Tutti gli agenti coinvolti nell'inchiesta sul reparto blu del penitenziario. E c'è anche il caso Lauria
Trapani – E’ un quadro desolante di trattamenti ai limiti dell’umanità e certamente agli antipodi della finalità ascritta al carcere dalla Costituzione Italiana, quello emerso dall’inchiesta dei Carabinieri di Palermo su due anni di retroscena del carcere di Trapani. Di là delle singole responsabilità penali e il grado di coinvolgimento individuale, per tutti la Procura ipotizza reati pesantissimi: concorso in tortura e abuso di potere.
Tutti i nomi
L’inchiesta è sfociata oggi nell’arresto di 14 agenti penitenziari in servizio tra il 2021 e il 2023 e la sospensione di altri 11 agenti. Questi i nomi (dove non diversamente indicato, si tratta di nati a Trapani. Domiciliari per: Filippo Guaiana, 40 anni, Antonio Mazzara (60), Filippo Bucaria (54) di Paceco; Claudio Di Dia (56), Andrea Motugno (36) di Napoli; Claudio Angileri (58) eFrancesco Pantaleo (35) di Marsala; Salvatore Todaro (44), Stefano Candito (55), Roberto Passalacqua (48) e Antonino Fazio (29) di Erice. Sospesi dalla polizia penitenziaria, invece: Massimo Anzelmo (43) e Paola Patrizia Basiricò (50) Erice; Salvatore Curatolo (54), Angelo Drago (60), Antonino Ficara (58), Alessandro Iabichella (52), Francesco Marrone (56), Giuseppe Martines (40), Guglielmo Montalto (56), Andrea Pisciotta (47), Giuseppe Francesco Prestifilippo (55), Nicolò Rondello (56), Salvatore Schifano (58), Pasquale Tartamella (58).
Le denunce sul reparto blu
L’inchiesta è partita nel 2021 da numerose segnalazioni sul “reparto blu” poi chiuso del penitenziario, quello destinato ai detenuti con problemi psichiatrici. Proprio tra questi ci sono le vittime dei comportamenti contestati dalla Procura di Trapani agli agenti, definiti come vere e proprie torture.
Agli atti anche le segnalazioni dell’associazione Nessuno Tocchi Caino, preoccupata della situazione dopo una ispezione. Durante il sopralluogo la delegazione della sigla dei Radicali ha rilevato come casi critici anche quello di Domenico Ivan Lauria, il messinese morto a 28 anni nel carcere di Catanzaro qualche giorno fa, ora al centro di una inchiesta che mira a fare luce sulle cause del decesso e aperta dopo le denunce dell’avvocato Pietro Ruggeri relative anche ai mancati appelli per “tirarlo fuori” dai carceri dove è stato rinchiuso, a cominciare appunto da quello Trapani.

MA FATEMI CAPIRE COME FUNZIONA IL GIORNALISMO ADESSO!
IL NOME DI CHI COMMETTE REATI CONTRO IL PATRIMONIO E CONTRO LA PERSONA ANCHE ABITUALMENTE (C.D. DELINQUENTI…PERCHE’ QUESTO SONO) NON VENGONO PUBBLICATI MAI; INVECE QUANDO GLI ARRESTATI O INDAGATO SONO APPARTENENTI ALLE FORZE DELL’ORDINE VENGONO PUNTALMENTE SPUTTANATI AL PUBBLICO!
E’ CORRETTO SECONDO VOI?