Autisti e manutentori di nuova generazione per l'azienda trasporti. Li abbiamo ascoltati, tra i pregiudizi delle donne al volante e il lavoro dietro le quinte
di Matteo Arrigo e Giuseppe Fontana
MESSINA – Giovani, donne e uomini, un piccolo esercito di nuove leve che l’Atm sta allevando ormai da mesi per una rigenerazione del proprio corpo dipendenti. L’azienda trasporti prosegue il suo piano di rinnovamento e lo fa passando anche per i lavoratori. Non solo tram revampizzati, nuovi shuttle e mezzi elettrici, ma anche autisti e manutentori under 30 e 40. Un rinnovamento totale, quello voluto dal presidente Giuseppe Campagna, accolto favorevolmente dai dipendenti “storici”.
Autisti: dalle donne al volante ai “parcheggi in doppia fila”
Siamo andati a conoscerne alcuni per farci raccontare difficoltà e pregi di un lavoro particolare. Giuseppe D’Andrea, da autista storico, ci ha spiegato il reale valore del suo mestiere, emozionandosi davanti alla telecamera nel raccontare la propria esperienza e il valore delle forze fresche.
Tra loro, Luana Arnò, autista che ci racconta come i complimenti possano diventare negativi, se dietro si nasconde il pregiudizio: “Sì è un lavoro spesso considerato da uomini. Sai quante volte, dopo una manovra in uno spazio stretto, mi fanno i complimenti come a dire che sono stata brava alla guida pur essendo donna?” Lei lavora da un anno in azienda al pari di altri giovani, tra cui Giovanni Certo, soddisfatto del proprio percorso. La difficoltà maggiore? “I messinesi che parcheggiano in doppia fila”.
Manutentori: il lavoro “oscuro” dietro le quinte
E poi la manutenzione. Atm non è soltanto l’autobus o il tram, ma anche tutti quei lavoratori che sistemano le piccole falle che si possono creare, dai sistemi elettrici all’idraulica, non solo dei mezzi ma anche delle aree parcheggi o capolinea. Carmelo Caffarelli ha visto varie fasi dell’azienda: “Prima eravamo in 4, era impensabile. Ora sono stati assunti 15 giovani e sono loro il futuro”. Al suo fianco ci sono Martina Messina e Gabriele Carbone, che da qualche mese lavorano nell’azienda e si “sporcano le mani” per garantire il massimo possibile della funzionalità.
I giovani manutentori soddisfatti dell’opportunità
Martina Messina ci spiega che “è stato considerato sempre un lavoro da uomini, anche questo. Ma ora con le nuove tecnologie è più accessibile per tutti. Mi sono trovata benissimo”. Infine Gabriele Carbone. Un giovane come tanti, che ha trovato il suo posto in una città “che lavorativamente non offre granché. Ma sono contento di aver avuto questa possibilità e di essere rimasto a Messina”.
