Terzo Livello: Emilia Barrile torna in libertà

Terzo Livello: Emilia Barrile torna in libertà

Redazione

Terzo Livello: Emilia Barrile torna in libertà

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martedì 22 Dicembre 2020 - 16:01

La Corte d'appello ha accolto la richiesta del difensore Silvestro. La Barrile è ai domiciliari da due anni e 5 mesi

L’ex presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile, arrestata nell’ambito dell’operazione Terzo Livello, da oggi torna in libertà. E’ quanto ha deciso la Corte d’appello accogliendo l’istanza dell’avvocato Salvatore Silvestro in merito alla revoca degli arresti domiciliari, misura alla quale era sottoposto sin dall’agosto del 2018.

Torna libero anche Marco Ardizzone, difeso dall’avvocato Carlo Autru Ryolo.

Condanna dimezzata

La Corte d’appello nei giorni scorsi ha infatti dimezzato la condanna di primo grado, riducendola da 8 a 4 anni, rivedendo in parte la sentenza emessa dal Tribunale nel 2019. La Barrile è stata quindi assolta da un episodio di traffico illecito di influenze, dall’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio in concorso e l’accusa è stata trasformata da induzione indebita in quella meno grave di traffico di influenze. La condanna per lei è perciò scesa da 8 anni e 3 mesi a 4 anni. Anche l’interdizione legale è stata ridotta a 5 anni rispetto alla durata della pena come richiesto in primo grado. Proprio in virtù del dimezzamento della pena e del fatto che finora ha scontato 2 anni e oltre 5 mesi ai domiciliari, i giudici hanno accolto la richiesta di revoca della misura e la Barrile ed Ardizzone tornano liberi.

Ricorso in Cassazione

Nel frattempo il suo difensore, l’avvocato Salvatore Silvestro ha già annunciato che ricorrerà in Cassazione contro la sentenza d’appello. “Siamo soddisfatti a metà – ha commentato il suo difensore, l’avvocato Salvatore Silvestro  vi era margine per una revisione più liberatoria. Certamente andremo in Cassazione”.La Corte d’Appello ha rivisto in buona parte il verdetto emesso dal Tribunale lo scorso anno, decidendo parecchie assoluzioni parziali e totali.

Restano in piedi, invece, le accuse che riguardano la gestione della cosa pubblica, in particolare gli episodi relativi all’Atm e all’Amam. Le due partecipate del Comune di Messina quindi, rappresentate dall’avvocato Giovanni Mannuccia, dovranno essere risarcite.

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