Costretto sotto minaccia a dimettersi dalla Casa per anziani di cui era socio. In manette anche il nipote di Luigi Sparacio

Costretto sotto minaccia a dimettersi dalla Casa per anziani di cui era socio. In manette anche il nipote di Luigi Sparacio

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Costretto sotto minaccia a dimettersi dalla Casa per anziani di cui era socio. In manette anche il nipote di Luigi Sparacio

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venerdì 29 Luglio 2011 - 11:00

La vittima spinta a sottoscrivere un atto privato con cui dichiarava di volersi auto estromettersi dalla cooperativa di cui faceva parte con altre due donne, una delle quali moglie del secondo arrestato Paolo Restivo. L’incubo cominciato a inizio 2011

Le minacce e le intimidazioni sono cominciate a inizio anno per poi culminare, qualche settimana fa (primi giorni di luglio ndr), nella sottoscrizione forzata della richiesta di dimissioni dalla cooperativa che gestisce una casa di cura per anziani nei pressi di viale della libertà, di cui era stato uno il socio fondatore. A mettere fine all’incubo della vittima, gli uomini della Squadra Mobile che hanno tratto in arresto, con l’accusa di concorso in estorsione con aggravante mafiosa, Paolo Restivo, 41 anni, incensurato, dipendente di un’agenzia di onoranze funebri e Salvatore Sparacio, 36 anni, nipote del boss, poi collaboratore di giustizia, Luigi. A emettere il provvedimento odierno, su richiesta dei sostituti procuratori Verzera e Amendola. il gip Massimiliano Micali.

Obiettivo dei due malviventi, come spiegato questa mattina in conferenza stampa dal Capo della Mobile Giuseppe Anzalone, quello di estromettere la vittima, socia insieme a due donne, una delle quali moglie di Restivo, dalla gestione della cooperativa e consentire l’entrata di Sparacio. L’indagine è stata eseguita con metodi tradizionali, grazie anche ad alcune dichiarazioni rese dall’uomo costretto a subire molteplici minacce. Questa mattina sono stati disposti anche ordini di sequestro di elementi che possono risultare determinanti anche per capire se, e in che termini, si fosse già verificato il “passaggio forzato di consegne” tra la vittima e lo stesso Sparacio, scarcerato lo scorso 23 maggio per una sentenza passata in giudicato: prelevati l’hardware del computer della Casa di cura e alcuni documenti depositati dal commercialisti. Sono state inoltre disposte diverse perquisizioni domiciliari.

Particolarmente rilevante nel quadro dell’indagine in cui si è consumata l’estorsione, che Anzalone ha definito “tradizionale” nelle modalità, ma atipica nella tipologia della richiesta, non denaro o assunzione ma l’estromissione dalla società, il fatto che la Casa di cura avrebbe a breve ricevuto un mutuo regionale a fondo perduto di 120 mila euro. Elemento quest’ultimo, che potrebbe aver reso ancora più “appetibile” per Sparacio l’entrata in società nella cooperativa. Ulteriori risposte potrebbero quindi giungere dai rilievi che verranno effettuati sul materiale sequestrato.

2 commenti

  1. caro giornalista e cari redattori di tempo stretto prima di pubblicare determinate notizie dovreste informarvi sui ftti reali adesso mi spiego: intanto il sign ANTONIO TEDESCO nn e una vittiama ma un carnefice che agliutato dalla nostra legge da carnefice e passato x vittima e ha fatto mettere 2 innnocenti in carcere in quanto il sign restivo e il sign sparacio quest ultimo ignaro di ogni situazione nn hanno minacciato il sign tedesco , la vittima come viene chiamata da voi si appropiava senza nessun diritto dei soldi della società procurando gravi ammanchi alla stessa , si prendeva la spesa dalla casa di cura e in piu ha usufruito di un prestito PERSONALE a se stesso falsificando la firma di una delle socie , x quanto riguarda il finanziamento della regione nn cè niente di vero x è stato bocciato mesi fa .la vittima come viene disignata da voi nn è stata minacciata ma dopo vari tentativi e richiami da parte di un AVVOCATO CIVILE nn si è mai presentato x far si che questa situazione si potesse risolvere , in quanto le socie avevano detto al signor tedesco(e dico signore x educazione ) di essersi accorte degli ammanchi ma che nn lo avrebbero denunziato solo xchè era un padre di famiglia ! lui giò da un paio di mesi stava scontando con delle piccole quete un suo precedente debito con la società in quanto già dall inagurazione dell istituto aveva preso del denaro dal conto della casa di cura .

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  2. tutto ciò che io vi ho scritto e nelle maNI degli avvocati e nn sono cose inventate sono solo il signor restivo e il signor sparacio le vittime xchè nn ci sono indagini fatte a dovere e purtroppo sono state basate solo su una testimonianza se qualquno di voi fosse interessato potrà parlare anche con il legale che ha le pratiche e i verbali ..potete contattarmi tramite imail grazie x la vostra attenzione distinti saluti..iovino maria

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