Dopo il confronto tra i tre candidati a rettore, il liquidatore Micali interviene sulla gestione degli impianti sportivi
MESSINA – Si infiamma la corsa all’ermellino ad Unime. Il confronto tra i tre candidati a Rettore, organizzato dalla nostra testata, ha riacceso i riflettori in particolare su uno dei temi più caldi di questa campagna elettorale, ovvero la gestione degli impianti sportivi.
Riceviamo e pubblichiamo la replica di Nino Micali, liquidatore di Cus Unime che, lo ricordiamo, proprio qualche giorno fa ha ottenuto l’omologa al concordato da parte del Tribunale, con un provvedimento che accoglie in gran parte le ragioni di Micali e boccia di fatto la linea Cuzzocrea nella vicenda.
Di seguito, l’intervento di Micali
Ho assistito al dibattito dei tre candidati al rettorato organizzato dalla vostra testata online in cui, il candidato professore Giovanni Moschella, ha rilasciato affermazioni propagandistiche, lasciando intendere che il Cus UniMeSport, da me presieduto è risultato un modello fallimentare dal punto di vista economico-finanziario. Pedissequamente, il professore Giovanni Moschella, ha dichiarato: “Il modello di gestione Cus è un modello tecnicamente fallimentare; ed ancora: “ricordo che il Cus UniMesport è in stato di liquidazione ed è stato espulso dal Cusi.”
Sorvolo nel dire che solo pochi mesi prima della revoca della convenzione, il Cus UniMESport e la sua gestione della Cittadella Sportiva Universitaria erano considerati, da tutto l’establishment universitario, il fiore all’occhiello tra le organizzazioni universitarie. Infatti il CUS, nei sette anni in cui ha gestito la cittadella, ha dimostrato di essere un modello gestionale economicamente e finanziariamente sano, virtuoso e di successo come risulta dai bilanci annuali, dai numeri delle utenze e dai risultati sportivi ottenuti.
La liquidazione
Preciso che la messa in liquidazione è stato un atto volontario deliberata dai soci ed è stata conseguenziale alla revoca unilaterale della convenzione da parte dell’Università, come strada obbligata in quanto, la fonte esclusiva delle economie del Cus derivava dalla gestione della cittadella. Ad oggi, sono ancora in corso i giudizi avanzati dal Cus contro l’Università, con la richiesta di restituzione di beni di cui la stessa si è appropriata e per risarcimento danni. Chiaramente spetterà ad un tribunale decidere se quanto unilateralmente ed arbitrariamente deciso dall’Università, sia stato un abuso o se era possibile farlo.
Va anche precisato e chiarito che, la rottura dei rapporti da parte dell’Università ha determinato la revoca dell’affiliazione da parte del Cusi nazionale e non una “espulsione”. Questo perché, normativamente, non può esistere un Cus e una affiliazione di una associazione al Cusi, oggi Federazione Italiana dello Sport Universitario, se non in tandem con una Università.
Replica piccata a Moschella
Vorrei suggerire al professore Giovanni Moschella, invece, di preoccuparsi seriamente dei conti dell’attuale gestione e dei costi che l’Università sta sostenendo, per finanziare lo sport e la cittadella sportiva universitaria, e che prima erano interamente sostenuti dal Cus.
