IL PD, GENOVESE E I SEPOLCRI IMBIANCATI

IL PD, GENOVESE E I SEPOLCRI IMBIANCATI

IL PD, GENOVESE E I SEPOLCRI IMBIANCATI

domenica 03 Febbraio 2013 - 15:43

Il signor Nicola Currò, lettore di Tempostretto ha inviato una riflessione in merito al dibattito scaturito in seno al Pd dopo le dichiarazioni dell'ex Presidente della Regione Pippo Campione a proposito dell'assenza di democrazia interna al partito ed all'anomalia messinese

Ne Il Sofista, Platone, in uno dei passaggi iniziali, fa dire a Socrate queste parole: «Comunque anche questo genere d’uomini può darsi non sia, se così si può dire, molto più facile a ravvisare del genere stesso degli dèi; sotto sembianze d’ogni sorta infatti, quali all’ignoranza degli altri appaiono, “vanno intorno di città in città”, i filosofi veri, dico, non quelli tali per finzione, e dall’alto osservano la vita di chi in basso vive, e mentre agli uni sembrano privi di ogni valore, agli altri sembrano d’ogni valore ricolmi, ed ora appaiono politici, ora sofisti e può anche accadere che ad alcuno ingenerino la opinione di essere completamente folli». Citare Il Sofista serve a comprendere il giudizio che i semplici cittadini, come chi scrive, si stanno facendo attorno alla questione “PD partito a conduzione familiare sì, PD a conduzione familiare no”: appunto follia!
Veniamo al dunque: qual è il problema? La mancanza di democrazia all’interno del PD cittadino? Bene, allora una domanda corre d’obbligo: quale sarà mai il livello di democrazia nel PD delle città dell’Emilia Romagna, di Firenze, Perugia, Roma, Milano e così via? Immaginiamo già gli estenuanti congressi alla fine dei quali e dopo lunghe e articolate mozioni i compagni eleggono i dirigenti del PD di Siena, tanto per intenderci quelli che poi scelgono gli uomini da piazzare nella Monte dei Paschi di Siena.
Diciamolo chiaramente l’impressione suscitata dal dibattito attorno alla figura di Genovese è quanto di più stucchevole vi possa essere. E ancor più noioso è il dover assistere alle mosse pre-elettorali di un gruppetto di sepolcri imbiancati i quali, caduti nel dimenticatoio della politica, improvvisamente si sono risvegliati illudendosi di poter rientrare nei giochi, magari sfruttando il momento favorevole vissuto dal PD e con la convinzione che senza il loro apporto il mondo è più brutto da vivere. Messi assieme Campione, Providenti, Tarro Celi, Frazzica e Mammola non raggiungono i 500 voti, figuriamoci quanti di più potrebbero ottenerne se il PD fosse rispondente al loro modo d’intendere la democrazia. I Messinesi ancora ricordano i meravigliosi risultati ottenuti da Campione e Providenti quand’erano politicamente in voga. Il secondo tra i due, addirittura, in piena “primavera siciliana”, a differenza di Bianco e Orlando, dopo il primo mandato da sindaco fu mandato a casa a furor di popolo… tanto aveva fatto bene alla città di Messina!
A scanso di equivoci chi scrive non è riconducibile al PD, però è seriamente preoccupato per tutto quanto sta avvenendo in città. Una città che giorno dopo giorno perde i propri punti di riferimento e che non riesce a individuare un punto di svolta che possa farla risorgere e uscire dalla crisi che l’attanaglia. Nella situazione in cui si ritrova Messina ha bisogno di proposte concrete e non certo di beghe di partito; ha bisogno di persone che giocandosi la faccia in prima persona favoriscano lo sviluppo economico della città; ha bisogno di figure in grado di far appassionare nuovamente i cittadini alla cosa pubblica. Di tutto questo nelle rivendicazioni dei bolliti della politica, di cui sopra, non vi è traccia, anzi la richiesta avanzata a Bersani, di commissariare il partito, oggi è quanto di più deleterio vi possa essere considerato che una tale mossa finirebbe per favorire l’ascesa di tutte quelle forze politiche populiste le quali aggraverebbero notevolmente i problemi della città. Richiamare, inoltre, fantomatiche regole di impresentabilità dei candidati significa sancire la definitiva morte della politica, in quanto la politica è consenso. Se veramente questi paladini della democrazia tengono al bene comune avanzino le loro proposte e facciano la loro battaglia secondo le regole della politica e non secondo quelle dettate dal più becero giustizialismo. Se sono capaci e bravi come dicono di essere la gente li seguirà.
Ritornando a Platone, e alla sua opera citata all’inizio, egli ha mostrato l’enorme distanza che vi è tra il filosofo e il sofista. Il primo è colui che rimane nascosto nella luce dell’essere della conoscenza; il secondo, invece, quando «l’anima si slancia verso la verità e resta lontana dal congiungersi con questa», ama vivere nella tenebra del non essere dell’ignoranza. Sta a chi legge capire chi tra Genovese e gli altri è il filosofo e chi invece il sofista. Nicola Currò

16 commenti

  1. A mio avviso i concetti esposti ricordano, fatte le debite proporzioni, le dinamiche che portarono alla Repubblica di Weimar.

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  2. Complimeti! condivido perfettamente.

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  3. Proporrei la nomina di Senatore a vita del dott. Francantonio Genovese ma purtroppo non mi sovviene un solo intervento adottato a favore della cittadinanza, all’infuori delle assunzioni nelle scuole di formazione, che in gran parte hanno interessato parenti ed amici.

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  4. indignato speciale 4 Febbraio 2013 18:51

    Visto che filosofeggiamo sul concetto di consenso ecco cosa si intende, in filosofia, per consenso……..
    Consenso universale in filosofia è quello su cui convergono i giudizi di tutti riguardo ad idee, concetti, opinioni, valori. Lo stesso significato è nell’espressione “consensus gentium” (“consenso delle genti, dei popoli”) che si ritrova per la prima volta nello stoicismo come dimostrazione di verità.[1]La parola “consenso” deriva dal latino consensus, unione delle due parole cum e sentire. Quindi, etimologicamente, consenso vuol dire “sentire insieme”. Il termine “universale” deriva anch’esso dal latino universorum, caso genitivo del sostantivo pl. universi che significa “tutti”.La parola consenso universale quindi vuol dire “il consenso di tutti” ed è un concetto che ricorre nell’argomento filosofico dell’innatismo il quale sostiene che vi siano nozioni, concetti e principi con specifici contenuti che non vengono appresi tramite l’esperienza ma che si ritrovano uguali in tutti gli uomini fin dalla nascita. A riprova di questa concezione si porta l’ulteriore argomento del consenso universale secondo il quale vi sarebbero idee o valori comuni a tutti gli uomini indipendentemente dalle loro differenze ambientali e culturali.
    Non mi pare che l’onorevole (?) in questione rappresenti un soggetto che possa ottenere il consenso di tutti. Se poi dobbiamo continuare ad acontentarci facciamolo pure, consenso universale e bene comune sono altra cosa….

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  5. Caro Currò, anche se la politica fosse semplicemente consenso non si potrebbe certamente esser lieti di un consenso ad ogni costo, ne si può dare dello sciocco a chi ha delle idee o delle ragioni piuttosto che i mezzi per mantenere un cospicuo elettorato. Non c’è bisogno di alcun filosofo per capire che per questa strada si va dritti verso il fascismo.

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  6. CastorinaCarmelo 4 Febbraio 2013 19:21

    Noi elettori di “CENTROSINISTRA” chiediamo per la nostra BELLA MESSINA un Governo della città che sia “NORMALE” che restituisca decoro e civismo ed onestà per ridare: Slancio e fiducia ai nostri Giovani.
    Non si capisce perchè un popolo così pieno di potenzialità debba essere soffocato dall’egoismo e la miopia di “poche persone” che soffocano i venti di freschezza giovanile di buona ed onesta politica con sterili proclami: che lasciano solo puzzolenti miasmi.
    Ci vogliono persone come il nostro Governatore Crocetta: Che si reca dai Lavoratori in difficoltà, che ha il coraggio di commissariare enti opachi e clientelari.
    Insomma abbiamo bisogno di UOMINI politici onesti e credibili che diano il buon esempio.

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  7. voi elettori di csx fareste bene a votare candidati che non siano conflitti di interesse enormi , ex democtristiani e alleati del cdx negli anni 90. Siamo già in una sorta di dittatura, se aprite gli occhi

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  8. mi trovo molto d’acordo con la lettera…

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  9. lei dà per scontato che il consenso a cui si riferisce sia frutto di “scambio clientelare”. starei attento ai commmenti di questo genere

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  10. esiste una istituzione chiamata procura a cui rivolgersi se si sanno queste cose. facile parlare. ma messina non è ridotta così solo a causa delle amministrazioni.

    è la cittadinanza che ha vissuto ben al di sopra delle proprie possibilità!

    le recenti amministrazioni sono solo gli strumenti di un vivere dissennato.

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  11. …è proprio vero, le elezioni fanno miracoli…fanno uscire le mummie dai sarcofagi!! e non solo escono ma si mettono pure a parlare. Dico ai vari Campione, Providenti e gli altri…avete avuto la vostra possibilità. Basta, ora tornatevene da dove siete venuti!!!!!!!!!!!!!!!!

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  12. Non è qui il caso di difendere Campione o Providenti, ma essi hanno detto che a Messina il Pd non è un Partito Democratico e questa è una grande verità dalla quale bisogna partire. E’ installato nella segreteria personale di genovese che ne controlla ogni movimento. La popolarità di cui gode Crocetta è tutt’altra cosa e non va mischiata col Partito.

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  13. Il punto è un altro: Può una persona come Genovese, che ha Messina ha un conflitto di interessi grosso quanto quello di Berlusconi sulle tv (mi riferisco al fatto che Genovese detiene la maggioranza del gruppo Caronte-Tourist, ad esempio), governare in maniera efficace la città? Può prendere decisioni “serene” su ponte, spostamento degli approdi, società di navigazione pubblica, concorrenza nell’attraversamento dello stretto? Ricordiamo che Genovese poi è quello dello scandalo (qui si che la conduzione è familiare) delle società di formazione ed è quello che ha “brillantemente” risolto il problema dell’ex Birra Messina concedendo il cambio di destinazione d’uso sullo stabilimento.

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  14. ….tutto questo per dire che Genovese è filosofo e quindi è persona di qualità???

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  15. Il discorso non fa una piega..il problema caro Sig. Currò è che a volte le persone sopra indicate non si prendono la briga di leggere i pensieri di chi ha magari o sicuramente un pò più di lucidità e coerenza di loro..

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  16. Nella fattispecie in oggetto non ci si riferisce al consenso universale, poiché in democrazia il concetto di consenso universale non è praticabile. Il consenso universale, infatti, si ha solo con le monarchie o con le dittature. Sul piano politico invece il consenso, nei regimi democratici, consiste nel coagulare attorno alla propria proposta politica quanti più cittadini elettori possibili. In forza di ciò risulta chiaro che in un consesso civile, composto da liberi cittadini, il giudizio su una proposta politica si matura in forza delle idee che il singolo elabora nel corso della propria esistenza. Ritornando alla situazione di Messina e ai sepolcri imbiancati si può solo osservare che essi sono democratici a corrente alternata, dipende se sono loro a comandare o se invece a dettare le regole sono altri. Non c’è bisogno di aggiungere altro: chi ha capacità e idee si confronti coi cittadini sui programmi e non solo a ridosso delle elezioni.

    Saluti

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