela ambientale che continuano la propria lotta contro la realizzazione degli elettrodotti Terna. Su iniziativa delle associazioni messinesi si è costituito, infatti, un Coordinamento Nazionale con comitati presenti su tutto il territorio.

Numerosi i gruppi che promuovono la petizione, la prima delle azioni che si vogliono intraprendere, su invito delle Associazioni MAN, I Cittadini di Villafranca Tirrena, il Comitato per la Tutela di Venetico ed il Comitato Mamme per la Vita di Saponara, che lanciano un appello a cittadini e altre associazioni affinché aderiscano all’iniziativa e si crei un fronte comune per contrastare l’opera di Terna.

Accolgono quindi l'invito: il Coordinamento comitati no elettrodotto "Villanova-Gissi", il Comitato "No ecomostro Settimo",il Comitato Salute Tutela Ambiente Rispetto Cittadini (StarC),il Comitato “No elettrodotto Chiaramonte Gulfi Ciminna”, i Comitati Civici della Valbelluna, Comitato "Alta Valtenna", il Comitato "I lupi dei sibillini", il Comitato "Alta tensione", il Comitato "Salviamo il Paesaggio Valdossola", il Comitato di Belforte del Chienti, il Comitato per la tutela ambientale dell'Alta Fiastrella e i Comitatinrete (Coordinamento comitati delle valli del Metauro, Cesano e Candigliano). Numerose sono state le iniziative intraprese in questi mesi da tali comitati per far sentire la propria voce. Perché al di là delle rassicurazioni del colosso Terna, la paura dei cittadini non accenna a diminuire.

"I nuovi elettrodotti ad alta tensione che l'azienda Terna vuole realizzare – si legge nel testo della petizione – sono quasi sempre grandi opere che aggravano i rischi per la salute, deturpano il paesaggio e minacciano il turismo rurale, espropriando la terra a migliaia di cittadini". "I sostegni, alti fino a ottanta metri e sui quali scorrono da 10 a 19 grossi cavi, vengono spesso realizzati in aree a rischio idrogeologico in un paese che frana a ogni pioggia, senza che vi siano controlli indipendenti sulla reale necessità delle opere. In Sicilia parte dell’elettrodotto Sorgente-Rizziconi è al momento sotto sequestro per gravi violazioni ambientali".

E' infatti recente la notizia del sequestro del pilone numero 40 posizionato a Saponara e, precisamente, in una zona posta sotto tutela dalla soprintendenza come territorio di pregio. Un atto che ha incoraggiato ancora di più la lotta dei comitati, mentre Terna dichiarava reale il rischio blackout per la Sicilia e definiva grave il danno che tale sequestro avrebbe provocato non solo ai siciliani ma a tutti gli italiani. Ma i comitati ambientalisti non mollano e non vogliono sentire ragioni: Villafranca, San Pier Niceto, Serro, Venetico e la Valle del Mela sono zone nelle quali, a loro avviso, non andava aggiunto "un grammo di inquinamento" in più.

Nella petizione indetta su change.org i comitati e le associazioni si rivolgono al Presidente della Repubblica, al Governo e al Parlamento, chiedendo di fermare i cantieri dei mega-elettrodotti e di avviare un processo di revisione dei nuovi progetti al fine di individuare soluzioni compatibili con le caratteristiche dei luogi e la salvaguardia della salute dei cittadini; assicurare la manutenzione della rete esistente per mitigarne l'impatto e migliorarne la sicurezza e l'efficienza; attuare i piani di risanamento previsti e produrre l'energia elettrica dove serve evitando al massimo i grandi trasporti. Infine, i gruppi che promuovono tale iniziativa chiedono anche di creare una Commissione aperta alla partecipazione dei cittadini, al fine di valutare come intervenire nelle pochissime aree di reale criticità nella trasmissione con sistemi meno impattanti e più sicuri come le linee interrate schermate. L'obiettivo è quello di raccogliere 50 mila firme.

Per saperne di più e aderire alla petizione basta visitare l'indirizzo: https://www.change.org/p/nuovi-elettrodotti-grandi-opere-devastanti-usiamo-il-denaro-dei-cittadini-per-manutenere-la-rete-esistente?recruiter=152183105&utm_source=share_petition&utm_medium=email&utm_campaign=share_email_responsive

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