Giacomo D’Arrigo: «Serve nuovo PD, ecco le mie proposte»

Giacomo D’Arrigo: «Serve nuovo PD, ecco le mie proposte»

Giacomo D’Arrigo: «Serve nuovo PD, ecco le mie proposte»

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mercoledì 05 Luglio 2017 - 08:00

Secondo l’attuale Direttore dell’Agenzia Nazionale Giovani la proroga dei termini di svolgimento del congresso offrea possibilità di ragionare non solo di organigrammi, tessere e accordi, ma di dedicare tempo alle proposte

Il congresso provinciale del PD è una fatto importante per tanti motivi: Messina è una delle 14 città metropolitane ed è tra i primi 15 Comuni d'Italia, con la provincia la popolazione raggiunge oltre i 600.000 mila abitanti con un territorio che contiene siti Unesco, Parchi regionali, diversi tra i "borghi più belli d'Italia" e due poli turistici tra i maggiori d'Europa: Taormina e le Eolie.

Un partito che è e vuol continuare ad essere guida e riferimento di Governo regionale e nazionale non soltanto per i propri iscritti ma per simpatizzanti e cittadini, ha il dovere – direi l'obbligo – di utilizzare il proprio congresso territoriale per tirare fuori idee e proposte, spunti e riflessioni che coinvolgano tutti e che mettano nella condizioni chi sarà chiamato alla guida, di ricevere il più alto numero di sollecitazioni e aspettative che arrivano dagli iscritti e da quanti anche se non iscritti, guardano al Partito Democratico con attenzione o con critica.
Insomma il PD di Messina deve avere l'orgoglio di indicare una direzione di marcia ed un orizzonte. Direzione ed orizzonte che guardino al futuro di questa realtà: da troppo tempo siamo ripiegati a parlare di noi, del nostro passato recente, di quel che abbiamo o non abbiamo fatto, limitati a marcare territori e perimetri che segnano correnti e divisioni.
In questi anni, siamo stati troppo impegnati ad auto-legittimare noi stessi non con le idee ma mettendo in cattiva luce gli altri in un meccanismo di autoassoluzione perché se qualcosa non andava (e ce ne sono state parecchie di cose che non hanno funzionato) la responsabilità era sempre di altri e mai condivisa. Il risultato è stata la disaffezione ed il disamore per la nostra realtà politica.

L'occasione della proroga dei termini di svolgimento del congresso – grazie al commissario Carbone ed alla commissione per il congresso – offre a tutti la possibilità di ragionare non solo di organigrammi, tessere e accordi, ma di dedicare tempo alle proposte ed a cosa vorremmo che il PD faccia nel prossimo futuro.
Senza pretesa di esaustività, provo ad indicarne qualcuna che ritengo essere punti fermi per chi ricoprirà la carica di segretario, senza i quali ci limiteremmo a fare burocrazia di partito e non Politica. Ipotesi questa che penso non interesserà molti di noi oggi impegnati nel PD.
In virtù di queste premesse, il nuovo PD dovrà impegnarsi a:

– garantire una forte autonomia ai circoli territoriali e dei Comuni. In un contesto unitario, lasciare loro la capacità di organizzarsi come meglio ritengono in base alle specificità del territorio. Per i piccoli Comuni prevedere forme di aggregazione sovracomunale e di integrazione per aree omogenee; per i Comuni sopra i 15.000 abitanti tale autonomia è utile a far emergere la presenza fisica e visibile del PD agli appuntamenti elettorali dove dovrà esserci spinta (ed orgoglio) a presentare il simbolo del partito. Autonomia che deve essere spinta al massimo con riferimento al partito della città di Messina considerando grandezza, vastità del territorio e che si tratta di una città metropolitana con strumenti e risorse specifiche (es: pon metro e misure per città metropolitane). La prossima scadenza elettorale amministrativa del 2018, più che legittima tale impostazione di autonomia organizzativa e politica del PD cittadino, utile per affrontare al meglio questa sfida, di elezioni e di proposta.

– impegno a utilizzare lo strumento delle primarie per la selezione del candidato alla carica di sindaco della città di Messina. Per i Comuni sopra i 15.000 abitanti, le primarie come strumento preferenziale qualora non ci sia unanimità nelle scelte del partito.

– definire organismi di governo del partito aperti e plurali.

– avviare da subito una campagna di ascolto della nostra base, dei militanti, dei simpatizzanti, dei curiosi, dei critici; di quanti guardano al nostro partito con curiosità o diffidenza e recepire istanze e idee nuove senza chiudersi in forme e formule ormai distanti dalla realtà.

– assoluta incompatibilità, per gli iscritti al PD o se eletti come autonomi nelle liste del partito, a ricoprire doppi incarichi a tutti i livelli pena decadenza dal partito. Contestuale impegno a ridefinire posizioni unitarie in seno alle amministrazioni che vedono esponenti del PD articolati differentemente tra maggioranza ed opposizione.

– determinare una lista forte, aperta, concorrenziale alle prossime elezioni regionali utile non soltanto all'affermazione elettorale ma anche come spinta affinché il PD di Messina esprima posizioni di Governo in sede di Giunta regionale.

– rinnovamento reale di metodi e uomini nella gestione del partito. L'obiettivo di esprimere una leadership plurale nelle scelte del partito, sarà discriminante rispetto ad un cambio di passo tra passato e futuro. Immaginare di riproporre schemi del passato non solo sarebbe un errore ma determinerebbe una segreteria ed un percorso autoreferenziale su cui sarebbe più che legittimo non impegnarsi.

– definire in maniera netta la posizione del PD, e dei consiglieri comunali a questo iscritti, chiaramente alternativa all'amministrazione Accorinti ed a tutte le amministrazioni in cui il Partito Democratico si è presentato alle elezioni in alternativa a chi ha poi (legittimamente) vinto le elezioni: essere credibili e coerenti rispetto al proprio elettorato farà la differenza tra un partito che vuole esprimere Politica e proposte ed uno che vuol fare accordi e inciuci di semplice gestione.

– essere strumento di collegamento reale con il Governo nazionale, con il partito nazionale e articolare questa presenza con una azione di livello centrale rispetto a politiche e scelte definite a Roma e Bruxelles, svolgendo un compito di input che abbia ritorni positivi per Messina e provincia.

Nel livello nazionale, il recente congresso nazionale ha riconfermato alla segreteria Matteo Renzi e indicato linee programmatiche chiare per contenuti e vita democratica all'interno del partito stesso e Messina non può più stare fuori da questo percorso.
Il PD di Messina deve impegnarsi a sostenere e promuovere riforme e nuove politiche messe in campo negli ultimi 3 anni, proponendo migliorativi se necessario ma avendo chiaro che quanto di buono è stato realizzato inizia ad emergere nei dati che Istat e altri indicatori stanno consegnandoci in queste settimane. Per Messina, porto di Tremestieri, nuovo Palagiustizia, finanziamenti per edilizia scolastica e contro il dissesto, masterplan, sono cose già realizzate o avviate. Molto resta da fare o da aggiustare ma il percorso di innovazione è tracciato e la nostra realtà non può restarne fuori.
Nel livello regionale, senza infingimenti occorre riconoscere una debolezza del Governo Crocetta e che, al netto di tante cose positive, moltissime rimangono non realizzate o mancanti: la penalizzazione di alcuni presidi sanitari in provincia di Messina (Taormina, Barcellona/Milazzo e Nebrodi) ne sono la prova evidente. Non deve farci velo neanche il fatto che l'assessorato sia guidato da un esponente del PD o non saremmo onesti con noi stessi e con i cittadini. L'auspicio è di avere un PD che nella discontinuità col passato, sappia rilanciarsi e proporre una nuova classe dirigente a livello governativo siciliano.

Un PD messinese forte e autorevole, che non sia frutto di bilancini e accordicchi ma che nasca su o idee e guardi al futuro, sarà un bene per questa realtà, obbligando gli altri a misurarsi su progetti concreti.
Un PD messinese nuovo e concreto, sarà utile alla Sicilia al partito siciliano ed al nuovo Governo.
Un PD messinese strutturato e aperto, sarà utile alle sfide che il PD nazionale avrà davanti e di supporto alla segreteria nazionale guidata da Matteo Renzi.

Per fare tutto ciò tocca a noi ed il congresso può essere una splendida occasione o una tragica farsa.
Tifo per la prima e voglio iniziare dando io per primo un contributo. Spero che tanti altri ne arrivino e auspico che non rimangano solo su un foglio di carta ma elementi portanti della nuova segreteria. Senza questi la data del 28 luglio passerà come tante altre e tanti altri segretari.
Giacomo D'Arrigo

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