Volt a Messina: "Ai giovani diciamo che la politica è partecipazione"

Volt a Messina: “Ai giovani diciamo che la politica è partecipazione”

Rosaria Brancato

Volt a Messina: “Ai giovani diciamo che la politica è partecipazione”

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lunedì 09 Marzo 2020 - 07:19

#volt #europa- In Sicilia sono in corso gli incontri con i team locali. Un partito di "under" che piace anche agli "anta". Sì alle alleanze ma no a sovranisti e populisti

E’ un partito giovane, ma non “parla” soltanto ai giovani. E’ nato in Europa, ma si sta radicando in tutti i territori. E’ moderno, ma investe sul rapporto diretto con le persone, coniugando le piazze e l’ascolto con la rete e il web. Nel momento in cui la sfiducia nel sistema dei partiti e nelle istituzioni è in aumento, loro invitano a usare l’arma della partecipazione.

Volt: politica è partecipazione

Sì, siamo nati come europeisti e siamo un partito europeo, ma sin dal primo momento abbiamo puntato a radicarci nei territori. C’è tanta sfiducia nella politica, soprattutto tra i giovani. Noi però non siamo anti-sistema, non siamo per lo scontro. E’ arrivato il momento di partecipare, di essere protagonisti in prima persona. Adesso ci avvicinano tutte le fasce d’età, sia i giovani che i loro genitori, rimasti delusi da una politica che è frutto solo di scelte calate dall’alto. Oggi è un dovere di tutti partecipare alla vita politica, a maggior ragione in territori come la Sicilia che pagano ogni giorno il prezzo dell’emigrazione”.

Gli incontri a Messina e in Sicilia

Andi Shehu co-presidente di Volt Italia è in Sicilia per incontrare i team che si sono formati nell’isola. E’ stato a Messina ed in provincia insieme al coordinatore siciliano Manfredi Cascino ed a Maria Elena Giacalone e Alfredo Mangano, coordinatore messinese di Volt. Li abbiamo incontrati tra una tappa e l’altra, per capire meglio obiettivi e progetti di un partito che sin dal “nome” punta sulla carica energetica, proiettato nel futuro: Volt. L’età media è di 35 anni, ci sono moltissimi under 30 ma con il passare del tempo si sono aggiunti anche “over” anta….

Da Obama ai team locali di Volt

Hanno preso come modello la prima campagna elettorale di Obama, utilizzano il sistema dei team locali e prima di partecipare a qualsiasi competizione elettorale studiano il piano che viene presentato dal territorio. Nati nel 2017 si sono radicati soprattutto in Italia, Germania, Olanda. Dalle Europee hanno anche un europarlamentare, Damian Boeselager (uno dei fondatori di Volt) e alle regionali dell’Emilia Romagna si sono presentati in coalizione con il centro sinistra. “Stiamo collaborando con Bonaccini. Abbiamo presentato una serie di proposte. Stiamo facendo lo stesso anche per le prossime regionali in Toscana. Studiamo le problematiche del territorio e le portiamo avanti- spiegano Shehu e Cascino– Il nostro metodo di lavoro si basa sulla competenza e sulla co-creazione. Si lavora tutti insieme alle proposte. Anche se non siamo dentro le istituzioni siamo sempre più attivisti”.

Diritti, ambiente. Mai coi sovranisti

Sono pronti a coalizioni ed alleanze in vista delle competizioni elettorali ma c’è un solo paletto: mai con partiti sovranisti o populisti. Nessuna alleanza con gli estremisti. “I nostri temi sono diritti, ambiente, economia- spiega Alfredo Mangano-In Sicilia sentiamo fortemente l’importanza delle politiche relative all’uso dei finanziamenti europei e delle infrastrutture. Ovviamente la priorità è il lavoro e la fuga dal sud”.

Si considerano “europeisti critici”, ovvero fautori di una riforma dell’Unione Europa in senso più vicino ai popoli volto a creare una cultura europea ed un forte senso d’identità. “Il nostro futuro è l’Europa, ma unita ed in grado di competere con i colossi, l’America, la Cina”.

No al taglio dei parlamentari

Tra gli incontri di Messina c’è stato quello con l’avvocato Andrea Pruiti Ciarello (coordinatore comitati NoiNo Italia, Cda Fondazione Einaudi) per un confronto sul perché votare No al referendum sui tagli ai parlamentari. Non a caso Volt è nei comitati nazionali e cittadini che si sono formati per votare no al referendum Costituzionale. No perché si riduce la rappresentanza di intere zone e minoranze. No perché si appesantisce il lavoro del Parlamento. No perché, soprattutto, accentrando tutto, si riduce la democrazia e le democraticità delle scelte.

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