Trentennale di Capaci, a Reggio le "bretelle" intitolate a Falcone e alla Morvillo

Trentennale di Capaci, a Reggio le “bretelle” intitolate a Falcone e alla Morvillo

Redazione

Trentennale di Capaci, a Reggio le “bretelle” intitolate a Falcone e alla Morvillo

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martedì 24 Maggio 2022 - 11:00

Un'intitolazione "che parla ai giovani", che potranno interrogarsi sulle loro figure. E ancor più simbolica per l'adiacente nuovo Tribunale in costruzione

REGGIO CALABRIA – Da ieri, le Bretelle del Calopinace sono ufficialmente trasformate nel viale Francesca Morvillo e viale Giovanni Falcone, i due magistrati vittime della strage di mafia che si è consumata a Capaci esattamente trent’anni fa.

Accolta la proposta della Fondazione “Antonino Scopelliti”

Paolo Brunetti e Rosanna Scopelliti

L’iniziativa assume un valore simbolico doppio, in ragione della presenza lungo i due importanti assi viari della città del costruendo Palazzo di Giustizia di via del Gelsomino. L’Amministrazione comunale ha fortemente voluto questo gesto, concretizzando sùbito la proposta lanciata dalla Fondazione “Antonino Scopelliti”.

A sancire l’importante momento, che fa parte di un più articolato programma di iniziative che si sono svolte in città nella giornata del 23 maggio, in concomitanza con il trentennale della strage di Capaci, il sindaco facente funzioni Paolo Brunetti, il Prefetto reggino Massimo Mariani e le autorità civili e militari. Presenti, inoltre, il presidente del Consiglio comunale, Enzo Marra, gli assessori comunali Giuggi Palmenta, Rocco Albanese, Lucia Nucera e Francesco Gangemi, i consiglieri delegati, Francesco Barreca, e Nino Malara, il presidente della commissione Toponomastica, Domenico Cappellano e la presidente della Fondazione “Antonino Scopelliti”, Rosanna Scopelliti (già assessore comunale alla Legalità).

Un’intitolazione che “parla a giovani”

Di gesto doveroso ha parlato il Brunetti, che ha inoltre rimarcato il valore di un’intitolazione «che deve avere anche un significato educativo profondo, specie nei confronti dei più giovani che potranno, anche grazie alla nuova identità che assumono queste vie, riflettere e interrogarsi su queste due figure, sul loro percorso umano e professionale e su quanto accaduto in Italia trent’anni fa. Un nuovo segno che la città intende cucirsi addosso nella consapevolezza che la memoria debba essere un esercizio quotidiano, strettamente legato alla vita di tutti i giorni e non confinato esclusivamente ai momenti celebrativi che pure hanno una importanza certamente rilevante».

I due magistrati e compagni di vita, l’uno accanto all’altra

Giovanni Falcone e Francesca Morvillo sono morti l’uno accanto all’altra, ha infine ricordato Brunetti, «e ci piace, oggi, poterli considerare e immaginare ancora insieme, l’uno di fronte all’altra a ricordarci quanto sia importante battersi ogni giorno per la difesa dei diritti e della democrazia.

E quanto sia centrale l’opera quotidiana svolta dalle forze di polizia e dalla magistratura, per rendere i territori come il nostro, dei luoghi di convivenza pacifica e di legalità».

Rosanna Scopelliti: riflettere sulla scelta di Francesca Morvillo

Da questi stessi presupposti è nata l’iniziativa della Fondazione “Scopelliti”, ha sottolineato la presidente Rosanna Scopelliti, che ha inoltre ringraziato l’Amministrazione comunale, «per aver sposato e fatto propria questa proposta, facendo in modo che tutto potesse svolgersi rapidamente e in perfetta concomitanza con il trentennale della strage di Capaci.

Rosanna Scopelliti, intitolazione a Falcone e Morvillo delle "bretelle" del Calopinace

Molto importante, tra le altre cose, riconoscere il doveroso omaggio a Francesca Morvillo, magistrato apprezzato che è sempre stata, fino all’ultimo, al fianco di Giovanni Falcone, compiendo una scelta di vita e professionale impegnativa e coraggiosa, rinunciando ad una normalità, anche nel privato con la scelta di non avere figli, che deve farci riflettere sull’enorme sacrificio che queste donne e uomini dello Stato e penso naturalmente anche agli agenti della scorta, hanno compiuto in nome di un ideale di legalità e giustizia. Sono loro i veri esempi di cui il territorio ha bisogno e questi simboli servono proprio a questo, a ricordarcelo nel quotidiano e non solo in occasione delle giornate commemorative».

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