Truffe scoperte, l'intesa tra Inps e Gdf funziona. “Delinquere non conviene”

Truffe scoperte, l’intesa tra Inps e Gdf funziona. “Delinquere non conviene”

Marco Ipsale

Truffe scoperte, l’intesa tra Inps e Gdf funziona. “Delinquere non conviene”

lunedì 06 Maggio 2019 - 13:18

Recupero contributivo in aumento ma, soprattutto, si lavora sulla prevenzione

MESSINA – 4 milioni 760mila euro di contributi irregolari accertati nel 2017, 7 milioni 600mila nel 2018, 4 milioni 600mila nei primi quattro mesi del 2019, quindi con una proiezione tripla rispetto a due anni fa.

Sono i risultati dell’attività ispettiva di contrasto all’evasione contributiva svolta dai 23 ispettori di vigilanza dell’Inps di Messina in collaborazione con il Comando provinciale della Guardia di Finanza e, in particolare, con la Tenenza di Patti.

E ancora 1808 rapporti fittizi di lavoro annullati nel 2017, 2493 nel 2018 (di cui 1793 aziende agricole e 520 di altro tipo), 626 nei primi quattro mesi del 2019 (di cui 526 aziende agricole e 100 di altro tipo). Focus sul 2019: delle 526 aziende agricole individuate, 406 riguardano prestazioni già erogate, con 32mila 773 giornate di lavoro disconosciute ed un recupero dell’indebito di due milioni di euro.

“La novità più importante – dice il direttore provinciale dell’Inps, Marcello Mastrojeni – riguarda gli altri 120 rapporti disconosciuti, proprio la settimana scorsa, in due aziende, nella fascia compresa tra Barcellona e Patti. Considerato che ogni rapporto restituisce al lavoratori circa 5mila euro in prestazioni immediate, tra malattie, maternità, pensioni di invalidità ecc., c’è stato un risparmio effettivo di 600mila euro. In questi due casi sono state disconosciute 12mila giornate di lavoro. Si tratta, quindi, di somme bloccate alla fonte, di evasione prevenuta prima ancora di essere scoperta e prima che le somme venissero erogate, tramite la ricostruzione del modus operandi di queste persone. Delinquere non conviene più”.

E ci sono altre operazioni in corso, quindi non ancora contabilizzate, che riguardano quattro cooperative sociali e due srl, sempre nella zona tra Barcellona e Patti. Sono interessati 510 lavoratori, per un recupero contributivo di 2 milioni, oltre alle sanzioni comminate dalla Guardia di Finanza per 298mila 564 euro.

Come funziona di solito la truffa? Si creano società come scatole vuote, che danno lavoro pur senza possedere nulla solo per ottenere le prestazioni Inps. I lavoratori, in realtà, vengono distaccati presso altre aziende. Ma, quando il gioco viene scoperto, vengono addebitati contributi e sanzioni.

E come si scopre? “Con l’incrocio dei dati – spiega il responsabile della vigilanza ispettiva dell’Inps, Vincenzo Laurendi –. Se un’azienda ha mille dipendenti e dieci metri quadri di terreno… Per non parlare di quando dichiarano terreni altrui o inesistenti o incolti senza alcuna traccia di lavorazione agricola o già usati per truffe in passato e poi riusati. Il problema è che non è sempre facile recuperare le somme erogate indebitamente, si apre un procedimento giudiziario in cui bisogna dimostrare se c’è dolo o colpa o se c’è la capienza per restituire. Per questo è fondamentale bloccarli prima”.

In realtà i lavoratori sono consapevoli del sistema, anche se poi diventano l’anello debole della catena. “Pagano una quota per 102 giornate lavorative annue, che assicurano una posizione contributiva piena, ad un prezzo di 1.500 euro annui da dare agli organizzatori della truffa, che fanno tanti soldi sulla loro pelle. In cambio ottengono in prestazioni immediate Inps circa 5mila euro e in più ogni mensilità li avvicina alla pensione”.

“E’ chiaro che in questi casi non c’è alcun errore – riprende il direttore Mastrojeni – ma c’è palese dolo da parte di persone che si muovono al di fuori della legalità e creano un danno alle persone oneste. L’obiettivo è quello di agire sempre più in chiave deterrente, prevenire la perdita di altre somme, prima ancora di arrivare a recuperarle. Quanto più si comprende che il contrasto è forte, tanto più si sollecitano gli operatori a tutelare la legalità. Non è accettabile che chi rispetta le regole debba avere concorrenti che non lo fanno”.

Il sistema agisce soprattutto nell’agricoltura, perché i contributi sono più alti. Ed il territorio tra i Peloritani e i Nebrodi si presta a questo settore. Ecco perché il lavoro della Tenenza di Patti è intenso. “Quando si riesce a prevenire la truffa, lo Stato ha un doppio guadagno – dice il comandante Giacomo Cucurachi -. Anzitutto non vengono sborsate somme e destinate a chi non ne aveva diritto, poi non servono altri sforzi per il recupero. La collaborazione con l’Inps funziona, insieme agli ispettori facciamo l’analisi critica della documentazione, poi ci occupiamo del controllo economico del territorio. Vogliamo bloccare il mercato criminale alla fonte, così gli stessi lavoratori ci penseranno due volte prima di prestarsi a questi giochetti, che diventano non più convenienti”.

(Marco Ipsale)

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