Incontro a Roma tra il sindacato Orsa e il responsabile nazionale delle relazioni industriali di Rfi, l’ing. Stefano Savino. Il giudizio è pacato, al momento, per la salvaguardia occupazionale, ma resta negativo sulla cessione di un ramo d’azienda sano e produttivo

Rfi prevede la cessione del ramo d’impresa Bluferries, come evidenziato nel Piano Industriale da poco approvato dal Consiglio d’Amministrazione della società. L’iter di vendita sarà concluso entro fine anno, ipotizzando l’emanazione del bando entro l’estate. Rfi potrebbe rimanere nella nuova società di navigazione con una quota di minoranza e, a prescindere da questo, conferma l’impegno, in applicazione dell’art.2112 del Codice Civile, a garantire il passaggio di tutti i dipendenti con i contratti in essere al momento della cessione. E’ quanto ha detto il responsabile nazionale delle relazioni industriali di Rfi, l’ing. Stefano Savino, all’Orsa, nel corso di un incontro a Roma richiesto dal sindacato.

“Le ipotesi di vendita di mezzi e di tattiche commerciali ed industriali ampiamente discutibili – hanno affermato i rappresentanti del sindacato – stanno mettendo in subbuglio i lavoratori di Rfi e Bluferries. È di tutta evidenza che si imporrebbe, invece, una seria valutazione sui vantaggi e sugli svantaggi economici e sociali della vendita ai privati di una azienda sana, pienamente operativa ed in grado di competere sulla navigazione nello Stretto. Sono prioritarie le questioni legate alle clausole sociali e contrattuali: i livelli occupazionali dei dipendenti effettivi, dei precari e dell’indotto, la tutela del salario e dei livelli stipendiali”.

Savino ha assicurato che la produzione e le attività oggi svolte da Rfi saranno confermate ai livelli attuali e smentito categoricamente le notizie riguardanti i progetti commerciali della società e la vendita di navi e monocarena della flotta Rfi e/o Bluferries.