Università. Conferito il Dottorato Honoris Causa in Neuroscienze a Salvatore Di Mauro

Università. Conferito il Dottorato Honoris Causa in Neuroscienze a Salvatore Di Mauro

Università. Conferito il Dottorato Honoris Causa in Neuroscienze a Salvatore Di Mauro

sabato 27 Febbraio 2010 - 06:11

Da tempo emigrato negli Stati Uniti, Di Mauro è stato il primo a definire le basi di molti difetti genetici

«Un dottorato honoris causa che è espressione di un progetto comune e fonde insieme ricerca clinica e di laboratorio». Con queste parole il rettore, Francesco Tomasello, ha voluto esprimere la sua gratitudine nei confronti del prof. Salvatore Di Mauro, docente di neurologia della Columbia University Medical Center di New York che ha ricevuto dall’Università di Messina, un dottorato honoris causa in ricerca clinica e traslazione in neuroscienze e oncologia. Un riconoscimento che valorizza il lavoro svolto in tutti questi anni dal prof. Di Mauro.

70 anni, veronese, da tempo emigrato negli Stati Uniti, Di Mauro è stato il primo a definire le basi di molti difetti genetici; il suo gruppo multidisciplinare è considerato uno tra i migliori al mondo nello studio del mitocondrio.

«A lui si deve il merito – ha sottolineato il preside della facoltà di Medicina Emanuele Scribano – di aver contribuito alla formazione e alla preparazione di giovani ricercatori italiani che adesso con i loro studi forniscono un importante contributo in Italia e all’estero».

«Il prof. Di Mauro è uno dei padri fondatori della medicina mitocondriale», l’ha presentato così il prof. Toscano, ordinario di Neurologia, richiamando l’attenzione posta nel campo delle malattie neuromuscolari.

«In passato – ha proseguito Toscano – le malattie mitocondriali erano considerate molto rare; oggi invece costituiscono il gruppo più frequente di malattie neuromuscolari ereditate su base genetica».

Il prof. Giuseppe Vita, direttore del dipartimento di Neuroscienze, Scienze Psichiatriche e Anestesiologiche del Policlinico “G. Martino”, l’ha definito un “cacciatore di difetti enzimatici”, perché numerose sono state le malattie genetiche da lui individuate e descritte in dettaglio negli aspetti patogenici e clinici.

Per spiegare le caratteristiche della genetica mitocondriale, il prof. Di Mauro nella sua lectio magistralis si è servito del mito di Pandora, la donna a cui Giove donò il famoso vaso ricolmo di tutti i mali del mondo.

«È curioso che il dna mitocondriale – ha sottolineato il prof. Di Mauro – si conosce fin dal 1963, ma le prime mutazioni patogeniche furono scoperte solo nel 1988. Nel giro di 21 anni sono emerse oltre 200 mutazioni nel piccolo mtDNA, che è appunto diventato un vero e proprio vaso di Pandora».

Ma se da un lato sono stati scoperchiati molti mali e la terapia delle malattie mitocondriali è ancora inadeguata, «è pur vero – continua Di Mauro – che c’è un grande fervore di idee su nuove strategie terapeutiche: quella speranza (spes, ultima dea) che nel mito di Pandora era rimasta sul fondo del vaso, al di sotto di tutti i mali».

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