"Vogliamo andare a scuola anche noi", l'appello dei ragazzi disabili in Prefettura

“Vogliamo andare a scuola anche noi”, l’appello dei ragazzi disabili in Prefettura

Francesca Stornante

“Vogliamo andare a scuola anche noi”, l’appello dei ragazzi disabili in Prefettura

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martedì 05 Novembre 2013 - 14:11

L'amarezza dei genitori, la rabbia dei lavoratori, la richiesta di aiuto degli studenti disabili. Sono i volti della protesta di questa mattina in Prefettura per la sospensione del servizio di trasporto e assistenza. "Crocetta si passi una mano sulla coscienza".

Simone ha 18 anni, frequenta la II H dell'Istituto Ainis, sorride, è allegro, ma vuole raccontare a tutti che senza il pulmino e senza l'aiuto quotidiano del suo assistente andare a scuola è impossibile. Lui però non vuole rinunciare allo studio. Vuole continuare, si diverte, oggi ha scioperato con un cartello in mano perchè ha capito cosa è accaduto in queste settimane e, insieme a tanti altri, ha chiesto aiuto. Simone non è l'unico. I ragazzi disabili che rischiano di non poter più andare a scuola perchè la Regione non ha inviato le risorse necessarie per il servizio di trasporto e assistenza negli istituti superiori sono quasi 300. C'è Giada che vive a Villafranca, frequenta l'istituto a Giammoro e adesso per andare anche solo in bagno deve sperare nella bontà dei collaboratori scolastici che non hanno alcuna competenza per affrontare determinate difficoltà. C'è Daniele, anche lui di Villafranca, ha 14 anni ed è al primo anno del tecnico industriale di Milazzo. Daniele non è autosufficiente, ha bisogno di assistenza costante, sua madre ieri lo ha accompagnato a scuola ma per quanto continuare? Lei anzi ne ha la possibilità ma ci sono tantissime famiglie che non possono permettersi di accompagnare ogni giorno i ragazzi a scuola, c'è chi per motivi di lavoro, chi invece perchè non può sostenere quella spesa economicamente.

I risvolti della soppressione di questo servizio sono troppi e basta chiacchierare pochi minuti con gli operatori, con i genitori di questi ragazzi, per capire perchè la Regione non può più permettersi di tacere. "Chiedo al Presidente Crocetta di passarsi una mano sulla coscienza, se ce l'ha" dice una lavoratrice, tutti chiedono una risposta perchè senza questo servizio si nega il diritto allo studio di questi ragazzi, si torna indietro di decenni, si emarginano, si lasciano agli angoli. "Fanno parte della nostra società ma pare si stia facendo di tutto per tagliarli fuori" raccontano amareggiati. La mamma di Erika, 15 anni, ha provato a parlare direttamente con la segreteria particolare del Presidente Crocetta e le è stato riattaccato il telefono in faccia mentre provava a spiegare le ragioni di centinaia di genitori disperati.

Oggi hanno fatto sentire la loro voce davanti la Prefettura e la protesta continuerà a oltranza. I segretari della Fp Cgil Clara Crocè e della Cisl Fp Calogero Emanuele e un gruppo di genitori hanno incontrato il vicapo di Gabinetto Caterina Minutoli, la Prefettura invierà un documento alla Regione per chiedere di mandare subito le somme necessarie a riavviare il servizio. Un’altra soluzione potrebbe essere cercata nelle pieghe del bilancio che la Provincia deve approvare, ma ci vorrà tempo e per questi ragazzi anche solo un giorno è troppo.

“Stiamo valutando se ci sono gli estremi per denunciare il Presidente Crocetta per interruzione di pubblico servizio” hanno detto i sindacalisti al termine della riunione. Per la Fp Cgil la mobilitazione continua, prossimo appuntamento giovedì mattina alle 9.30 davanti il Tribunale. Per la Cisl Fp si dovrà anche avviare subito un tavolo coinvolgendo tutte le Istituzioni, quindi anche Asp e Comune per provare a ridefinire la programmazione di servizi come questo. “Ci sono i fondi Pac e quelli della 328 che potrebbero essere una buona soluzione, se sfruttati in maniera razionale” ha detto Calogero Emanuele. Ma questi ragionamenti guardano al futuro. Intanto, ciò che è urgente è riuscire a far tornare quei ragazzi a scuola. E al momento non si sa come fare.

Francesca Stornante

Martedì, 5 novembre, 2013 – 16:11

Un commento

  1. Non ci sono parole adatte per commentare episodi come questo. E’ come voler spiegare ad un bambino che due più due fa quattro,o che tutti i corpi pesanti tendono verso il basso o che il sole è un corpo caldo e luminoso! Come si fa in questa società sempre più egoista,indifferente,arida e insensibile a spiegare che vi sono diritti inviolabili ed universali quali il Diritto alla Salute, il Diritto all’Istruzione ed il Diritto stesso all’Esistenza?
    Come si può far comprendere a certi governanti eletti dal popolo, che in una vera democrazia matura ed evoluta bisogna avere attenzione prioritariamente verso i cittadini più sfortunati, più deboli e più indifesi?
    Come si può far passare il messaggio che la civiltà e la cultura di un popolo si misurano essenzialmente da come tratta i suoi figli più deboli?
    Come si fa ad accettare che una amministrazione, con tutti i gravi e urgenti problemi che deve affrontare, possa destinare decine di milioni di euro a strutture di presunta eccellenza, esterne alla comunità siciliana, e non trovare qualche decina di migliaia di euro per risolvere problemi così urgenti ed elementari?
    Come si possono lasciare nelle proprie abitazioni in una sorta di arresti domiciliari arbitrari ed odiosi, decine e decine di bambini e ragazzi desiderosi solo di avere un’istruzione alla pari dei loro coetanei più fortunati?
    Come si fa a lasciare intere famiglie da sole ad affrontare giorno per giorno le quotidiane fatiche, i sacrifici e le sofferenze di chi deve accudire una persona non autosufficiente?
    Pensavamo che il Nuovo Corso della politica siciliana e dalla Sanità in particolare, inaugurato dalla coppia molto stimata e quotata Crocetta-Borsellino, avrebbe potuto cambiare veramente almeno in parte, la vita ed i destini della gente onesta e fiduciosa. Ma molti segnali, e questa notizia lo conferma,ci dicono che in effetti sono cambiati solo i suonatori ma la musica è sempre la stessa!

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