Messinalandia alle urne: "Adotta un Lo Monte". E De Luca abolisce l'inverno...

Messinalandia alle urne: “Adotta un Lo Monte”. E De Luca abolisce l’inverno…

Rosaria Brancato

Messinalandia alle urne: “Adotta un Lo Monte”. E De Luca abolisce l’inverno…

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domenica 20 Maggio 2018 - 06:53

Caro diario ti racconto cosa accadde a Messina in campagna elettorale..... Con ironia

Caro diario ti racconto la campagna elettorale qui a Messinalandia ma devo avvertirti: la realtà ormai supera la fantasia.

A mezzogiorno del 16 maggio allo scadere del termine per la presentazione delle liste Sua Maestà Maxima Imperatore degli Uffici di Palazzo Zanca Antonino Le Donne diede il via libera alla campagna elettorale. E al suo via si scatenò l’inferno.

Candidati travestiti da postini e persino da alberi (ovviamente non potati per non insospettire il passante) aspettavano al varco ignari elettori per mettergli un santino nella borsa o nella tasca della giacca. Un intero popolo di scorbutici diventò improvvisamente affabile. Nel leggendario Quartiere Lombardo spuntò persino l’acqua dopo le 13 e le massaie come Donna Sarina gridarono al miracolo. E non fu l’unico: ci fu gente che giurò d’aver visto iniziati i lavori al porto di Tremestieri….

Fu così che il Wwf chiese tutela per una razza in via d’estinzione: i non candidati.

Di Maio e Salvini interruppero le trattative per il contratto e firmarono un’ordinanza d’emergenza d’accordo con Mattarella: la via dei Mille venne dichiarata zona de-candidizzata. Dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20 era vietato l’accesso alle auto, alle Vele elettorali, ai candidati. Furono chiamati elettori del Sud Tirol ai confini per evitare violazioni. L’ordinanza d’emergenza non bastò.

Si dovette studiare anche un cordone sanitario perché frattanto si era diffusa una gravissima epidemia di Napoleanite. A migliaia di erano svegliati non soltanto convinti di essere eccellenti statisti ma anche pronti a dichiarare guerra ai “rivali”, giungendo a sistemare trincee nei confini tra una circoscrizione e un’altra. Ho visto gente che si lanciava palle di fuoco da un lato all’altro del marciapiede di Prinzi che è al confine tra la III e la IV. Per fortuna l’epidemia fu facile da individuare perché chi ne veniva colpito e si convinceva di essere Merkel o Macron lo si distingueva subito dagli altri comuni mortali intanto dalla posa altezzosa, poi dai toni e dal fatto che parlava da solo camminando per strada. Fu quindi istituito il numero 139 al quale chiamare se vedevi un tizio parlare con una buca per strada e dirgli: “hai le ore contate. Dal 10 giugno vengo e ti asfalto. Anzi ti trasformo in un pozzo di petrolio”.

Ho visto Cateno De Luca fare i provini per croupier allo sportello dell’ufficio anagrafe e chi chiedeva un cambio di residenza si ritrovava trasferito dalla via Centonze a Malta per un corso di aggiornamento sul Bingo. Cateno dopo aver cancellato le 6 circoscrizioni, Palazzo Zanca, 20 uffici e 300 dirigenti ha abolito l’inverno e adesso ci avanzano piumoni, giubbotti e sciroppi per la tosse per i prossimi mille anni.

Grazie alle mie fonti segrete sono venuta a conoscenza della verità sul famoso Patto di fair play tra Bramanti e De Luca. A far saltare tutto è stato infatti il direttore scientifico dell’Irccs. Testimoni oculari giurano d’aver visto Bramanti visibilmente irritato gridare: “Non se ne parla nemmeno, io in mutande con la zampogna da Pistunina a Piazza Castronovo con De Luca non ci vado. Cari Ge- Ge ve lo potete scordare” Si rifiutò anche di farsi sostituire da Vaccarino per una sfida tra zampognari provetti: “Quando Cateno dice a ciascuno il suo mestiere non pensavo si riferisse all’uso della zampogna” concluse richiudendo Genovese nell’armadio da dove provò a non farlo uscire fino al 10 giugno.

Nel frattempo un altro candidato sindaco si barricava nell’Aula Magna del Rettorato. Antonio Saitta dopo una full immersion in stile My fair lady con un docente di dialetto messinese non aveva alcuna intenzione di fare il giro di Fondo Fucile e Fondo Saccà.

Michele ma veramente ci sono zone degradate a Messina? Mi puoi fornire un elaborato grafico con analisi morfologico antropologica con proposta keynesiana? E Pietro lo sa? E perché Renato non me l’ha detto?” disse rivolgendosi a Limosani. Saitta ne aveva per tutti con stile sagace e l’unico che non toccava neanche di fioretto era il suo amico Accorinti, con il quale è stato in sintonia per 5 anni, al punto di designare assessore in prima battuta la capogruppo consiliare di Renato Accorinti sindaco Lucy Fenechma perché non siamo stati un unico intergruppo?” commentò dopo la rivolta dei candidati Pd alla designazione della Fenech.

Sin dai primi di maggio intanto era iniziata la campagna “adotta un Lo Monte, anche a distanza se proprio non lo vuoi in casa”. Ma poiché dopo 25 anni da deputato non era più un giovane virgulto della politica e aveva già cambiato fin troppe case e casacche, nessuno ne volle sentire. Così alla fine, come il figliol prodigo tornò alla casa madre. E anche stavolta Bramanti sbottò riaprendo l’armadio: “Ora basta, prima il Napoleone di Fiumedinisi ora l’Higlander di Graniti. Ditelo che mi volete far fare la fine di Felice Calabrò”. E richiuse Genovese nell’armadio.

Emilia Barrile fu sul punto di annullare la sua campagna pubblicitaria. Avendo infatti tappezzato tutti i tram e autobus per le corse 24 ore su 24, molti elettori avevano finito con lo scambiarla per l’autista e la lista “Le ali” per uno spot per un’Atm più veloce. Così la fermavano per strada chiedendole a che ora passa il tram per il Baby Park. “Sono sbarruata” disse al suo staff indecisa se fermare la campagna elettorale o candidarsi alla presidenza dell’Atm. Ma quando invece del programma ad un dibattito le chiesero la tabella con gli orari dei bus estivi fu colta da un coccolone.

Chi piangeva da giorni era Gaetano Sciacca: non riusciva a trovare i suoi candidati da nessuna parte. Con una sola lista trovare un candidato dei 5stelle era come cercare un ago in un pagliaio. Ma di pagliai tra l’altro non ne trovò neanche l’ombra, perché da signor No aveva bocciato di tutto in questi anni ed i pagliai sono a rischio incendi. “Io qualche alleanza la farei- commentava- Ho conosciuto tanti politici in questi anni di carriera, ma questi qui dei 5stelle m’impediscono di essere cordiale persino con il vicino del pianerottolo”, si lamentava in un raro locale sfuggito ai suoi controlli.

Trischitta aveva organizzato il “Torneo primaverile di palla avvelanata”. La regola era una sola: chiunque si candidava bastava tirargli addosso una palla gridando “sei un uomo di Genovese” e si vincevano 10 punti. In pochi giorni era rimasto senza più palle e fu costretto a firmare un contratto con l’Adidas per la fornitura di 20 mila palloni da usare sugli elettori fuori dall’urna.

Ti chiederai che fine avesse fatto l’amministrazione uscente. Caro diario un po' mi spavento a scriverlo perché sono notoriamente allergici ad ogni forma di critica e poi accusano in conferenza stampa Donna Sarina di essere “certa stampa” e scatenano i leoni da tastiera. Ma non posso non raccontarti di quando Foti e Cacciola furono portati in trionfo a bordo di un bus e qualcuno ipotizzò di sostituire la Vara con una vettura del tram e il Viva Maria con un sol grido: “toglieteci tutto ma non il 78” . Il Comitato per la beatificazione di Foti prima di inviare al Papa la documentazione con i miracoli allegati chiuse a doppia chiave in uno scantinato Mariano Massaro, Luigi Sturniolo e Paolo Bitto per impedire di presentare testimonianze contrarie. Ma loro riuscirono a mandare un whatsapp con la scritta “non è vero che il tram quando piove vola sulle acque”.

Intanto Accorinti e i suoi avevano programmato conferenza stampa a raffica ogni due ore tranne nella pausa pranzo. Grande successo ebbe il dibattito dal tema: “Da quando c’è Accorinti a Messina il sole sorge al mattino e tramonta la sera. Questi sono fatti. Quando c’erano quellidiprima era buio pesto e si pagavano un sacco di soldi le bollette della pubblica illuminazione” . Il 7 giugno convocarono un Consiglio urgentissimo per approvare la delibera n°00000 avente per oggetto: “o la votate o facciamo bisticcio”. Successe l’incredibile, dopo avere votato per 5 anni tutte le delibere, comprese quelle sugli asini che volano con il Piano di Riequilibrio sulla testa il Consiglio rispose con uno striscione “facciamo bisticcio”.

C’era una sola persona davvero felice in queste settimane grazie al suo Paradiso della doppia preferenza di genere. La legge prevede che gli elettori possano votare un uomo e una donna della stessa lista, così che sono numerosi i candidati “collegati” in base alla doppia preferenza. Il mitico Peppe Chiarella è “collegato” con ben 4 donne con un santino “a quattro”. E’ una sorta di Rocco Siffredi della doppia preferenza (cit. Diego Indaimo).

Buona campagna elettorale a tutti.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. Nuovo gioco dei monopoli siciliani: “gratta” un Bramanti, e vinci un Genovese…

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  2. CastorinaCarmelo 21 Maggio 2018 03:20

    Veramente una lettura dello stato dell’arte politica (politica si fa per dire…).Così “Bizantina”…..Le faccio i miei Complimenti, ma moltissimi “buddaceddi”….neanche la leggeranno, così presi a gustare “focacce e arancine”…. ed ad accapararsi provviste alimentari, buoni benzina e regalie varie. Si è aperta la porta del mercato delle vacche……auguri a tutti……io sò per chi votare!!!!…..

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