Tempi duri per l’Ateneo messinese: previsti tagli, rimodulazione del personale e vendita degli immobili

Tempi duri per l’Ateneo messinese: previsti tagli, rimodulazione del personale e vendita degli immobili

Tempi duri per l’Ateneo messinese: previsti tagli, rimodulazione del personale e vendita degli immobili

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giovedì 14 Luglio 2011 - 22:42

La prossima settimana conferenza stampa del rettore Tomasello e del direttore amministrativo, Cardile, che illustreranno il piano di razionalizzazione delle risorse e dei finanziamenti per i servizi istituzionali . Intanto, il Senato accademico ha approvato un documento d’indirizzo

I tempi sono duri per tutti e non fa certo eccezione il mondo universitario. Anzi, proprio in quest’ambito il futuro riserva poche notizie liete dal punto di vita economico Nel 2011, è prevista per gli Atenei la riduzione dell’F.F.O. nazionale di circa 300 milioni di euro rispetto al 2010 con un aumento al 13,5% del fondo per la cosiddetta premialità (circa 920 milioni di euro). Si va, inoltre incontro ad una ulteriore decurtazione di circa 400 milioni di euro per il 2012. Una vera e propria emergenza finanziaria, quindi, per le Università italiane, che cominciano ad avvertire gli effetti della legge 240, meglio nota come Riforma Gelmini, che impone rigore ma soprattutto tagli. Anche l’ Ateneo messinese , ovviamente, dovrà adeguarsi alle nuove disposizione legislative e programmare la razionalizzazione delle spese e l’incremento delle entrate. Il piano è già stato messo a punto e sarà illustrato, venerdì 22 luglio, dal rettore Francesco Tomasello e dal direttore amministrativo, Giuseppe Cardile, che incontreranno la stampa per spiegheranno nel dettaglio i provvedimenti che saranno adottati. Intanto,sulle linee di indirizzo e programmazione per le misure di razionalizzazione delle risorse e dei finanziamenti per i servizi istituzionali , il Senato Accademico, nella seduta del 12 luglio scorso, ha approvato – all’unanimità e su proposta del rettore – un importante documento, che traccia la strada da percorrere e preannuncia tagli ma «non indiscriminati»; rimodulazione del personale, anche al Policlinico; e vendita degli immobili “inutili”.

Prima, però, il documento dà spazio all’auto-celebrazione, che non guasta mai. « L’Ateneo di Messina – si legge testualmente – ha fatto in questi anni il proprio dovere utilizzando al meglio e senza sprechi il proprio finanziamento e chiudendo anno dopo anno il bilancio in pareggio, traguardo che non tutte le Università possono vantare. Da questo anno diminuisce di oltre un milione di euro la quota dei mutui, con un decremento ulteriore dell’indebitamento che era già ampiamente sotto soglia. In tre anni, è stata ridotta di oltre un milione di euro la voce di bilancio per affitti di immobili. Sono state ridimensionate in modo consistente le spese per forniture di beni e servizi (pulizie, guardiania, ecc.).Sono altresì diminuite, in accordo alla programmazione, le unità di personale docente e tecnico amministrativo (circa 1250 docenti del 2011 rispetto ai 1400 del 2004; circa 1350 tecnici amministrativi del 2011 rispetto a 1900 del 2004)».
Dal recente passato all’immediato futuro, nel quale il Senato accademico avvisa che «dovranno essere ridotte le risorse destinate ad alcuni organi collegiali, ai professori a contratto, ad attività istituzionali non prioritarie. Si devono di contro – spiega ancora il documento- ricavare maggiori entrate dalla vendita di immobili non più funzionali per le attività istituzionali; dalla lotta alla evasione nella contribuzione studentesca; dalla partecipazione alle spese di funzionamento dell’Ateneo nell’ambito dei Progetti di ricerca finanziati a livello regionale, comunitario, ministeriale e come attività conto terzi». Nel documento viene, inoltre, fatto presente che «saranno altresì necessarie ulteriori riforme strutturali capaci di produrre, al contempo, economie e incrementi dei livelli di efficienza, come ad esempio una riorganizzazione della struttura amministrativa centrale e un reengineering nella distribuzione del personale per i futuri Dipartimenti sia con riguardo alle unità che alle competenze necessarie.Questo processo deve portare ad una definizione degli esuberi e dei vuoti di organico che consenta una razionale programmazione del personale tecnico-amministrativo in un rapporto 1:1 con il personale docente. Non può essere estranea a questa riorganizzazione la rimodulazione del personale del Policlinico in considerazione del graduale riassorbimento delle figure professionali sanitarie da parte dell’Azienda e della corrispettiva definizione del fabbisogno di personale destinato alla didattica e alla ricerca della Facoltà di Medicina e Chirurgia».

Tagli e contenimento della spesa, dunque, ma con paletti precisi in settori considerati dall’organo di governo quasi “intoccabili” , per i quali cioè non possono essere previste modifiche significative nelle voci di bilancio, «soprattutto per motivazioni di etica pubblica e di coesione sociale». In particolare, secondo il Senato accademico non si dovrebbe: «Aumentare le tasse degli studenti; Contrarre le risorse per i servizi agli studenti; Ridurre i fondi per la premialità del merito e, nel prossimo futuro, per l’incentivazione dei docenti; Ridurre i fondi per la ricerca; Rinunciare alla oculata assunzione di ricercatori a tempo determinato, assegnisti e dottorandi di ricerca, preferenzialmente attraverso finanziamenti esterni».
«In questo scenario – scrivono i senatori – non va trascurato il valore dell’Accordo di Programma Quadro fra Regione e Università siciliane per la attivazione delle diverse misure dei fondi comunitari che possono rendere disponibili significative risorse a beneficio di tutti gli Atenei siciliani, a condizione di un tempestivo avvio delle procedure».
Il Senato accademico è convinto che anche «la centralizzazione nell’acquisizione di beni e il potenziamento nell’informatizzazione dei servizi di Ateneo potranno generare ulteriori economie su larga scala, come dimostrato dalle esperienze attuate in altri settori strategici del Paese ».

Il documento approvato dall’organo di governo si conclude con impegno preciso: «L’Università di Messina … non si sottrarrà al dovere di contribuire allo sviluppo culturale e tecnologico del suo territorio, dal quale trae l’ispirazione per le sue attività istituzionali e al quale intende restituire il suo impegno per un progresso basato sulla conoscenza». (Danila La Torre)

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