Troades e Lo stato d’assedio: una catarsi conclude l’XI edizione

Troades e Lo stato d’assedio: una catarsi conclude l’XI edizione

Troades e Lo stato d’assedio: una catarsi conclude l’XI edizione

domenica 20 Maggio 2012 - 11:01

Durante la manifestazione un minuto di silenzio per la giovane Melissa Bassi.

XI edizione di Tindari TeatroGiovani all’insegna della commozione con un minuto di
raccoglimento per la studentessa Melissa Bassi, uccisa dal barbaro attentato di Brindisi. Ancora più
catartico è stato, perciò, assistere alla splendida messa in scena delle Troades da Seneca ed
Euripide. Ecco lo strazio delle donne-madri troiane senza spazio e senza tempo, su cui spiccava la
minuta ma potente e solenne Ecuba. Dalla sua voce, da quella di Andromaca, da quella della
delicata Polissena una sola accusa, una sola rampogna, una sola condanna della violenza della
guerra e delle sue tragiche conseguenze verso i soggetti più deboli.
E tutti avrebbero voluto che le parole del messo “nessuno è riuscito a governare fondandosi sulla
violenza”, fossero vere: invece l’amara realtà ci conferma costantemente del contrario. Con Ecuba
diciamo “Ah! Troia! infelice Troia, sei finita e finiti sono coloro che ti hanno lasciato, i vivi e i
morti”.
Non meno sofferto il dramma presentato dal Laboratorio del Liceo “Vittorio Emanuele III”, “Lo
stato di assedio” di Albert Camus: un assedio metaforico del Potere, amplificato dallo sdoppiamento
della Peste in due figure femminili, ben caratterizzate da Lorenza Rifici, gerarca spietata, e Alessia
Pizzuto, interprete di un potere maniacale e dall’ironia sferzante, non senza punte di leziosità
(appare in scena giocherellando con una piccola Barbie).
Alle radiazioni programmate solo chi non ha paura può vincere, solo chi ama gratuitamente può
sconfiggere “il terrore” in tutte le sue forme: l’amore di Diego (un appassionato e problematico
Francesco Aricò) per Vittoria (un’innamorata dolce e fiduciosa, impaurita ma incrollabile e pronta a
morire pur di non lasciare l’amato) non rinuncia, infatti, a sacrificarsi per l’umanità. “L’amore di
questa donna è il mio regno”, dice, “Posso farne ciò che voglio. Ma la libertà di questi uomini
appartiene a loro. Non posso disporne”. E’ lui che oppone il suo senso di giustizia a quello cinico e
perverso del potere e alla battuta della Peste “Non si può essere felici senza fare del male agli altri.
E’ la giustizia di questo mondo” risponde “Non sono nato per consentire a questa giustizia”. Altro
personaggio chiave dell’opera è Nada (Niente), interpretato con il graffiante e irriverente nichilismo
di Graziano Virzì) che incarna lo spirito libero e la dignità dell’essere umano che non si piega al
potere e sceglie di lanciarsi nel mare dall’arco del Teatro. Lo spettatore rimane con la suggestione
di un’uscita di scene così commentata. “Le onde impetuose lo sferzano e lo soffocano dentro le loro
criniere. La bocca bugiarda si riempie di sale e tacerà, finalmente. Guardate: il mare furibondo ha il
colore degli anemoni. Ci vendica. La sua ira è la nostra. Grida l’adunata a tutti gli uomini del mare
per il convegno dei solitari. O onda, o mare, patria degli insorti, ecco il tuo popolo che non cederà
mai. L’ondata immensa, nutrita nell’amarezza delle acque, spazzerà via le vostre città orribili”.
Il mare, che nel testo di Camus ha il grande valore simbolico della purificazione e della libertà,
nella regia di Stefano Molica si amplifica nello splendido scenario naturale di Tindari. La scelta del
nichilista Nada, quindi, è un appello alla palingenesi dell’umanità, un appello alla solidarietà di tutti
gli uomini contro la cecità del potere. Gli applausi di una cavea gremita hanno confermato la qualità
del lavoro del regista che da tanti anni accompagna il percorso di Tindari TeatroGiovani; con lui si
è complimentata il Dirigente Scolastico, Prof.ssa Grazia Gullotti Scalise, riconoscendo la difficoltà
del testo scelto per il Laboratorio teatrale di quest’anno, coordinato dalla Prof.ssa Clotilde Grazia, e
alla cui riuscita, ha detto, hanno contribuito anche altri docenti e tutto il personale ATA.
Prof.ssa Maria Lucia Lo Presti

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