Una vita nel degrado. Il Garante auspica lo sgombero di 2 scuole in cui vivono 15 famiglie e 37 bambini

Una vita nel degrado. Il Garante auspica lo sgombero di 2 scuole in cui vivono 15 famiglie e 37 bambini

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Una vita nel degrado. Il Garante auspica lo sgombero di 2 scuole in cui vivono 15 famiglie e 37 bambini

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lunedì 16 Settembre 2019 - 08:52

Appello al sindaco e al Prefetto. "Messina non è ancora una città a misura per i nostri bambini; troppe sacche di bisogno e d’emergenza"

MESSINA – Quindici famiglie, con 37 minori, ospiti della scuola di Catarratti e della Ugo Foscolo, vivono in una gravissima situazione abitativa. Una vicenda delicata, segnalata dal consigliere comunale Salvatore Sorbello al Garante dell’Infanzia Angelo Costantino (nella foto).

Le riprese del consigliere Sorbello documentano la grave condizione di degrado in cui queste famiglie ed i loro figli sono costretti a vivere.

“La povertà, il bisogno, i limiti fisici o psichici – evidenzia il Garante – non sono una colpa che deve essere punita con l’indifferenza ed il disinteresse ma una necessità che ci obbliga ad intervenire.

“Non è tollerabile tenere quei bimbi in quelle condizioni”

Quelle immagini – prosegue Costantino – mi feriscono ed interrogano la mia coscienza prima di uomo e poi di Garante dell’Infanzia. Non è tollerabile tenere quei bambini in quella situazione di degrado. Quei bambini sono in pericolo e a rischio sanitario.

Mi auguro che il sindaco ed il prefetto – chiosa Costantino – decidano per lo sgombero di queste scuole predisponendo contestualmente una sistemazione dignitosa a questi nostri concittadini.

Messina non può tollerare simili situazioni ancor più se sono coinvolti minori, diversamente abili e anziani.

Nei giorni scorsi una collega psicologa – prosegue il Garante – mi ha segnalato la necessità di collocare urgentemente, in una residenza assistita, una giovane donna.

Grazie all’aiuto di padre Francesco Pati, che in quel momento non poteva farsi carico direttamente della situazione avendo le sue comunità sature, ho avuto la disponibilità di una comunità d’emergenza poco fuori dal comune di Messina. Purtroppo, però, ho appreso che il nostro Comune, per i conosciuti problemi di bilancio, non può impegnarsi economicamente per farsi carico della retta.

Sono a conoscenza di scuole con grave carenza di aule e minori che per quest’anno scolastico faranno Educazione motoria tra i banchi o a Piazza Duomo.

Come sono a conoscenza di scuole che seppur hanno la disponibilità di aule vuote non sono disponibili a cederle per aiutare qualche scuola in difficoltà.

“La città sembra aver perso il senso della solidarietà”

La città, a tratti – sostiene Costantino – sembra aver perso il grande senso di solidarietà che ci ha sempre contraddistinto.

A Messina bambini a cui è stata diagnosticata una patologia che necessita di un trattamento riabilitativo tempestivo aspettano anche due anni per essere presi in carico.

Conosco genitori che hanno lasciato il lavoro per seguire i loro bambini autistici perché non esistono a Messina centri diurni o semiresidenziali.

Messina non è ancora una città a misura per i nostri bambini; troppe sacche di bisogno e d’emergenza.

Tra qualche settimana comincerà il freddo e molte scuole non hanno ancora l’impianto di riscaldamento a norma ed i bambini saranno costretti a portarsi le coperte da casa.

Esistono strade in città, come nei pressi del Complesso “Messina Due”, totalmente al buio da anni, in cui i bambini rischiano giornalmente la vita.

Mi preme, infine, segnalare che a 4 mesi dalla mia nomina – conclude il Garante – ancora non esiste una sede del Garante dell’Infanzia, un telefono, un computer, una Pec, un sito per svolgere attività istituzionale come previsto dal regolamento che ha istituito il Garante dell’Infanzia nel Comune di Messina”.

Il consigliere Sorbello ha chiesto un Tavolo tecnico

Il consigliere Sorbello ha presentato sulla delicata questione la richiesta urgente di un tavolo tecnico. Lo ha fatto attraverso una interrogazione con risposta scritta indirizzata al sindaco De Luca, al prefetto, al garante per l’Infanzia, all’assessore ai Servizi sociali e al dirigente dei servizi sociali.

C. C.

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