Policlinico. "Troppi arrivi in pronto soccorso e ricoveri, serve l'assistenza territoriale" VIDEO

Policlinico. “Troppi arrivi in pronto soccorso e ricoveri, serve l’assistenza territoriale” VIDEO

Marco Olivieri

Policlinico. “Troppi arrivi in pronto soccorso e ricoveri, serve l’assistenza territoriale” VIDEO

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giovedì 26 Gennaio 2023 - 13:34

Il direttore sanitario Murolo: “Vicino a medici e infermieri sovraccaricati di lavoro ma occorre un cambio di sistema, limitando l'approdo in ospedale"

di Marco Olivieri, riprese e montaggio di Matteo Arrigo

MESSINA – Giuseppe Murolo, direttore sanitario del Policlinico universitario “Gaetano Martino” di Messina, come affrontate le tante emergenze che vive la sanità pubblica: sovraccarico di lavoro di medici e infermieri, turni massacranti, carenza di posti letto?

“Il sovraccarico di lavoro per medici e infermieri lo constatiamo ogni giorno. A questo si aggiunge il problema del quotidiano sovrannumero e iperafflusso di pazienti. Ciò impone all’azienda d’intervenire con provvedimenti organizzativi per fronteggiare l’emergenza, in modo da utilizzare al meglio spazi e risorse. Gli infermieri hanno gestito questa situazione critica e continuano a farlo. Anche le malattie e le limitazioni del personale, nell’ambito dei diritti dei lavoratori, incidono. E, di fatto, il lavoro di molti viene fatto da pochi. Questo aumenta carichi e turni di lavoro, le reperibilità e costringe l’azienda a dover intervenire”.

Ma un operatore sanitario, un medico, un infermiere, che lavora troppo, si espone a maggiori rischi per sé e per i pazienti…

“Certo, sono rischi per gli operatori, per i pazienti e per l’azienda stessa. Il migliore ospedale del mondo è sempre pericoloso e questo lo dovremmo sempre sapere. Se poi si riducono risorse e personale, diventa ancora più pericoloso”.

Nel senso che in ospedale ci dovrebbe andare solo chi ne ha strettamente bisogno e si dovrebbe rafforzare la cosiddetta assistenza territoriale?

“Sì, sfatiamo un mito: il problema non è la carenza di posti letto. Certo, in alcuni settori i posti letto sono sottodimensionati e vanno adeguati. Ma la chiave è attivare strutture territoriali, come evidenziato dalla nuova assessora regionale alla Sanità (Giovanna Volo, n.d.r.): comunità assistenziali, attività domiciliarie, équipe itineranti multidisciplinari”.

Bisognerebbe evitare di arrivare al pronto soccorso se non è indispensabile…

“Esatto. Le ospedalizzazioni evitabili rientrano nei fondamentali indicatori di qualità. Stiamo parlando di un eccesso di ricoveri per patologie che dovrebbero trovare risposta nel territorio: l’ipertensione, lo scompenso cardiaco, l’asma, l’infezione urinaria”.

Il Policlinico, inoltre, vive l’emergenza del nuovo pronto soccorso non ancora pronto e le tensioni legate agli operatori che rivendicano la qualifica di dirigenti (su questi due argomenti il direttore sanitario preferisce non rilasciare dichiarazioni, n.d.r.). A questo si aggiungono le agitazioni sindacali degli infermieri. Lei pensa che si possa creare un punto d’incontro?

“Io credo di sì ma il sovrannumero è un problema reale. Si deve intervenire in tempi rapidi, ripeto, sull’eccessivo afflusso di pazienti. In questa stagione, Covid, bronchiolite e influenze non aiutano ma presto dovrebbe rientrare anche il personale in malattia”.

Teme lo sciopero degli operatori sanitari?

“Non lo posso dire io. Condivido le loro problematiche e l’importante è trovare le soluzioni. Ed essere concordi sulle soluzioni appropriate. Alcune di queste sono di sistema e vanno affrontate all’origine per evitare corto circuiti organizzativi”.

Il Covid quanto pesa ancora?

“Pesa ancora e costringe la struttura a uno sforzo in più, dovendo garantire standard di sicurezza, con tutti i limiti strutturali dell’azienda e con il problema del personale sovraccaricato. Ma abbiamo superato la logica dell’emergenza e oggi sappiamo che si deve convivere con il Covid. Altrimenti, per assurdo, solo avendo il Covid il paziente vedrebbe assicurato il posto letto in ospedale, ulteriormente sacrificato. Con spirito di sacrificio di medici e infermieri, si è entrati in una nuova fase di convivenza con il virus”.

Il Policlinico di Messina

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