Violenza sulle donne: dati drammatici, in aumento dopo il Covid. La VII Commissione Consiliare

Violenza sulle donne: dati drammatici, in aumento dopo il Covid. La VII Commissione Consiliare

Emanuela Giorgianni

Violenza sulle donne: dati drammatici, in aumento dopo il Covid. La VII Commissione Consiliare

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giovedì 22 Ottobre 2020 - 15:42

Bramanti: “L’obiettivo è puntare su attività di supporto, prevenzione ed educazione”

Una donna ogni tre giorni è vittima di femminicidio. Il 78% tra le mura domestiche. I dati sono allarmanti, troppo, e in netto aumento dall’inizio del periodo pandemico.

Per questo motivo la VII Commissione Consiliare Permanente, presieduta dal Consigliere Placido Bramanti, questa settimana si è occupata del tema delle donne vittime di violenza e della rilevanza dei fenomeni dell’associazionismo e del volontariato. All’incontro tenutosi oggi nell’Aula Consiliare di Palazzo Zanca, hanno preso parte la Presidente del Comitato Italiano di Reinserimento Sociale CIRS Onlus Maria Celeste Celi e Simona D’Angelo Presidente del Centro Donne Antiviolenza Onlus CEDAV.

Dati allarmanti

“Nel corso dell’incontro – ha evidenziato il Presidente Bramanti – sono emersi dei dati particolarmente rilevanti. In Italia sono state 142 le vittime del fenomeno nel 2018, mentre ad ottobre 2019 se ne contavano già 94, in media una ogni tre giorni. Secondo il rapporto Eures, il 78% delle donne assassinate è stato ucciso tra le mura domestiche, principalmente da compagni o ex partner, già denunciati dalle vittime nel 28% dei casi. Il 31,5% delle 16 – 70enni, secondo i dati Istat, ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale e, nei casi più gravi lo stupro o il tentato stupro. Numeri importanti, che fanno emergere le dimensioni di un problema che non può essere sottovalutato”.

Il periodo pandemico

La situazione è drammaticamente peggiorata durante questo periodo pandemico. Il Report sulla violenza di genere e domestica evidenzia che rispetto al 2019 si assiste a una flessione dei reati ‘spia’ nei mesi più duri del lockdown: in totale, a marzo le denunce sono state 2.177 (diminuite di più di terzo rispetto al 2019 quando erano state 3.297), ad aprile sono state 2.267, diminuite di circa un quarto rispetto al 2019 (3.112). Già nel mese di maggio, invece, i numeri tornano a crescere fin ai livelli di inizio anno. A preoccupare oltre ai numeri, sono anche gli stereotipi, analizzati dall’Istat in occasione del 25 novembre scorso, Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne: le persone intervistate hanno trovato giustificazioni a diverse tipologie di soprusi, da quelli fisici a quelli sessuali, dimostrando che la cultura nazionale è ancora in parte legata a idee stereotipate che vedono la donna in una posizione inferiore rispetto all’uomo e non le riconoscono intelligenza, libertà e valore.

Puntare sull’educazione

“L’obiettivo è allora – ha proseguito Bramanti – quello di puntare su attività di supporto, prevenzione ed educazione, in modo da poter creare un clima di rispetto condiviso da tutti. Proprio i Centri Antiviolenza, a cui le vittime di abusi possono rivolgersi in cerca di supporto psicologico attivo, hanno il compito di ascoltare e raccogliere le testimonianze delle donne sia telefoniche sia in presenza, di accompagnare nella fase di denuncia e mettere in sicurezza le donne che si rivolgono alla loro professionalità ed esperienza. Anche nella nostra realtà locale vi sono, purtroppo, vittime di femminicidio”.

Alessandra e Lorena

Nel corso della seduta di Commissione, il Presidente Bramanti ha ricordato Alessandra Immacolata Musarra, una ragazza di 29 anni, originaria del messinese, aggredita nella notte tra mercoledì 6 e giovedì 7 marzo 2019 con calci e pugni dal compagno reo confesso, e Lorena Quaranta, la 27enne studentessa dell’Università di Messina laureanda in Medicina e Chirurgia morta in un appartamento di Furci Siculo, soffocata dal fidanzato che su di lei si è brutalmente accanito il 31 marzo scorso. Proprio due giorni fa si è svolta la cerimonia di consegna della laurea in memoria della giovane originaria di Agrigento.

Atti concreti da parte di tutti

“È compito di tutti attuare comportamenti volti a migliorare la condizione femminile e ad aumentare il rispetto verso le donne – ha sottolineato Bramanti – contrastando ogni atteggiamento violento di cui veniamo a conoscenza e difendendo le vittime da ulteriori abusi. Quando si tratta di violenza sulle donne il dovere si antepone a qualsiasi altro atteggiamento: si deve denunciare, parlare, proteggere, punire. Se l’azione preventiva e difensiva non si traduce in un atto concreto – ha concluso il Presidente della VII Commissione – si rischia di non creare un argine contro il femminicidio, che troppo spesso è la conseguenza di un’escalation di soprusi”.

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